Il giallo di un sequestro sbagliato di Remo Lugli
Il giallo di un sequestro sbagliato Il giallo di un sequestro sbagliato Tra le ipotesi, è la più concreta: forse i rapitori dovevano portar via il bambino dei Lorandi, omonimi del marmista arrestato DAL NOSTRO INVIATO BRESCIA — n Tribunale della Libertà ha respinto la richiesta di libertà provvisoria per Bruno Lorandi il marmista incarcerato 11 1° giugno scorso con l'accusa di avere ucciso il figlio Christian di 9 anni e di averne occultato il cadavere. Il corpo del ragazzo era stato trovato 11 25 aprile, il giorno dopo la sua scomparsa, sul Monte Maddalena, con un filo di ferro attorno al collo. Il Lorandi al momento dell'arresto aveva confessato raccontando che Christian era morto per un incidente mettendo la testa dentro al finestrino dell'auto, mentre lui, nel cortile, stava parten do. Accortosi che il figlio era morto, aveva deciso di fingere un rapimento e aveva in scenato lo strangolamento col filo di ferro nascondendo il cadavere. Una versione, questa, che ha subito ritrattato non appena si è trovato davanti al magistrato. Ora resta in carcere in attesa che si chiarisca il mistero. E' un giallo che lascia sbigottita la gente del paese, Nuvolera. 2800 abitanti, 20 chilometri da Brescia. Non tanto perchè il padre avrebbe finto, dopo la disgrazia, che gli avessero rapito il figlio, ma perchè tutti intuiscono che dietro il suo racconto e la sua ritrattazione c'è dell'altro. L'inchiesta è in corso, notizie ufficiali non ce ne sono, ma alcuni particolari sono trapelati e consentono di esaminare 1 fatti sono una certa angolazione. Ecco gli elementi che suscitano perplessità, sospetti o contraddicono Bruno Lorandi. Causa della morte. Il ragazzo è stato strangolato con il filo di ferro. La versione del soffocamento con la pressione del vetro dell'auto, poi ritrattata, non reggerebbe comunque. Alcune macchie sul collo stanno a dimostrare che Christian è stato preso e trattenuto con la forza, ma lo strangolamento non è stato operato con le mani o con un mezzo diverso dal filo. Telefonata. Nel primo pomeriggio del giorno dopo la scomparsa, squilla il telefono. Bruno Lorandi risponde. Ascolta, balbetta qualche sillaba e dopo aver posato la cornetta, annuncia ai presenti: -Era una donna. Ha detto che Christian è sul monte Maddalena-, Affermazione falsa: gli inquirenti accertano che aveva telefonato .una vicina per chiedere se il ragazzo era stato ritrovato. Ritrovamento cadavere. Le squadre vanno sul monte Maddalena seguendo la presunta indicazione telefonica, ma è il padre che si dirige con sicurezza fin sul punto dove si trova il corpo. E quando si cerca una scarpa che non è calzata è ancora lui che la va a pescare dietro un cespuglio. Nella confessione aveva detto che, portando il cadavere, la scarpa era rimasta nell'auto e quando se n'era accorto era tornato a gettarla fuori In quel momento aveva scorto il filo di ferro e aveva pensato di avvolgerlo intorno al collo del ragazzo per fingere un delitto. Trasporto della vittima. Il cadavere di Christian presentava macchie ipostatiche di due tipi: alcune dimostravano che, dopo la morte, il ragazzo era rimasto per alcune ore in posizione seduta; le altre che successivamente era stato spostato e steso come è poi stato trovato. Il trasporto presumibilmente è avvenuto durante la notte, forse verso l'alba, perchè prima era piovuto, mentre gli abiti sono stati trovati asciutti. Partecipazione all'occulta¬ mento. Il Lorandi secondo l'accusa ha preso parte al trasporto del cadavere che, come s'è visto, dovrebbe essere avvenuto nella notte. Però la moglie. Clara, 34 anni, gli fornisce l'alibi: dice che, sospese le ricerche, entrambi sono andati a dormire. La donna è pronta a sostenere il marito credendo nella sua estraneità alla vicenda. Ipotesi della vendetta. Anni fa il Lorandi aveva raggiunto due ladri della sua auto e li aveva percossi; e qualche mese dopo tre sconosciuti lo avevano aggredito e accoltellato. E' poco probabile che l'assassinio sia da collegare a quei fatti. Ed è altrettanto improbabile una vendetta di un creditore: recentemente la piccola azienda del Lorandi era fallita per circa duecento milioni, è in corso il concordato. Ipotesi di un errato sequestro. Gli inquirenti si chiedono se il marmista, dopo la rovina finanziaria, poteva essere entrato in un giro di delinquenza per cercare di rifarsi economicamente. Avrebbe potuto, ad esemplo, fare da basista per un sequestro di uno dei bambini della famiglia sua omonima, i Lorandi industriali dei feretri, che hanno abitazione e fabbrica vicino alla sua casa. Gli esecutori del rapimento , gente non del luogo, avrebbero poi scambiato Christian per la vittima designata, sequestrandolo mentre veniva dalla fabbrica dei Lorandi e forse chiamandolo per cognome. L'uccisione del ragazzo potrebbe essere stata inizialmente fuori dalle loro intenzioni. Trattenuto a forza per il collo, Christian avrebbe potuto essere svenuto e i rapitori, credendolo ormai morto, potrebbero aver deciso di finirlo con lo strozzamento. Bruno Lorandi. saputa della scomparsa del figlio e andato a cercare i complici, sarebbe stato messo al corrente dell'accaduto; avrebbe cosi scoperto che la vittima era Christian. Una ipotesi, ripetiamo, alla quale gli inquirenti lavorano come ad altre. Remo Lugli mm
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