Vertice Rai, metterli sotto chiave di Livio Zanetti

Vertice Rai, metterli sotto chiave Come costringere la commissione di vigilanza a eleggere il presidente Vertice Rai, metterli sotto chiave Tempo due settimane, i membri della Commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai si riuniranno in seduta plenaria per non eleggere il nuovo Consiglio d'amministrazione. La non-clczionc avrà luogo nel più scrupoloso rispetto delle procedure, conformemente alla liturgia del «come se»: alcuni commissari avanzeranno delle candidature come se intendessero sul serio sosrenerle, i loro colleghi le discuteranno come se stessero davvero per approvarne o respingerne qualcuna, la senatrice Jervolino farà un appello alla buona volontà dei presenti come se proprio ci contasse, c al termine della rappresentazione verrà solennemente annunciata un'altra fumata nera: niente nuovo Consiglio d'amministrazione, niente nuovo presidente, niente nuovi sindaci. Domanda: sarà possibile, in una delle recite successive, assistere a un finale diverso magari con fumata di altro colore? E' forse utile, in questa materia, acringere suggerimenti alla millenaria esperienza di Santa Romana Chiesa. Essa ha escogitato la formula del Conclave (etimologicamente «chiuso a chiave») proprio per evitare che a) suo vertice si creassero vacanze di potere eccessivamente prolungate, con i connessi rischi per la stabilità dell'Istituzione. Fino al XIII secolo infatti il Conclave non esisteva, e i cardinali si comportavano spesso come i parlamentari cella nostra Commissione di vigilanza: convocavano una riunione, discutevano un po', ritornavano a casa, lasciavano passare un altro mese durante il quale prendevano contatto col delfino di Francia o si facevano lottizzare dal re di Navarra, tornavano a vedersi un mese più tardi per aggiornarsi a un altro mese ancora, c a furia di riunioni andate a vuoto la nomina del pontefice veniva procrastinata di un paio d'anni, A un certo punto fu chiaro che l'unica soluzione era ricorrere al chiavistello. Nel 1274, con la costruzione «Ubi periculum», il concilio di Lione decise perciò di procedere alla elezione in Conclave, ossia in luogo chiuso, con cibi razionati e in seduta continua; i porporati non sarebbero usciti se non a papa nominato. Si otteneva cosi il duplice effètto di sottrarre i votanti alle pressioni delle lobbies esterne e di costringerli a una scelta precisa entro un arco di tempo ragionevole. Da allora ad oggi, salvo qualche modifica riguardante più che altro la quantità delle vettovaglie e l'età dei convocati (non sono più ammessi i maggiori di anni 80), il sistema è rimasto identico e ha funzionato. La proposta di estenderlo ora alla Commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai ha un che di suggestivo. Si potrebbero rinchiudere quei dispersivi commissari in una depcndance di Montecitorio o dell'hotel Milton, tagliando le comunicazioni telefoniche con le segreterie di partito e bloccando le uscite a tempo indeterminato. Ma non è indispensabile. Per distoglierli dal vizio del rinvio c'è un antidoto più semplice; basta applicare la regola della seduta continua. Non si smette di votare fino a quando non sia stata raggiunta la maggioranza di consensi necessaria. E' la stessa tegola, del resto, che vige per l'elezione del Presidente della Repubblica. L'analogia può sembrare forzata, ma sta di tatto che per sottrarre la nomina dei vertici Rai al gioco dei patteggiamenti senza fine non si intravedono altre vie d'uscita. In una Commissione parlamentare dove i partiti di governo non riescono a mettersi mai d'accordo mentre quello d'opposizione, che persegue il traguardo dell'alternativa battendo la strada della consociazione, considera papabile solo chi ha il viatico del suo voto «determinante», qucsra ha rutta l'aria d'essere l'unica contromisura efficace. Si tratta quindi di inserire nel regolamento della Commissione di vigilanza il seguente conciso articolo: «L'elezione del Consiglio di amministrazione della Rai ha luogo a scrutinio segreto e in seduta continua». A quel punto la nomina del Consiglio, e quindi del suo presidente, sarà questione di giorni. Impensabile arrivarci? Dovrebbe essere possibile (tanto più che a un accorgimento del genere ha fatto cenno qualche mese fa lo stesso presidente del Senato), ma resta grandemente improbabile. Nel Paese della spensieratezza è destinata a prevalere la strategia della dilazione. L'Italia — come aveva intuito Aldo Moro che forse per questo è stato proclamato padre postumo della Patria — è una Repubblica fondata sulla perdita di tempo. Livio Zanetti

Persone citate: Aldo Moro, Jervolino, Navarra, Vertice Rai

Luoghi citati: Francia, Italia, Lione