La lira pesante spaventa la massaia di Paolo Giovanetti

La lira pesante spaventa la massaia I risultati di un'indagine Telemark-Istituto Claparede su 1213 casalinghe La lira pesante spaventa la massaia Neanche il 40% sa che varrà mille lire - Le persone anziane temono di essere danneggiate TORINO — La massaia non sa che cosa sia la lira pesante, e in ogni caso è rassegnata a non saper fare 1 conteggi che essa comporterà. Si aspetta di doverci perdere, recrimina, ma si adatta. E' quanto emerge da un'indagine svolta dalla Telemark Italia di Torino in collaborazione con l'Istituto Claparede presso un campione di 1213 casalinghe sparse in tutta Italia. Si è trattato di un'Inchiesta elettronica durata poco più di quattro ore, fatta attraverso 50 videoterminali che provvedevano ad effettuare le interviste. Su un 80,8 per cento che è a conoscenza della lira pesante (il 19,2 non ne ha neppure sentito parlare), solo un 33,9 sa che varrà mille lire e c'è un 40,9 che ne dà un valore sbagliato o non sa indicarlo. C'è stato chi ha parlato di cinquantamila lire vecchie, chi di centomila, chi di un valore Invariato. L'Indagine è andata a scavare anche nei livelli di istruzione e di età, nella collocazione geografica e - nell'ampiezza dei Comuni di residen¬ za. Alle intervistate è stato chiesto inoltre se per loro ci saranno più vantaggi o svantaggi nell'operazione: è emerso chiaramente che problemi come l'inflazione o miglioramenti per l'economia lasciano piuttosto indifferenti (hanno raccolto circa il 5%), mentre incidono pesantemente le considerazioni personali. Su un 38,7% che prevedono una predominanza degli svantaggi, ben il 27,3 è preoccupato per le difficoltà nei conteggi; ma unicamente un 14,4% di persone pensa che la lira pesante sia una semplificazione, circa cioè la metà di quelli che Invece vedono una complicazione. Ad essere più preoccupati sono naturalmente gli anziani: oltre i 50 anni c'è un 40,3% che teme di esserne danneggiato e solo un 18,5 che pensa ai vantaggi che ne potrà ricavare. Le motivazioni del favorevoli sono le più disparate, alcune anche curiose: «Ci saranno di nuovo i soldi di una volta», 'Costerà di meno», 'Sembrerà di spendere di meno», «i furti saranno meno pesanti'-, ma anche quelle degli sfavorevoli sono indicative: 'Andrà bene al ricchi» o »i ricchi continueranno ad avere i soldi», «ci saranno pochi soldi nel portafogli rispetto ad ora. o «non si riuscirà più a comprare niente», «una mossa dello Stato per guadagnarci di più» o mi negozianti approfitteranno dei nostri errori». Ma proprio mentre la massala si preoccupa di essere ingannata sui conti emerge una rassegnazione che sfiora quasi l'autopunizione. Infatti alla domanda «Ho qui un litro di latte che costa 960 lire, quanto costerà con la lira pesante?», le risposte sono state: 960 lire attuali equivarrebbero a -19 soldi e fi centesimi», »30 o 40 franchi', -60 lire o forse meno». »1200 lire', .1300'. .90 centesimi e rotti», »9 centesimi e qualcosa», .costerà una lira perché sicuramente arrotonderanno». Insomma emerge non solo una netta sensazione di confusione, ma soprattutto di insicurezza nelle proprie capacità nel fare conti che si vorreb¬ bero elementari. «Con il giochino del latte la gente si rende conto di avere delle difficoltà, si ha la sensazione che l'arrotondamento dei prezzi dovrà essere subito, c'è addirittura chi lo fa da solo perché lo giudica irrilevante» commenta Marinella Cuttlca dell'Istituto Claparede. C'è infine una domanda le cui risposte sono indicative del clima psicologico con cui gli italiani si apprestano ad accogliere l'iniziativa del governo. La Telemark ha chiesto: «fecondo lei, con una lira pesante, gli stipendi avranno un potere d'acquisto maggiore, uguale o minore?». Un 67,4% ha risposto che sarà uguale (e al di là delle apparenze è un dato basso); per un 7,7 sarà maggiore, per un numero doppio (il 15,8) sarà minore ed un 9,2 non si pronuncia. .Come ricercatore non lo dovrei dire, ma è induttivo — afferma Vasco Pisani, presidente della Telemark Italia —: c'è una sfiducia di fondo nell'azione dello Stato, un timore di restare fregati». Paolo Giovanetti

Persone citate: Marinella Cuttlca, Vasco Pisani

Luoghi citati: Italia, Torino