Oneghin: per la Freni è il trionfo

Oneghin: per la Freni è il trionfa Ciaikovski alla Scala, grande spettacolo diretto da Ozawa, regista Konchalovsky Oneghin: per la Freni è il trionfa MILANO — Dopo aver affidato la Butterfly al giapponesi e 11 Pelléas ai francesi, la Scala ha pensato ad una équipe russa per mettere in scena VEugenio Oneghin di Ciaikovski. presentato l'altra sera sotto la direzione di Seiji Ozawa con la regia di Andrej Konchalovsky e le scene di Nicolas Dvigoubsky. Alcuni sostengono che protagonista dell'opera non sia Oneghin ma la dolce e coraggiosa Tatiana: un'Idea avvalorata, l'altra sera, dalla grande prestazione di Mirella Freni che ha studiato questa parte nella lingua originale e, dopo averla sostenuta in altri teatri, l'ha portata ora alla Scala Impressionando tutti per la profondità della sua interpretazione. I russi presenti l'altra sera in teatro dicevano che la Freni pronuncia perfettamente. A noi è giunta solo la voce e la presenza teatrale del suo personaggio. Il timbro sopranne un tempo squillante e argentino si è irrobustito, sia all'acuto che al basso, e, acquistando riflessi più scuri, offre ora all'interprete, intelligente e sensibile, un mate riale sonoro particolarmente adatto alla definizione dell'Indimenticabile Tatiana Mirella Freni coglie esattamente il personaggio nella sua solitudine di donna ap- Esecuzione brillante, ma la sensazione finale è d'un eccesso d'enfasi - La partitura oscilla tra decadentismo e verismo - Splendido Ghiaurov Bcnjamin Luxon, Mirella Frepassionata che si chiude in se stessa e infrange la propria vita contro il muro d'incomunicabilità oppostole dal frivolo Oneghin. Frivolo, o sincero con se stesso quando la respinge per scetticismo e per sfiducia verso la fedeltà e l'amore? 'In quell'ora terribile siete stato onesto nei miei confronti-, gli dira lei nell'ultimo atto, rendendogli l'onore delle armi ma respingendolo, a sua volta, con fermezza per ni e Nicolai Ghiaurov in una screstare fedele al marito. Bisogna vedere e sentire come la Tatiana della Freni, senza retorica, con profonda e sofferta energia, affronta la rinuncia da cui dipende l'infelicità della sua vita. Ma non è vero che sia lei la protagonista dell'opera: protagonista è quella corrente che si Instaura tra l'Interiorità di Oneghin, priva ormai di punti di riferimento morali, e la salda moralità di Tatiana, la sua calma, veramente tol¬ smbrdqltvr cena deU'«Eugenio Oneghin» stoiana, che appare come un miraggio ormai irraggiungibile all'animo malato di lui. L'opera fa quindi perno sul rapporto, più che sull'individualità dei personaggi: e in quel rapporto c'è 11 dramma e la voluttà del naufragio, il tentativo tipicamente ciaikovskiano di afferrare l'inafferrabile, cogliere in extremis la bellezza, la felicità, i valori morali che stanno sfiorendo insidiati dai veleni sempre pericolosi del decadentismo. Per rappresentare 11 dramma di un'epoca, che era poi il dramma suo personale, Ciaikovski fa ricorso ad una concezione per cosi dire annotatola e diaristica del teatro musicale: scene liriche, si chiama VOneghin, non opera; come dire: appunti per un dramma, schizzi — ma condotti con quale perfezione di mezzi — per fissare una labirintica vicenda interiore che travalica le possibilità d'una rappresentazione completa. Di qui una musica elastica, duttllissima, sovente antiope ristlca nel suo amore per 11 particolare sfuggente, la parola detta sottovoce, le minime intermittenze del cuore. Sotto un profilo abbastanza diverso tende invece a vederla 11 direttore Seiji Ozawa. La sua orchestra è colorita, brillante, morbida ed elastica ma anche molto robusta ed impetuosa. Si ascolta con piacere, ma alla fine lascia l'impressione d'un eccesso d'enfasi e di suono, In una parola, di «melodramma»: la bussola stilistica dell'esecuzione oscilla cosi un po' rischiosamente tra il decadentismo e il verismo nostrano. Solo la Freni fa argine a questa tendenza che coinvolge un po' tutti 1 personaggi dall'Oneghin di Benjamin Luxon al Lenskij di Neil Shicof f alla Olga un po' sovreccitata di Elena Zilio. Splendido Nicolai Ghiaurov nella parte bonariamente malinconica del principe Gre min, marito di Tatiana, e molto accurate Ida Bormida e Nucci Condò in quelle, rispettivamente, di Larina e della njanja. La regia di Konchalovsky e le scene di Dvigoubsky attraversano alterne vicende: è buono il lavoro sugli attori, ma un po' ossessiva la presenza di un pesante colonnato che occupa quasi tutte le scene; sono molto suggestivi gli sfondi — la campagna russa. 11 giardino con i tradizionali ciliegi, la veduta notturna del canali di Pietroburgo — ma un po' irritante lapresenza di strani simboli quali maschere, un orso minaccioso, la comparsa di Oneghin alle spalle di Tatiana nella scena della lettera. Abbondanti nevicate rendono suggestivi alcuni quadri — assai efficace quello del grande ballo nell'ultimo atto, con il contrasto di internoesterno, — un po' scontati gli altri; ma nell'insieme lo spettacolo si fa vedere e il pubblico ne è rimasto sostanzialmente contento. Il trionfo della Freni ha avuto cosi una degna cornice di applausi. Paolo Gallarati

Luoghi citati: Milano, Pietroburgo