Il ministro con la pipa

H ministro con la pipa H ministro con la pipa In molti Paesi dell'Occidente, a cominciare dagli Stati Uniti, la lotta antifumo viene condotta alternando misure repressive, ovviamente indispensabili, con una paziente opera di persuasione che ottiene eccellenti risultati soprattutto tra i giovani nella classe dirigente. E in Italia? Come ha ricordato il nostro collega Pierluigi Franz, il di' vieto di rumare nelle corsie de gli ospedali, nelle aule scolastiche, nei teatri, nei cinema, nei musei e perfino nelle auto blu dei ministri è in vigore dal 975. Ma in questi primi undi ci anni queste misure sono sta te largamente disattese. Il divieto per i giovani al di sotto dei sedici anni di acquistare sigarette è apparso a molti italiani come un potenziale invito alla disobbedienza e un incentivo al contrabbando. L'avvocato Corso Bovio ha tuttavia ricordato che questo divieto è in vigore dal 1934. In mezzo secolo nessuno aveva pensato ad applicarlo. Se ne era dimenticata perfino l'esistenza. Simili precedenti non scalfiscono tuttavia la bontà dell'iniziativa presa dal ministro della Sanità. Degan aveva annunciato una serie di provvedimenti abbastanza severi, ma nel Consiglio dei ministri, per sua stessa ammissione, alcuni colleghi lo hanno convinto a non esagerare. E almeno due di loro sono venuti allo scoperto: il repubblicano Marami, ministro per i rapporti col Parlamento, e il socialdemocratico Vizzini, ministro per le Regioni. Mammi ha rivendicato il diritto al fumo, che non può essere esercitato in un sottoscala, e Vizzini ha maliziosamente osservato che la legge Degan è già nata «colfiltro». Oppure, avremo il doppio filtro? La legge deve infatti affrontare il vaglio del Parlamento, dove spesso i progetti governativi vengono ulteriormente peggiorati. Già si sta organizzando la «lobby» dei tabaccai e sicuramente a Montecitorio il gruppo dei «franchi fumatori», protetto dal voto segreto, prepara le future imboscate. Fino a quando si sostiene che l'i1 so del tabacco non può essere abolito di punto in bianco e che la persuasione è più efficace della prevenzione, nulla da obiettare. Però deve essere chiaro a tutti che il fumatore ha sempre torto. Anzitutto perché avvelena chi gli sta d'intorno. E comunque, anche se danneggiasse solo se stesso, la collettività avrebbe il dovere di far di tutto per impedirglielo, se non altro perché le spese ospedaliere, di cui usufruisce anche chi non tiene conto della sua salute, sono a carico di tutti i contribuenti. Tolleranza, gradualità? Benissimo: ma non si può ammettere che due ministri considerino l'uso delle sigarette e della pipa in pubblico quasi come un diritto civile. Anzi, è vero il contrario. Chi svolge una funzione pubblica, non dovrebbe mai fumare in pubblico. Purtroppo, queste prove di buona volontà scarseggiano; la proposta Degan rischia di avere la sorte di tante altre leggi, . a cominciare da quelle che impongono limiti di velocità sulle autostrade. E se, come tutto lascia credere, il governo ha varato questo progetto come un atto dovuto, senza crederci, tra qualche settimana i «franchi fumatori» impazzeranno a Montecitorio, peccato. Per quarant'anni si è detto che era impossibile far pagare le tasse agli italiani. I commercianti minacciarono addirittura la disobbedienza civile, contro i registratori di cassa. Però, quando Visentini tenne duro... Perfino fra noi se qualcuno fa sul serio, può venire, talvolta, premiato. Gianfranco Fi&zzesl

Persone citate: Degan, Gianfranco Fi&zzesl, Mammi, Pierluigi Franz, Visentini, Vizzini

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti