Briglie corte alla lira? Va bene, ma non subito di Fabio Galvano
Briglie corte alla lira? Va bene, ma non subito Goria a Pohel sulla fascia d'oscillazione Sme Briglie corte alla lira? Va bene, ma non subito DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO - ««(durre l'oscillaeione della lira nell'ambito dello Sme? E' un problema che non scopre Poehl: l'unica cosa importante è che a qualcuno non venga in mente di chiederci tutto insieme-. Il ministro del Tesoro Giovanni Goria risponde cosi a Otto Poehl, governatore della Bundesbank, che nei giorni scorsi ha prospettato l'opportunità che la nostra moneta rispetti, come gli altri Paesi del Sistema monetarlo, un limite di oscillazione del 2,25 per cento (anziché del 6). Ma lo Sme, sembra dire Goria, aspetti il suo turno. La priorità nella politica economica dell'Italia verso i partners comunitari è la libera circolazione dei capitali. Di questo tema hanno discusso a fondo i ministri economici e finanziari della Cee, nel corso di un Consiglio Ecofin svoltosi ieri a Lussemburgo e nel quale i Dodici hanno affrontato per la prima volta la proposta, formalizzata la scorsa settimana dalla Com missione Cee, per eliminare gradualmente tutti gli osta coli alla liberalizzazione dei mercati finanziari. Per alcu ni Paesi la proposta dell'ese cutivo comunitario non fa che rispecchiare situazioni già in atto; per l'Italia, ancorata al deposito infruttifero del 25 per cento per la mag gior parte delle operazioni fi nanziarie all'estero, si tratta di un problema concreto. -I capitali — ha spiegato Goria — stanno in un Paese per due possibili motivi: o perché è difficile portarli fuori, o perché non c'è convenienza a farlo. Il primo obiet¬ tivo è garantito da misure di carattere amministrativo, come quelle adottate in Italia. E' ovvio che, a una fase di caduta di tali vincoli nel rispetto dell'iniziativa comunitaria, dovrà corrispondere una politica dei tassi d'interesse niolto più variegata». Occorre quindi, sul mercato dei capitali, un'elasticità dei tassi d'interesse cui l'Italia non è abituata: una -ripresa dei fattori economici', secondo un eufemismo di Goria, che si tradurrebbe in realtà in un aumento dei tassi tale da rendere improponibile e svantaggiosa l'esportazione dei capitali. E' un problema che l'Italia dovrà affrontare in tempi relativamente brevi. L'iniziativa della Commissione Cee, divisa in due fasi, mira al completamento entro il 1992; ma già a fine anno, negli auspici dell'esecutivo, il documento potrebbe essere varato dai ministri economici Goria ha espresso ieri la convinzione che l'Italia possa adeguarsi senza deroghe alla nuova normativa. «Ciò indicherebbe e confermerebbe — ha aggiunto — che è compiuto il processo di risanamento della nostra economia*. La libera circolazione dei capitali sarà subordinata, gli è stato domandato, a una riduzione del debito pubblico? Con una smorfia il ministro del Tesoro ha osservato che tale attesa -significherebbe rinviare agli Anni Novanta». L'Italia, ha insistito, condivide gli obiettivi della Commissione Cee: «Ora si tratta di valutare come sia possibile trasformare un pezzo di carta in un'asiane concreta». Fabio Galvano
Persone citate: Giovanni Goria, Goria
Luoghi citati: Italia, Lussemburgo
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