L'Opec annega nelle eccedenze
VOpec annega nelle eccedenze PETROLIO Prodotti 19 milioni di barili il giorno, l'Arabia Saudita offre ribassi VOpec annega nelle eccedenze TOKYO — L'Arabia Saudita ha prolungato al mese di giugno lS scontò sui prezzi del petrolio sui'contratti netback con i clienti giapponesi. Lo stesso trattamento, secondo fonti Industriali, sarebbe riservato anche ai clienti europei. I tagli, compresi fra 50 70 cents, saranno quindi mantenuti per il terzo mese consecutivo. L'offerta significa che le compagnie giapponesi che importeranno almeno il 90% del greggio contrattato riceveranno uno sconto minimo di 50 cents sul valore netback. I clienti che preleveranno fino al 110% delle quantità contrattate potranno contare su sconti fino a 70 cents. Il settimanale petrolifero americano Petroleum Intelligence Weekly scrive intanto che l'ultima campagna di promozione vendite da parte dei Paesi dell'Opec sta spingendo la produzione del cartello verso i 19 milioni di barili il giorno, un livello mai toccato negli ultimi due anni e mezzo. Agli inizi dell'anno la produzione Opec era di 17,5 milioni di barili. All'aumento della produzione, secondo la rivista, hanno contribuito soprattutto Iraq e Iran ma an che Arabia Saudita, Kuwait e Libia. Secondo uno studio della Lloyds Bank, il crollo dei prezzi petroliferi avrà l'effetto di raddoppiare il deficit globale delle partite correnti dei Paesi in sviluppo portandolo a 76 miliardi di dollari nell'anno in corso, contro i 32 miliardi del 1985. Lo studio della Lloyds Bank- ipotizza una svolta In sensq^negatlyp della "Br&SfeKfi?? del - prodótto nazionale lordo nei Paesi esportatori di petrolio per dar luogo in seguito a una lenta ripresa che approderà a una crescita di poco sotto il 3% entro il 1990. Alcune compagnie petrolifere europee e americane hanno cominciato a respingere petrolio e derivati offerti in vendita dalla Libia: lo riferiscono fonti industriali, collegando l'atteggiamento delle compagnie alle sanzioni americane contro Tripoli. Gli Stati Uniti hanno in particolare proibito le importazioni di greggio e prodotti libici, inclusi quelli esportati in Usa da Paesi terzi. Per evitare che l'Europa diventi una sorta di ponte per l'esportazione indiretta di petrolio libico oltre Atlantico. Washington ha annunciato che chiederà agli esportatori europei di adottare una qualche forma di certificazione che garantisca contro la presenza di greggio libico nelle loro esportazioni. L'iniziativa Usa sta avendo i suoi effetti: un operatore europeo addetto ad una grossa compagnia ha affermato che per i prodotti libici -non c'è più alcun mercato». Secondo fonti industriali anche a seguito del blocco americano all'import petrolifero dalla Libia, Tripoli sta concentrando una grossa parte della sua produzione in depositi, speclalmenhte In Grecia. Stando a recenti stime, la produzione libica di petrolio è salita a maggio intorno a 1,3 milioni di barili il giorno dal 900.000 di barili di gennaio, ma le vendite, a quanto si ritiene, assorbono solo la metà.
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