Costerà un miliardo riparare «Italia II» di Paolo Bertoldi

un miliardo riparare « » un miliardo riparare « » Lo scafo verrà tagliato e sostituito nella parte danneggiata - Inspiegabili le cause dell'incidente al momento del varo a La Spezia LA SPEZIA — Italia II è stata rimessa a galla. Sarà certo in Australia in tempo per partecipare alla Coppa America. Entro giovedì dovrebbe essere messa su un camion diretto a Fano dove 10 scafo sarà lavorato nei cantieri Leghe Leggere Yachts. Sarà tagliato in due. Ne asporteranno il «cuore» cioè la parte centrale per una lunghezza di 4 metri e mezzo. 11 pezzo nuovo verrà rinsaldato alla prua e alla poppa. L'alluminio permette lavori del genere. Il dodici metri italiano se tutto va bene potrà essere imbarcato sulla nave polacca in partenza da Genova il S luglio altrimenti si ricorrerà ad un altro mercantile che lascerà l'Italia alla fine dello stesso mese per essere a Perth trenta giorni dopo. L'equipaggio avrà quindi tutto il periodo di settembre a disposizione per mettere a posto la barca «miracolata». Questa la sintesi delle dichiarazioni fatte ieri da Giovanni Novi, vicepresidente del Consorzio Italia e dello Yacht Club Italiano. Novi ha concluso: 'E' stato tremendo. Ma prima di tutto sono felice che nessuno si sia fatto male'. I marinai di Genova in casi del genere vanno in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia. Non è escluso che il 2 luglio, giorno in cui avrebbe dovuto svolgersi al porticciolo Duca degli Abruzzi la feste di buona partenza per Italia II, qualcuno salga lassù a deporre un ex voto. E' nella tradizione. Domenica mattina il braccio della gru che. stava solle vando Italia II e caduto a 50 centimetri dal prodiere Giuseppe Piazzi. Il ragazzo ventisettenne, nato a Ravenna, ha evitato la morte con un balzo. Ancor più fortunato il gruista volato pure lui in mare. Non sa nuotare. Lo hanno tratto a riva appena in tempo. Ieri nel tardo pomeriggio lo scafo italiano è stato «ripescato» con una gru, questa volta perfettamente funzionante, e rimessa a terra sul molo Revel. A bordo alcuni membri dell'equipaggio tra cui lo stesso Piazzi hanno continuato a lavorare per sostituire i cavi ed i sensori danneggiati dalla permanenza in acqua. Ai lati lo scafo presenta due intaccature profonde una trentina di centimetri. Queste proseguo¬ no con altrettante spaccature che per fortuna si arrestano proprio sopra la linea di galleggiamento. Muniti di respiratori lo skipper Aldo Migliaccio ed il velista Roberto Reno hanno ispezionato centimetro per centimetro i venti metri dello scafo. Reno è subacqueo di professione ed ha lavorato nell'Oceano Indiano e Atlantico. Dopo questo esame le notizie sono buone. Chiglia e alette non dovrebbero aver subito danni seri. La reale poriata dell'incidente si saprà soltanto stamane quando Italia II verrà sollevata e deposta a terra ed il consiglio dei tecnici composto da Trimming, Magrini, Oiorgetti e Marazzi osserveranno da vicino l'imbarcazione per studiarne i lavori. Si sa che la parte elettronica è tutta da rifare. Per fortuna si è salvato il computer non ancora montato a bordo al momento dell'incidente. Dovranno essere ricostruite cinque costole, cioè le strutture trasversali a forma di arco che innervano lo scafo. Si trovano tutte nel tratto da ricostruire. Le riparazioni dovrebbero richiedere una veiv tina di giorni e verranno effettuate a Fano nel cantiere Leghe Leggere Yachts. Si temeva di dover rifare anche il bulbo, ma come si è detto pare sia a posto. Economicamente i danni superano di poco il miliardo. Tra gli sponsor del Consorzio Italia vi sono anche le Assi curazioni Generali presso cui era state ovviamente stipulata una polizza. Pare che il premio si aggiri dall'uno all'uno e mezzo per cento. Non vi saranno certo discussioni per la copertura. Piuttosto sono scoppiate le prime polemiche circa le cause della disgrazia. Come mai una gru della Marina abilitate a portare 50 tonnellate è state messa in crisi da una barca che ne pesa soltanto 26? Quali gli errori umani alla base dell'affondamento? La Capitaneria di porto ha aperto un'inchiesta ascoltando il progettista Magrini, lo skipper Migliaccio ed i membri del Consorzio Roberto Reno e Pagliarulo. Un'altra inchieste è stata aperta dalle Assicurazioni. I risultati per ora sono segreti. Quello che conte è che Italia II sia salva e che torni presto a navigare. Paolo Bertoldi