Napoli convive con una bomba sei i depositi ad alto rischio di Giuseppe Zaccaria

Napoli convive con una bomba sei i depositi ad alto rischio Dopo il disastro di alcuni mesi fa, rapporto dei periti al giudice Napoli convive con una bomba sei i depositi ad alto rischio L'incendio del dicembre scorso alI'Agip poteva provocare una catastrofe - La scintilla di un pantografo deirelettromotrice causò l'esplosione NAPOLI — Lambito da un traffico convulso, costeggiato dalla ferrovia, sovrastato da grandi raccordi autostradali, circondato dalle case di 400 mila persone, a Napoli dorme un vulcano molto più pericoloso del Vesuvio. Ove mai dovesse svegliarsi, l'incendio del dicembre scorso al deposito dell'Agip. la nube nera che ricopri il golfo, i cinque morti, i centosessanta feriti, i duemila senzatetto potrebbero trasformarsi solo in uno sbiadito antefatto. L'allarme questa volte non arriva dalle associazioni naturaliste ma da sei periti del tribunale: dalla zona orientale della città, è scritto in una relazione di seicento pagine, alcune industrie devono scomparire, e subito. •Leggerò, valuterò, vedrò se esistono le condizioni per un intervento... », dice adesso Carlo Visconti, il giudice cui il rapporto è destinato. Oli esperti l'hanno consegnato ieri mattina: sei mesi di indagine sul disastro dell'Agip hanno portato a conclusioni inquietanti. L'incendio fu dovuto ad «errore umano », ma questo non tranquillizza affatto: le attuali norme non garantiscono che simili o più gravi «errori» non possano verificarsi in qualsiasi momento. E sarebbe una catastrofe. Nei dettagli, causa il segreto istruttorio, il documento non si conosce ancora: ieri però il colloquio fra magistrato e periti è stato lungo. Il preside della facoltà di ingegnerìa, Oreste Greco, gli ingegneri Ferdinando Rosi, Gennaro Volpicelll, Mariano Migliaccio, Giuseppe Godono, l'ispettore dei vigili del fuoco Alberto D' Errico scrivono che ancora più pericolosi dei depositi di carburante sono quelli di gas liquido. AlI'Agip, durante la notte del 21 dicembre, si scaricava la «super» dai serbatoi di una petroliera. Qualcuno (probabilmente i due dipendenti uccisi dallo scoppio) avrebbe dovuto controllare il livello del carburante nei serbatoi, e non lo fece. La benzina fuorusci dal serbatoio 17. evaporò in parte: forse, la scintilla che provocò l'esplosione parti dal pantografo di un' elettromotrice che intorno alle 5 del mattino passava sui binari della «Circumvesuviana». E' proprio questo, scrivono i periti, l'aspetto più sconcertante della vicenda. Se provocato da una falla nei sistemi di sicurezza, in qualche modo il disastro risulterebbe meno allarmante. AlI'Agip invece i sistemi funzionavano: rimpianto di spegnimento era stato appena revisionato, le «cicaline» che segnalavano l'eccessivo riempimento dei serbatoi, suonarono. Ma nessuno le udì, e le pompe antincendio furono distrutte dall'esplosione. E' inconcepibile — concludono gli esperti — che la sicurezza di impianti a cosi alto rischio sia ancora regolata da una legge del '34 e da un decreto che, nell'82, ha imposto per gli incendi norme di sicurezza inadeguate. Se il disastro fosse avvenuto di giorno, quando le strade che costeggiano il deposito e i raccordi che lo sovrastano sono intasati da migliaia di auto, le vittime non'si sarebbero contate. E mentre ancora si discute sulla sorte del deposito Agip — la società è pur sempre in possesso della concessione, ed ha risarcito con 15 miliardi i senzatetto — nell'area orientale sono state individuate altre cinque industrie 'Od elevato rischio di crisi ambientale'. Sono la Mobiloil. la Mobilchimica. la Liquigas, la Petrolchimica, 1' Itelcost. • Una situazione di estremo pericolo, — spiega l'ingegner D' Errico — tanto rara che a studiarla, in questi mesi, sono venuti esperti stranieri'. Ma è anche la prima volte che un simile rischio viene segnalato in un atto giudiziario: 'Purtroppo — spiega il giudice Visconti — noi possiamo intervenire solo quando il reato è già avvenuto. Ma non è escluso che dall'esame del rapporto si possa giungere a conclusioni diverse'. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Alberto D' Errico, Carlo Visconti, D' Errico, Ferdinando Rosi, Gennaro Volpicelll, Giuseppe Godono, Mariano Migliaccio, Oreste Greco, Visconti

Luoghi citati: Napoli