Mediterraneo-Mar Morto: un canale di debiti di Giorgio Romano

Mediterraneo-Mar Morto: un canale di debiti E* fallito dopo dieci anni di studi e ingenti spese il progetto israeliano per ricavare energia elettrica Mediterraneo-Mar Morto: un canale di debiti NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — E' svanita la speranza di produrre energia elettrica convogliando le acque del Mediterraneo attraverso il Neghev e facendole cadere, con un dislivello di 400 metri, nel Mar Morto. L'annuncio'ufficiale è stato dato dal ministero dell'Energia che ha deciso di rinunciare al progetto che richiedeva Investimenti per almeno due miliardi di dollari (3000 miliardi di lire) dopo 10 anni di indagini e una spesa di 18 milioni di dollari per gli studi sulla possibilità di attuare il piano Mediterraneo-Mar Morto (Mdp) noto come «il canale del due mari». Quale eredità lascia, oltre a una serie di studi nel campo dell'idrologia e dell'ecologia del Neghev e del Mar Morto? Soltanto un tunnel lungo un chilometro. scavato ' per esplorare la montagna, dove era prevista la costruzione dell'impianto idroelettrico. Forse la prima lezione che Israele dovrebbe trarre dal progetto mancato è quella di non tentare imprese superiori alle sue possibilità: una constatazione particolarmente attuale ora che è aperto un vivace dibattito se continuare la costruzione dell'aereo da combattimento Lofi. Sono già stati spesi oltre un miliardo di dollari ma gli Usa, che contribuiscono al finanziamento, ritengono sarà più costoso di quanto gli israeliani hanno preventivato. E' una vicenda che sembra ripercorre quella del «canale del due mari», con l'aggravante che coinvolge l problemi della difesa, che In Israele sono considerati prioritari. Se il potenziamento dell'aviazione, punta di diamante delle forze armate, si tradurrà in un nuovo fallimento finanziario, si .scateneranno dure polemiche in un momento in cui il rafforzamento militare della Siria sta sollevando molto allarme. C'è poi una lezione pratica che si riferisce a tutti 1 piani alternativi per la produzione dell'energia. Tutto il progetto è stato portato avanti con ec¬ cessiva segretezza e ottimismo su costi e risultati, sostenendo che avrebbe risolto molti problemi quasi fosse un nuovo Canale di Suez. All'inizio del 1981 il governo aveva costituito una «Compagnia Mediterraneo-Mar Morto» per studiare se il piano era economicamente, ecologicamente e tecnicamente realizzabile. La decisione, basata su alcuni studi preliminari iniziati nel 1874, era stata positiva: esperti israeliani e stranieri ne avevano sottolineato i grandi vantaggi. Presi in considerazione diversi tracciati nel Nord e nel Sud del Paese, era stato deciso che la via d'acqua iniziasse nel Mediterraneo a Katef, a Sud di Gaza. Dopo un percorso di sette chilometri nella regione avrebbe dovuto attraversare il Neghev e sboccare a Ein Bokek sul Mar Morto. I partiti di sinistra avevano criticato 11 passaggio del canale attraverso la fascia di Oaza. territorio occupato, e la mancata ricerca di intese con la Giordania che sulla riva orientale del Mar Morto ha costruito impianti per l'estrazione del bromo e della potassa. L'attuazione del progetto fu rinviata al completamento degli studi sulla sua economicità: si è cercato di prevedere se l'impianto idroelettrico avrebbe ammortizzato la spesa di costruzione in un periodo di 50 anni. SI decise che rimpianto non avrebbe funzionato per 24 ore al giorno per non far salire oltre misura il livello del Mar Morto. L'opera doveva servire per produrre elettricità per 1 periodi di massima richiesta e risparmiare petrolio e carbone la cui importazione pesa sul bilancio israeliano. Un incremento di energia elettrica In caso di emergenza è considerato indispensabile anche perché sulla costruzione di centrali nucleari ci sono molte perplessità. In tre di anni di studi la commissione di esperti non riuscì a preparare una valutazione completa dei costi tale da ottenere l'appoggio degli Enti governati¬ vi: i dati sottolineavano soprattutto le perdite, pur non prevedendo il tracollo dei prezzi del petrolio, principale fonte di energia. Ma è prevalso su tuti i dati tecnici il desiderio di presentare come fattibile e vantaggioso il «progetto del secolo», soprattutto agli investitori ebrei americani e di annunciare — come indicava il rapporto del gennaio 1983 — un prevedibile profitto di 400 milioni di dollari all'anno che non aveva base nella realtà. Frattanto trascorsero altri mesi In cui si fecero spese considerevoli per lo scavo del tunnel e delle cisterne per lo sbocco del canale. A questo punto una nota compagnia internazionale di consulenza economica annunciò che il progetto poteva portare solo a forti perdite e che. per presentare sotto una luce favorevole 11 canale, il ministero dell'Energia aveva alterato 1 conti in un modo che lo stes so dicastero delle Finanze non poteva accettare. Ma prima di questa svolta era conti nuata l'opera propagandistica, sorda ai richiami del Tesoro. dell'Ombudsman e della compagnia di elettricità i cui piani di sviluppo non potevano non essere influenzati dal progetto dell'Mdp. Contemporaneamente sono stati avanzati dubbi anche dal punto di vista tecnico sulla costruzione di canali attraverso il Neghev e sulle conseguenze che l'immissione dell'acqua del Mediterraneo avrebbe potuto avere psr il Mar Morto diluendo le sue acque ricche di minerali. Alla fine del 1984 una casa di consulenza internazionale, la Bw Engineers, pubblicò un rapporto completamente negati vo sulla convenienza economica del piano, anche per la caduta del prezzo del petrolio. Il grandioso progetto degli Anni 80 è cosi diventato un esempio di dispendiosa megalomania. Ora si teme che il fallimento possa innescare un duro scontro tra i partiti che si rinfacciano la responsabilità Giorgio Romano

Luoghi citati: Gaza, Giordania, Israele, Siria, Suez, Tel Aviv, Usa