Alla Cee nessuna intesa sulle sanzioni a Botha di Fabio Galvano

Alla Cee nessuna intesa sulle sanzioni a Botha L'ostinata resistenza di Londra e l'indecisione di Bonn bloccano l'iniziativa dei Dodici Alla Cee nessuna intesa sulle sanzioni a Botha Se ne riparlerà al vertice europeo del 26 giugno -1 direttori politici incaricati di presentare un rapporto - Si è discusso di aiuto ai gruppi anti-apartheid DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — Di fronte all'aggravarsi della crisi sudafricana, l'Europa non è riuscita ieri a trovare un'intesa sull'azione comune da adottare verso il governo di Pretoria: tutto è rinviato ai prossimi giorni, forse al vertice europeo del 26 giugno. Consumata in modo simbolico la loro indignazione, con la chiusura delle ambasciate in Sud Africa nell'anniversario degli incidenti di Soweto, i Dodici non hanno saputo conciliare le molte e contrastanti opzioni che si offrivano loro. I ministri degli Esteri, riuniti a Lussemburgo, hanno dato mandato ai rispettivi direttori degli affari politici affinché — come ha precisato il presidente di turno della Cee, l'olandese Hans van den Broek — -si Incontrino per valutare l'attuale situazione in Sud Africa, sullo sfondo del "rapporto dei Saggi" del Commonwealth'■ • Quello che noi vogliamo abbattere è il regime dell'apartheid, non l'economia sudafricana-, ha dichiarato al termine della riunione il ministro degli Esteri britannico 8ir Geoffrey Howe, spiegando l'ostilità del suo governo a •un completo boicottaggio economico', ma accennando alla necessità di -individuare gli strumenti migliori' di un'azione comune (una formula che implicitamente indica la disponibilità di Londra a misure meno globali). La resistenza britannica e in minor misura tedesca di fronte alle richieste di un'azione energica da parte della Danimarca e della stessa presidenza olandese, ha tut tavia impedito che i Dodici adottassero ieri misure con crete. Di fronte al comune impegno — sottolineato da Van den Broek — di 'arriva' re a una decisione armoniosa, a conclusioni di sostanza., si è preferito far slittare l'atteso passo .comune. E' intensione della presidenza — ha detto Van den Broek — avere il rapporto e le raccomandazioni dei direttori politici prima del vertice europeo-. In quella stessa sede si dovrà decidere se convocare una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri, prima o a margine del vertice europeo, per varare la faticosa «voce comune- dell'Europa sul Sud Africa. Per quanto riguarda il contenuto delle misure da adottare, il mandato è aperto: al direttori politici si chiede unicamente di dedicare la dovuta attenzione non solo a eventuali misu¬ re punitive, ma anche alla possibilità di -azioni positive- ; di ricalcare, insomma, la struttura dell'intervento comunitario del 10 settembre scorso, quando accanto a un blocco per certe esportazioni verso il Sud Africa — prodotti -sensibili- come i computer, armi, petrolio, tecnologie nucleari — si decisero misure attive (con un investimento di 10 milioni di Ecu, 15 miliardi di lire) di assistenza alla popolazione di colore o, nella formulazione Cee, ai -gruppi che aspirano a cambiamenti pacifici-. E', in sostanza, la linea dell'Italia: disponibile — è stato detto — a -esaminare sul piano comunitario eventuali complementi alle misure adottate a settembre-. Di fronte alle molteplici opzioni presentate ieri al tavolo di Lussemburgo, la nostra posizione — assente il ministro Andreotti, che rientrava dal Canada — è parsa di estrema cautela. La nostra delegazione, guidata dal sottosegretario Fioret. si è espressa per l'adozione di -una posizione politica comune che sottolinei l'aggravarsi della situazioìie-, La presidenza olandese aveva proposto il blocco delle importazioni di frutta, verdura e vino dal Sud Africa: una misura più appariscente che reale, in quanto avrebbe colpito soltanto il 4 per cento dell'export di Pretoria verso la Cee. Fabio Galvano

Persone citate: Andreotti, Botha, Geoffrey Howe, Soweto