Gotbaciov: vertice possibile di Emanuele Novazio

Gotbaciov: vertice possibile Il segretario generale davanti al Comitato Centrale del pois Gotbaciov: vertice possibile Ma aggiunge: «D comportamento Usa fa sorgere il dubbio che Washington non voglia un nuovo summit» Rivelati i particolari della proposta sovietica sul disarmo - Ancora attacchi contro le sacche brezneviane OAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Gorbaciov conferma: il vertice con Reagan è ancora possibile, ma richiede «un'atmosfera che apra la via a .prospettive per accordi reali». E nota: «Zi comportamento dell'amministrazione americana fa sorgere il dubbio che Washington voglia davvero un nuovo summit*. Cosi, con moderato pessimismo, o dubbioso ottimismo, il segretario generale del pcus ha replicato alle apparenti aperture americane e agli elogi personali di Reagan. Rilanciando, nella sostanza, la sua linea di politica estera, ieri durante il plenum del Comitato centrale del partito: quasi a chiedere l'appoggio formale della grande piramide del potere, prima di proseguire sulla via intrapresa. E accompagnando giudizi e previsioni con un'altra mossa a sorpresa: davanti al «Parlamento del partito-, Gorbaciov ha svelato 1 contenuti delle nuove proposte di disarmo presentate dall'Urss alle trattative di Ginevra (già anticipate da fonti americane e già definite «interessanti» dall'Amministrazione Usa). In sostanza: rispetto reciproco del trattato Abm (sulle armi antibalistiche) per quindici anni; limite delle ricerche sul progetto Sdi, le •guerre stellari», «ai livello di esperimenti di laboratorio*; tetto (uguale per Usa e Urss: 1600 unità) per il numero di armi strategiche offensive, e per le testate nucleari (ottonula per parte); rinvio a una trattativa separata per le armi a medio raggio in grado di raggiungere il territorio della controparte: un riferi mento agli armamenti dei bombardieri e delle portaerei americane. Una mossa forse calcolata, forse obbligata dalla fuga di notizie. Ma, come sempre nelle più recenti iniziative di< plomatiche del segretario generale, rafforzata da un ap¬ pello rivolto agli Usa tramite 11 giudizio dell'opinione pubblica mondiale: -Se Washington ignorerà, anche questa volta, le nostre proposte, sarà chiaro che l'Amministrazione americana sta giocando un gioco deplorevole intorno al problema più serio per il futuro dell'umanità*. Moderato ottimismo in politica estera, dunque. E atteggiamento analogo in politica economica: davanti ai 307 membri del Comitato centrale, Gorbaciov ha presentato un quadro cauto della situazione del Paese, confermando le resistenze fin qui incontrate nel rinnovamento e nella -intensificazione* dell'attività economica. «Siamo solo all'inizio del processo di ristrutturazione, che finora ha compiuto lenti progressi*, ha detto. E ha attaccato duramente -coloro che continuano a lavorare secondo i vecchi metbdi», le residue — e tenaci — sacche brezneviane. n pia¬ no per il quinquennio '86-90. che domani sarà presentato alla definitiva — e rituale — approvazione del Soviet Supremo, è partito bene: nei primi cinque mesi di quest'anno la produzione industriale è cresciuta del 5,7 per cento, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ma la lotta contro V'irresponsabilità e altri fenomeni negativi* (quelli già denunciati al Congresso) non si è conclusa, dopo le assise di febbraio: continua e va intenficata. Come spesso accade a Mosca, molte previsioni della vigilia sono state smentite dai fatti, al Plenum di ieri. Anche le più insistenti, e meno fantasiose: quelle, per esempio, che volevano estromesso dal Politbjuro, il cuore del potere sovietico, Boris Sherbitsky, segretario del partito ucraino e tra gli ultimi rappresentanti della vecchia guardia brezneviana. Il destino di Sherbitsky, so¬ stenevano in molti, è stato definitivamente segnato dal disastro nucleare di Cernobil. L'incidente alla centrale ucraiana, si notava, potrebbe fornire a Gorbaciov un pretesto adeguato per cacciare il capo del partito in quella Repubblica. I segnali in questo senso non erano mancati: quando il numero due del Cremlino, Ligaciov, e il premier Ritzkov visitarono la zona dell'incidente, per esempio. Sherbitsky venne appena nominato, dalla Tass e sui giornali: il suo ruolo fu soprattutto quello dell'Imbarazzato e silenzioso accompagnatore degli inquisitori venuti dalla capitale. Il comunicato Tass sul Plenum, invece, cita esplicitamente l'intervento di Sherbitsky, nella discussione di ieri: un'altra prova, fin troppo eloquente, che le resistenze alla linea Gorbaciov non sono state vinte. Emanuele Novazio

Persone citate: Boris Sherbitsky, Gorbaciov, Ligaciov, Reagan

Luoghi citati: Ginevra, Mosca, Urss, Usa, Washington