Janich ammette: «Carbone dice la verità» di Claudio Giacchino
Janich ammette: «Carbone dice la verità » TOTONERO Per il dirigente tutte le squadre fanno regali agli arbitri stranieri Janich ammette: «Carbone dice la verità » TORINO — «Fare regali per decine di milioni all'arbitro ed ai due guardalinee? Ma, è la cosa più normale del mondo, lo fanno tutte le squadre impegnate nelle Coppe europee. Un accompagnatore designato dalla società si prende cura della terna arbitrale straniera, la scarrozza in giro per la città, la porta per negozi, compra tutto quanto gli ospiti desiderano. Anche il Napoli s'è adeguato a tale prassi quando nel 1982'83 partecipò alla Coppa Uefa. Al proposito. Armando Carbone racconta la verità». Finalmente, c'è un inquisito del calcioscandalo che non insulta l'Armandino. che non lo descrive come millantatore, pazzo e rompiscatole. Questa «mosca bianca» è Franco Janich, il general manager del Bari colpito da co¬ municazione giudiziaria per associazione per delinquere. Tranquillo, sorridente, disinvolto, ricco di aneddoti, ricordi ed ironie, Janich ha affrontato l'interrogatorio del sostituto procuratore Giuseppe Marabotto in maniera quanto meno singolare. Il ds barese ha ammesso un'amicizia più che decennale col regista del calcioscandalo. ha ribadito i ricordi dell' Armandino sui milioni pagati dal Napoli per gli acquisti fatti dall'arbitro della Germania Ovest Eschwelller e da quello bulgaro Dochtev quando scesero in Italia per dirigere le partite Uefa degli azzurri contro i russi della Dinamo Tbilisi ed i tedeschi del Kaiserslautern. Eschweiller e Dochtev, più i rispettivi guardalinee, comperarono capi di abbigliamento per cir¬ ca 30 milioni, ufficiale pagatore Carbone. Janich è rimasto davanti a Marabotto circa un'ora. Venerdì, sarà di nuovo sentito, l'interrogatorio verterà sul triennio '83-'86, vissuto dall'inquisito al servizio del Bari. E, si entrerà nel merito delle accuse specifiche contenute in decine di telefonate intercettate, nelle confessioni di Carbone e di altri arrestati. Secondo le intercettazioni, Janich girava l'Italia per truccare partite, In più d'un nastro 11 dirigente sportivo è chiamato «Piccione viaggiatore», «Uomo della valigia». Definizioni in codice dinanzi alle quali Janich non ha scordato 11 sorriso. Tutto 11 contrario, le strategie processuali del difensore della Triestina Maurizio Braghin, del presidente della Ca- vese Guerino Amato, e del centrocampista rosanero Maurizio Ronco. Assistito dal prof. Gilberto Lozzi e dal l'avv. Antonio Stigliano, Bra ghin ha negato ogni cosa. -Mai giocato al totonero, non conosco nessuno di coloro che mi tirano in ballo. Mai telefonai al collega Cedili che gioca nel Palermo per proporgli di fare X nella partita tra le nostre squadre». Amato ha ripetuto: «Sono innocente.. In una telefonata, a Carbone che gii annun eia: « Cavaliere, grazie alle mie manovre la B per la Cavese è assicurata al mille per mille» il presidente campano replica: «Bene, mi porti il suo programmino». Con il giudice Amato s'è giustificato: *Ah sì, dissi proprio cosi? Un caso sa, le parole...» Claudio Giacchino
Luoghi citati: Bra, Germania Ovest, Italia, Torino
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