Una realtà, la Danimarca comincia a preoccupare
Una realtà, la Danimarca eomincia a preoccupare Beffegei al video con vói Una realtà, la Danimarca eomincia a preoccupare Visti gli accoppiamenti scaturiti dal turno di eliminazione, all'Italia non è sicuramente andata bene, come sappiamo, ma in effetti non avevamo troppe chances per scegliere. La partita che offriva questa opportunità di scelta era Danimarca-Germania e osservando la situazione diremo che arrivar secondi era vantaggioso; forse per questo i tedeschi si sono fatti trafiggere. Può anche darsi che Beckenbauer abbia accettato questa soluzione ragionata. Chi invece non è stata disposta a considerare una tale eventualità è la Danimarca. Questa nazionale era inserita, durante il sorteggio, con Canada, Iraq, Marocco, nel gruppo delle cosiddette cenerentole, una collocazione che, non per quanto visto, ma per quello che già sapevamo non meritava. E così anche l'ultimo incontro la Danimarca l'ha affrontato col piglio di chi sa cosa vuole, ossia risparmiare certi elementi in odore di squalìfica, come Berggreen, far riposare per un tempo Elkjaer e Laudrup per quasi tutta la partita, imporre un ritmo non troppo frenetico ma necessario per mantenere la condizione, vedere in piena azione gente fino ad allora in parcheggio parziale. Sivebaek, Jesper Olsen, Eriksen. E tutto ciò senza snaturare, svilire, penalizzare gioco, spettacolo, risultato. Al termine di queste considerazioni si capisce che queste cose possono farle solo le grandi squadre in un grande momento. Non possiamo dire che la Danimarca è stata la rivelazione o la sorpresa, di lei si sapeva e si diceva un gran bene, però il suo modo di confermare il tutto ci deve far pensare. Se si eccettua infatti l'incognita costituita dal portiere è veramente più semplice trovare punti di forza, di qualità, che difetti o manchevolezze. I danesi rendono il centrocampo foltissi¬ mo, portando su questa lìnea 5-6 giocatori da quelli di fascia, Arnesen, Berggreen, ai centrocampisti di ruolo, Lerby, Moelby, agli attaccanti che rientrano, Jesper Olsen, Laudrup, il tutto corredato dalla partecipazione saltuaria di Sivebaek e Morten Olsen. Ciò fa della squadra un blocco granitico che si protegge chiudendo spazi e pressando ed apre in larghi spazi dove i guastatori scandinavi possono inserirsi a ripetizione. E' chiaro che una giusta disposizione in campo, strategicamente studiata e realizzata, deve poi essere supportata da grossi giocatori, ma anche in questo senso la Danimarca è inattaccabile. Per esempio Morten Olsen, io lo considero una delle note più positive di questo Mondiale, troppo facile, direte, può darsi, però sta dimostrando alla sua età una freschezza e una lucidità impressionanti. Sempre grande nel recupero, mi sembra dotato anche di una eccezionale personalità. Lerby, stantuffo instancabile, incontrista spietato, sempre pronto a riproporre la trama offensiva; hanno ritrovato il miglior Arnesen (peccato quella sua pazzia su Allofs) e mi fermo qui, concludendo con i tre AtalianU. E' difficile dire quanto e come abbiano tratto vantaggio dalla loro esperienza nel nostro Paese, di sicuro è che stanno confermando le loro precipue doti. Sono tra l'altro cosi diversi tra loro che rappresentano in un certo senso proprio l'immagine di questa nazionale, la ragionata costanza e tenacia di Berggreen; la velocità, la classe, lo spunto irresistibile di Laudrup; il carattere, la grinta, la combattività di Elkjaer. Credo veramente esatto identificare con questi aggettivi la realtà danese. Ricordate realtà, non effimera chimera. Roberto Bettega
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