Voglia di musica dalle sale del re

Voglia dì musica dalle sale del re Ramno, concerti da domani Voglia dì musica dalle sale del re Dai e dal, la musica classica dopo aver vinto ostilità e diffidenze è ormai entrata saldamente nella programmazione tv: e non soltanto con avvenimenti straordinari — mercoledì scorso su Canale S concerto dalla Scala direttore Olulinl, o stamattina su Raidue il solenne omaggio a Liszt, o venerdì prossimo su Raiuno il gala in Mondovisione affollato di cantanti e di virtuosi — ma anche con trasmissioni costanti e quotidiane che offrono al pubblico un appuntamento fisso. E' U caso di «Voglia di musica» a cura di Luigi Falt e con regia di Gianni Casallno che da domani, occupando uno spazio importante di Raiuno, quello fra le 13 e le 13 e 30 prima del TG, andrà avanti per trentaclnque puntate consecutive, tutti i giorni compresa la domenica. Quest'anno la rassegna ha due caratteristiche: è una passerella di esecutori tutti italiani e, salvo poche eccezioni, tutti giovani e giovanissimi, diplomati a pieni voti e vincitori di concorsi; ed è stata realizzata dalla sede Rai di Torino che vanta una specializzazione nelle riprese musicali e che ha girato l'intera serie (meno le cinque puntate dedicate all'organo) nelle sale della Palazzina di caccia di Stupinigi. Mirabile edificio, capolavoro di Filippo Juvarra: eccellente sede per concerti. Ma con un •pericolo», e qui si tocca uno dei grossi problemi della ripresa musicale In tv. Quando l'esecuzione ha luogo in un ambiente architettonicamente pregevole, può esserci la tentazione di far vagolare l'obbiettivo su stucchi, quadri, putti, capitelli ecc. per cui non si capisce più se sia un concerto o piuttosto un documentario d'arte commentato dal settimino di Beethoven o da una sonata per violoncello di Vivaldi (e al limite — una volta — veniva insistentemente inquadrata la platea con scrupolosi particolari di notabili assorti e corrucciati e di dame rapite in estasi cosi da trasformare il tutto nella cronaca di Un fatto cultural-mondano). , Fortunatamente i realizzatori di «Voglia di musica» sono degli esperti e non sono caduti nell'errore. Le sale della Palazzina sarebbero, tra affreschi e mobili uno sfogo all'Infinito per un regista divagante: ma Casallno si rende conto che, specie oggi, la gente vuole vedere attraverso la tv «come si fa musica* e vedere da vicino, in primo piano, con una posizione da spettatore privilegiato, la tecnica degli esecutori: e perciò ha concentrato il fuoco della telecamere sugli interpreti, sulle loro mani, sul loro sguardi di intesa con i compagni, sugli strumenti in azione. E le meravigliose sale settecentesche dalle grandi finestre oltre cui si intravedono le ombre degli alberi nel parco? Servono da •naturale» sfondo, uno scenarlo d'atmosfera e raccoglimento che pare studiato e congegnato apposta per la musica Al termine di ogni puntata una breve intervista, e in coda una sigla dove compare la Palazzina dall'esterno: la colonna sonora riporta, chissà perché, l'ottocentesca Meditazione da -Thais, di Massenet che con Juvarra e Stupinigi c'entra come i cavoli a merenda, ma le Immagini sono cosi belle, di una cosi misteriosa suggestione, che la piccola stonatura (si fa per dire) passa in seconda linea. Ugo Buzzoian

Persone citate: Beethoven, Filippo Juvarra, Juvarra, Liszt, Luigi Falt, Massenet, Vivaldi

Luoghi citati: Palazzina, Torino