Adesso la vita di un uomo è valutata solo 15 milioni di Giuseppe Alberti

Adesso la vita di un uomo è valutata solo 15 milioni Una legge per risarcire le vittime dei pirati della strada Adesso la vita di un uomo è valutata solo 15 milioni Mentre i «massimali» italiani delle assicurazioni automobilistiche si vanno, sia pur lentamente, avvicinando alla media europea, l'ingiustizia nei confronti delle vittime del «pirati della strada», che devono essere risarciti dal fondo di garanzia, diventa sempre più stridente. Prendiamo, per esempio, il caso di •catastrofe» (incidente con più morti o feriti gravi): il «massimale» è di soli 25 milioni di lire, mentre giunge a 500 per gli assicurati con compagnie che, per un motivo o per l'altro, non sono in grado di pagare le vittime. Lo stesso vale, attraverso il «fondo di garanzia», per i «pirati» identificati ma privi di regolare copertura assicurativa. Lo stesso «fondo» risarcisce con soli 15 milioni le vittime di un investitore rimasto sconosciuto, mentre la cifra sale a 200 milioni di lire se la compagnia non può far fronte all'impegno. La causa di tutto ciò è un'evidente svista del legislatore: nel 196° quando fu approvata la legge sull'assicurazione obbligatoria, furono fissate le somme di cui si è detto (appunto 15 milioni per ogni per sona ferita o uccisa e 25 mi lioni per catastrofe) inseren dole nel testo di legge per il solo caso del pirata sconosciuto mentre per gli altri si parlò dei massimali fissati dal ministero. dell'Industria per le normali polizze. Diciassette anni fa le due cifre erano identiche: soltanto che, nel frattempo, 1 «massimali» sono lievitati, e altrettanto per la cifra prevista dall'art. 19 (compagnie fallite, investitore noto ma scoperto di garanzia). Nell'ipotesi dei «pirati» non identificati, cioè nel caso più importante (proprio per questo fu creato il •fondo»), il successivo art. 21 indica delle somme precise e solo un'altra leg-e può modificarle. Anni fa la questione fu posta alla Corte Costituzionale che respinse la richiesta di dichiarare illegittima questa norma. Ma allora la differenza fra i due «massimali» era modesta, mentre oggi l'ingiustizia è divenuta macroscopica. In pratica si è quasi soppresso un istituto che, fra l'altro, deve esistere per convenzione internazionale. Nell'attesa che qualche giudice riproponga la questione alla Corte o che la Cee ci chieda conto del fatto che nel nostro Paese il «fondo» di garanzia ormai esiste soltanto sulla carta, sembra impossibile che non si trovi un parlamentare disposto a proporre una leggina di quattro righe che equipari fra loro tutti i casi di intervento del «fondo», agganciandolo ai normali «massimali». Evidentemente le vittime del pirati sono poche e non costituiscono una base elettorale su cui contare: ma proprio perché i casi sono pochi, questo elementare atto di giustizia non graverebbe se non in misura irrisoria sul •fondo», oberato Invece di miliardi e miliardi di oneri per far fronte ai buchi lasciati da compagnie poste in liquidazione coatta troppo tardi, quando ormai tutti i buoi erano scappati dalla stalla. Giuseppe Alberti