Un avvocato per i malati di Giuseppe Fedi

Un avvocato per i malati Opera da sei anni il tribunale che tutela i diritti dei ricoverati Un avvocato per i malati Una radiografia dei loro problemi fatta ieri in 350 città - Lamentele più diffuse: degenze troppo lunghe e cartelle cliniche inaccessibili - In 7 regioni accertati sprechi per 143 miliardi ROMA — Trecentocinquanta città hanno celebrato ieri la 6* Giornata Nazionale dei Diritti del Malato. Degrado, spersonalizzazione, insulto ai più elementari diritti, l'assenza del più semplice buon senso: contro tutto questo fu organizzata nel 1980 dal Movimento Federativo Democratico la prima raccolta di denunce, migliaia, da cui nacquero u Tribunale per V Diritti del .Malato, ed in seguito la Carta del Diritti Da allora questa iniziativa ha percorso molta strada e recentemente è sfociata nella presentazione di una proposta di legge che stabilisce i diritti fondamentali del cittadino ricoverato in ospedale. -Diritto a essere curati bene, ma anche diritto al rispetto — afferma Alessandro Lamanna. Segretario Nazionale del Tribunale —. Il diritto, per esempio, che le donne non siano costrette a pubblici spogliarelli durante le visite, che gli anziani non debbano applicarsi il catetere davanti a lutti». Violazioni, queste, che non fanno scalpore, che un tribunale tradizionale non prenderebbe in considerazione. Ma che hanno trovato voce e difesa grazie a questo Tribunale sui generis, la cui sede non è nei Palazzi di Giustizia, bensì negli ospedali stessi, almeno quelli più disposti al dialogo. In tali sedi gruppi di giovani raccolgono le lamentele dei malati Quali sono i Diritti del Malato più frequentemente violati che scandiscono la vita dei nostri ospedali? Al primo posto nella classifica troviamo un gruppo di lamentele che sono sto»e definite.«violazioni dell'.ntegrità fisica derivanti da carenze strutturali», pari al 37% delle denunce esaminate. In questa categoria il disagio più diffuso riguarda i tempi di degenza troppo lunghi (25 %), poi la scarsa manutenzione o la mancanze di oggetti e strumenti (21 '■/o), quindi l'insufficienza degli ambienti a garantire tranquillità — camerate con troppi letti, letti nei corridoi, mancanza di luoghi di ritrovo (14%) —, il cibo (12 %), i servizi igienici (12 %), l'igiene in generale (10 %). Il secondo gruppo di violazioni, pari al 23% delle denunce, riguarda la disinformazione sulla malattia, le cartelle cliniche inaccessibili o redatte in modo incomprensibile (46%). l'ansia, i sentimenti di spersonalizzazione e angoscia derivanti dall'ambiente, dalla violazio¬ ne sistematica della privacy (24%), gli orari di sveglia e dei pasti cosi lontani da quelli della vita normale (17 %), la mancanza dei rapporti con familiari e amici dovuta spesso agli impossibili orari di visita (7 %). Infine le violazioni della dignità personale e sociale: vale a dire l'essere chiamati sgarbatamente con il « tu» o con il numero del letto (15%), l'essere costretti a dare mance per servizi che spettano di diritto (8%). gli insulti gratuiti, la severità ingiustificata (57 %). Ma il Tribunale per i Diritti del Malato ha fatto anche un censimento degli sprechi negli ospedali, condotto in Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise e Calabria, di cui ieri sono stati resi noti i primi risultati Gli sprechi accertati finora ammontano a 143 miliardi. I casi più clamorosi riguardano la Calabria e il Lazio. Nella prima, a Cassano Ionico. San Marco, Argentano. Mesoraca. Lamezia Terme, Pizzo, Nicotera, Tropea, Rosarno. sono del tutto inutilizzati 8 ospedali, per un totale di 1508 posti letto e un costo complessivo di 32 miliardi. Per la sola città di Roma gli sprechi sfiorano gli 80 miliardi. 60 attribuiti all'inutilizza to Ospedale di Ostia. Nel Molise i due nuovi Poliambulatori di Frosolone e di Santa Croce di Magliano, altamente specializzati e costati 38 miliardi non sono mai stati messi in funzione. Lo stesso è avvenuto in Emilia Romagna, dove quattro sale operatorie all'ospedale di Faenza e un intero padiglione all'ospedale di Forlì sono inutilizzati da oltre due anni. All'elenco degli sprechi Fi contrappone quello delle inadempienze. Una, particolarmente grave, é stata denunciata proprio ieri a Roma dal professor Maggionl direttore dell'Istituto di Puericultura dell'università «La Sapienza». E' stato costretto ad acquistare personalmente farmaci indispensabili alla sopravvivenza dei neonati. Le fiale, di vitamina K per la profilassi delle emorragie dei neonati, ha precisato il primario, erano state ordinate da una settimana. Ma la farmacia del Policlinico, dalla quale l'Istituto dipende, per il rifornimento dei medicinali, ha comunicato che l'ordine non era stato ancora autorizzato dall'ufficio amministrativo della Usi, che sta riducendo le spese per gli acquisti di farmaci. Giuseppe Fedi

Persone citate: Alessandro Lamanna, Cassano Ionico, Malato