Spadolini contro il «nonnismo»

Spadolini contro il «nonnismo» Dopo i suicidi in caserma, indagine sui soprusi a danno delle reclute Spadolini contro il «nonnismo» ROMA — Il ministro della Difesa Spadolini ha chiesto al capo di stato maggiore dell'esercito, gen. Luigi Poli, di accertare eventuali responsabilità di manifestazioni interne nella vita delle caserme .che sono comprese sotto l'intollerabile insegna del "nonnismo".. I sorprusi e le intimidazioni nel confronti delle reclute da parte dei soldati di leva più anziani (i •nonni»), sarebbero all'origine della situazione di forte disagio nella quale si trovano molti giovani di leva, quattro del quali si sono suicidati nelle caserme del Friuli negli ultimi tre mesi. Il Parlamento ha già deciso un'inchiesta. Il 24 giugno un gruppo di deputati della commissione Difesa sarà a Maniago, Tolmezzo e a Tauriano, nelle caserme dove si sono uccisi, in circostanze ancora da chiarire, quattro reclute di venti anni: Pasquale Renna, Ivano Pagni, Fabio De Veochls e Roberto Koj. «7 parlamentari avranno tutto il nostro appoggio., assicurano al ministero. «Da questa indagine non mi aspetto nulla., replica Falco Accame, presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle Forze armate e famiglie dei caduti, autore di un «libro bianco» dal titolo «Morte per naja». «/n questi casi — aggiunge —, o si interviene a caldo o è inutile. E poi doveva muoversi il ministro e non la commissione. Certe inchieste servono solo se, una volta accertate le responsabilità, ven- gono adottati provvedimenti disciplinari.. he cifre del rischio militare sono elevate. Nel 1981 sono morti sotto le armi per incidenti di diverso genere 204 giovani, 198 nel 1982, 187 nel 1983. Due anni fa il numero, tra esercito, marina, aviazione e carabinieri, è salito a 477, con 29 casi di suicidio. Il riepilogo numerico delle vittime informa che 134 militari sono deceduti in incidenti automobilistici, 128 per malattie, 16 durante esercitazioni di volo, 14 per cause accidentali varie, 9 per annegamento, 4 per cause non note o dubbie, 9 durante l'addestramento, 3 sul lavoro e 9 per colpi d'arma da fuoco. Quello degl'incidenti da arma da fuoco è un rischio abbastanza frequente durante i dodici mesi del militare di leva, n soldato è vittima in genere dello scarso addestramento. Un assaltatore spara In media 310 colpi di mitragliatrice, un suo collega tedesco ne spara 1050, uno inglese 2400. Al giovani di 18-20 anni vengono spesso date in mano ai mi da guerra come i fucili Oarand e Fai. Da qualche anno, poi, dopo gli attacchi terroristici alle caserme, i vertici militari nano deciso di far montare la guardia con 11 proiettile già inserito nella canna e il fucile pronto a sparare. Durante la naja si può morire per incuria, per disattenzione o in un lettino di ospedale in seguito a una diagnosi sbagliata. Gl'Incidenti dovuti a una insufficiente assistenza sanitaria sono una plaga fra le più dolorose del nostro esercito. Frustrazione, solitudine, noia, senso d'impotenza sono le radici della violenza che a volte si scatena fra i soldati, sfociando talvolta in gravi episodi. Anche 1 suicidi costituiscono una pagina nera. Se un ventenne arriva a togliersi la vita in caserma, vuol dire che nell'organizzazione militare qualcosa è da rivedere. Oli psicologi ammettono che la vita di caserma può contribuire a formare l'elemento scatenante del gesto di follia. Ma nella sua ultima relazione al Parlamento «sul morale del personale delle Forze armate» il ministro della Difesa Spadolini, parlando del suicidio, ha detto tra l'altro: •Tale evento è la tragica conclusione di un processo morboso che spesso affonda le sue radici in tempi e ambienti lontani dal servizio di leva. Per cui appare quanto meno incauto ricollegarlo direttamente alla condizione di militare nella quale i giovani si trovano solo per un anno». «r.fe.

Persone citate: Fabio De Veochls, Falco Accame, Ivano Pagni, Luigi Poli, Pasquale Renna, Roberto Koj, Spadolini

Luoghi citati: Friuli, Maniago, Roma, Tolmezzo