Il Padrino sconfitto dalle donne di Ennio Caretto

Il Padrino sconfitto dalle donne NeUe grandi famiglie di Cosa Nostra le tradizioni di violenza lasciano il posto al desiderio di rispettabilità Il Padrino sconfitto dalle donne Sognano per i figli una laurea e una vita nonnaie e spesso la spuntano contro i vecchi boss - La ribellione vittoriosa di Rosalie Profaci -1 capi dell'Onorata Società che non riescono a farsi obbedire in casa corrono il rischio di perdere autorità e prestigio DAL nostro corrispondente WASHINGTON — 8abato scorso, a Phoenix In Arizona, nella cattedrale dei Santi Simone e Giuda, il dottor Joseph Gregory Bonanno, 25 anni, fresco medico, ha sposato Kathleen Milo, 24 anni, agente immobiliare. Non è stato un matrimonio qualunque. L'organo suonava la marcia nuziale, c'erano le televisioni, la grande chiesa straripava di invitati in marsina e toilettes regali, sul sagrato la polizia tratteneva a stento la fiumana dei curiosi. I testimoni, le damigelle e 1 paggi avevano tutti nomi italiani. Profaci, Trafficante, e i bisbiglìi perano in dialetto siciliano. Si sposava il primogenito di un primogenito di un capo della mafia: nientemeno che il nipote di «Joa Bananas». o Joseph Bonanno, a 82 anni l'ultimo del «pezzi da novanta* che comandarono la Onorata Società a cavallo della guerra. •Joe Bananas* non c'era. Parlò alla sera, al telefono collegato a un altoparlante, al ricevimento alla «Montagna d'Ombra» di Scottsdale. Questa volta l'orchestra di Joe Vaccaro suonava «La tarantella». «Anema e core», •Non ti scordar di me». Quando lo sentirono, i quattrocento commensali si alzarono in piedi in segno di rispetto. Il «don» è in carcere a Leavenporth nel Texas per vilipendio della magistratura. «Sono nonno Bonanno — disse il vecchio con la sua voce roca. copiata da Marion Brando ne «Il Padrino —. Voglio condividere con voi questo giorno commovente. Non posso venire perché sono in vacanza (risate fragorose) consideratemi presente in spirito». Quando chiamò lo sposo 'dottor Joseph Bonanno*. gli astanti scoppiarono in un applauso scrosciante. In un angolo della chiesa prima e del ristorante poi sedeva Bob Dellinger, un produttore cinematografico, «girava» quelle che saranno le scene finali del suo film, «La storia di una moglie della mafia». Dellinger è un ex finanziere, processato per bancarotta fraudolenta, che trascorse tre anni in carcere con 11 padre dello sposo. «Bill» o Salvatore Bonanno. Per lui, il matrimonio rappresentava la fine di un'epoca mafiosa: il giovane medico, che esercita già In ospedale, non ha infatti e non avrà mai nulla a che fare con la Onorata Società. A differenza del nonno e del padre, che ha 53 anni é ne ha passati 0 in prigione, a intervalli, Joseph Gregory Bonanno si è tagliato alle spalle tutti i ponti, spezzando la tradizione familiare. Dietro la metamorfosi dell'erede di «Joe Bananas» si cela un fenomeno che sta cambiando il volto di Cosa Nostra negli Stati Uniti: la rivolta delle donne della mafia. Un numero crescente di mogli e figlie dei «pezzi da novanta», dei loro consiglieri e dei loro «soldati» sfida le leggi dell'omertà e della sudditanza. Nel film di Dellinger, l'eroe non è il neomedico: è la madre, la moglie di «Bill», e nuora di Bonanno senjor. E' stata lei infatti, in un quarto di secolo, a instillare nel primogenito 11 rispetto della legge, il gusto dell'onestà, le virtù civiche americane. 'Queste donne sì sono spesse ribellate, di fronte alle morti dei loro cari — osserva Dellinger —. Ma oggi il fenomeno dilaga e la vicenda di Rosalie Bonanno è speciale-, Lo è perché Rosalie stessa proviene dalla Onorata Società, è nata da uomini di rispetto, ed è cresciuta tra di essi. Rosalie è una Profaci: 11 babbo era Salvatore Profaci. il fratello e consigliere di Joseph, 11 capo della omonima «famiglia» di New York. Da bambina, prima che l'inglese Rosalie imparò il siciliano. Studiò in un convento di suore, da cui usci a 18 anni, quando le uccisero il padre, facendo esplodere il motoscafo su cui era andato a pescare. Pochi mesi più tardi si fidanzò a Salvatore Bonanno. Dellinger ricorda ancora il ricevimento, il 18 agosto del '56. all'Hotel Astoria di Manhattan: 3000 persone, i «don» di mezza America. Vito Genovese. Albert Anastasia. Sani Glancana, Tony Accanto, un dolce alto 5 metri, Tony Bennett che cantava. Neppure la ruggente New York aveva mai visto fasti simili. -Per Rosalie Profaci Bonanno — ricorda 11 produttore cinematografico — fu il debutto non in società ma a Cosa Nostra. Con quel matrimonio, si sugellò l'unione tra le due famiglie mafiose più potenti degli Stati Uniti. Joe Bananas vi scorse come l'occasione buona per divenire il capo dei capi. Il suo disegno fallì, e dovette riparare in Arizonam. L'assassinio di Albert Anastasia nel '57. in un negozio di barbiere, apri una delle più sanguinose guerre di cosche, che per poco non costò la vita anche al vecchio Bonanno e a suo figlio. Fu In quegli anni, spiega Dellinger. che Rosalie giurò a se stessa che nessuno dei suoi figli (ne ebbe poi quattro) avrebbe seguito le orme paterne. In un'intervista al Washington Post, Salvatore «Bill» Bonanno ha dichiarato di sapere con esattezza quando scoppiò la rivolta della moglie, quella che definisce -la americanizzazione di Rosalie.. 'Era il '69 — ha raccontato — e io rischiavo una condanna di 15 anni al carcere. Rosalie mi affrontò: mi sono iscritta all'università, mi disse, mi specializzerò in computer. Lavorerò e mi renderò economicamente indipendente. 1 nostri figli li alleverò come voglio io. La guardai uscire: la aspettava in macchina un suo compagno di facoltà. Non era più la ragazza siciliana che avevo conosciuto. Capii che il mio primogenito sarebbe stato molto diverso da me e da mio padre. Mi occorsero anni per accettare questa realtà, e farla accettare al babbo-. Come si concluderà col ricevimento in onore di Joseph Gregory Bonanno e Kathleen Milo alla «Montagna d'Ombra.., cosi 11 film «La storia di una moglie della mafia» si aprirà con quello delle nozze di Salvatore Bonanno e Rosalie Profaci all'Hotel Waldorf. Dellinger definisce l'odissea trentennale della protagonista «te vita che imita l'arte; una saga che neppure Mario Puzo. il romanziere della Onorata Società, sarebbe riuscito a immaginare. E' convinto che altre donne di mafiosi seguiranno l'esempio di Rosalie. 'Il loro sogno è quello di tutti gli immigrati — osserva —. Il figlio medico, o architetto, integrato nel costume Usa, la conquista della normalità e della rispettabilità, un'esistenza serena, una morte naturale-. Il produttore cinematografico ha già portato sugli schermi una storia analoga, quella di Antoinette Glancana. la prima figlia di Sam Giancana, il «don» di Chicago, la città di Al Capone. L'ha ricavata dalla sua autobiografia, «Una principessa del la mafia», affidandola alla in terpretazione di Susan Lucci e di Tony Curtis. Per 40 anni, Antoinette ha vissuto all'ombra paterna, sposando un mafioso, gravitando nel mondo di Cosa Nostra. L'assassinio di Sam Giancana. un amico di Frank Sinatra, all'inizio degli Anni Sessanta in contatto anche col presidente Kennedy, l'ha spinta alla ribellione. Oggi cinquantenne. Antoinette si è rifatta una vita. Il suo libro è stato un best seller, e insieme col film ha contribuito a scuote re molti matrimoni mafiosi. La Onorata Società rispetta le sue donne, forse anche perché non conoscono troppi segreti, non sono quindi in grado di tradire. Ma quelle che le hanno dichiarato guerra, in modi diversi, rischiano di indebolirla. Antoinette Giancana sta preparando un secondo libro, e a Rosalie Bonanno, che ne trarrà uno dal soggetto del suo film, hanno telefonato e scritto per chiedere consiglio molte altre mogli della mafia, «il salto generazionale — dice Dellinger — è incredibile. I vecchi "don" hanno sposato donne che non erano state esposte alla cultura Usa, ma che vivevano ancora in una sorta di medioevo siciliano. I nuovi, i cinquantenni e quarantenni, hanno sposato donne passate a volte attraverso il femminismo, e imbevute comunque del credo sociale americano. Non a caso, la nuora di Rosalie è figlia di una maestra e un professore.. Il «capofamiglia» mafioso che non sa farsi rispettare in casa — perché è cosi che la vedono i «pezzi da novanta» — non può neppure esercitare la massima autorità a Cosa Nostra. Se Salvatore «Bill» Bonanno è saggio, finirà per ritirarsi e lasciare ad altri il comando della «Famiglia» criminosa. Dellinger non lo esclude: la cosca Bonanno è sempre stata poco ortodossa, hanno pubblicato un'ampia biografia sia il vecchio che il figlio, quest'ultimo l'ha significativamente intitolata «Onora il padre tuo». Nicholas Pileggi, un ex giornalista del New York Times che produrrà per Hollywood «Il Padrino, parte in», ha riassunto il dilemma coniugale dei moderni «uomini dì rispetto» — e numerosi altri — in un libro spiritoso intitolato The wiseguys. i furbi. I veri furbi, ha concluso, non sono quelli tipo Jack Nicolson ne «L'onore dei Prizzi». ma quelli che cedono alle pressioni delle mogli. Ennio Caretto