Craxi spera nell'aiuto Urss di Marcello Sorgi

Craxi spera nell'aiuto Urss Il presidente del Consiglio in Sicilia parla del Mediterraneo Craxi spera nell'aiuto Urss Nessun accenno ufficiale alla proposta dì Gorbaciov, ma si ritiene che Mosca potrebbe agire da «calmiere» «Gheddafi ha cercato di colpire una nazione amica» - Aerei militari su Marsala: «State tranquilli, sono i nostri» DAL NOSTRO INVIATO RAGUSA — .Mi domando se il colonnello Gheddafi, quando ha deciso di schiacciare il bottone per lanciare due missili contro Lampedusa, aveva ben riflettuto sul fatto che compiva un atto di aggressione contro una nazione amica, primo partner economico della Libia, e solo acquirente del petrolio libico. Le cose che Gheddafi ha detto a Tripoli per giustificarsi sono prive di fondamento. Sa perfettamente che gli aerei americani non sono partiti da basi italiane. Noi abbiamo fatto bene a tenere i nervi a posto, ma lo abbiamo avvertito: non accetteremo altre asiani di guerra, risponderemo con mesci militari per difendere anche il più piccolo lembo del nostro territorio. Spero che abbia capito*. Secca, dura. Inequivocabile, la risposta di Craxi all'ultimo discorso del dittatore di Tripoli arriva da Trapani, nel bel mezzo del secondo tour preelettorale del presidente del Consiglio in Sicilia. Da Marsala a Ragusa, nell'area sud-orientale dell'isola. Craxi ha toccato con mano la paura ancora viva nella gente per la rappresaglia libica al raid americano contro la Libia. Craxi l'ha avvertita a Marsala, quando il rombo di un aereo militare Italiano sul mare ha gelato 11 pubblico che aspettava la posa della prima pietra di un monumento commemorativo dello sbarco dei Mille (un edificio destinato a ospitare un museo dell'epopea garibaldina, a forma di grande nave a vela, con l'Eroe dei Due Mondi sulla prua). «State tranquilli, sono i nostri; ha sorriso il presidente del Consiglio, per sdrammatizzare. Poi. in tutti e tre 1 discorsi pronunciati tornato sui timori per erdurante tensione nel li terraneo. • Bisogna farla finita con il terrorismo internazionale — ha detto a Trapani, nell'affollato cinema Ariston, davanti a un uditorio con molti giovani ed esponenti non solo socialisti della classe dirigente cittadina —. / Paesi del Mediterraneo devono vivere in pace. Invece si rimbalzano colpe e accuse, alcune sospette, altre provocate. Occorre tornare alla normalità*. E quando, sull'aereo che lo portava da una costa all'altra dell'isola, gli è stato chiesto se l'offerta di una consultazione bilaterale sul problemi del Mediterraneo inoltratagli da Gorbaciov contenga qualche segno di distensione, ha risposto in tono preoccupato: •Il quadro generale dei rapporti Est-Ovest non è incoraggiante, il negoziato ancora non decolla*. SI è fermato un attimo, da un finestrino ha indicato la base Nato di Slgonella (più avanti, nella zona ad alta concentrazione militare della Sicilia, c'è Comiso): •I missili sono lì. Se fosse andata avanti la nostra idea di accordi parziali in attesa di affrontare le questioni più difficili, anche questi sarebbero potuti rientrare in un discorso di disarmo progressivo. Ma per ora non è cosi. Ginevra rischia di fallire*. Legato a questo aspetto più generale è il problema del terrorismo: «Tutti devono essere coscienti che la pace non si persegue con la violenza — ha aggiunto Craxi in serata a Ragusa —. Il metodo del terrore semina solo odio, non risolve alcun problema, non offre alcuna soluzione e dunque non ha giustificazione. Questo monito lo eleviamo contro i volti anonimi di chi si fa strumento di altrui disegni, ma soprattutto contro chi arma, finanzia e organizza i gruppi del terrore*. Dunque, non soltanto Gheddafi (con il quale tuttavia i rapporti restano tesi, e •inutile in questo momento' anche l'ipotesi di un incontro). Ma pure la Siria e certe frange palestinesi, come 'questo Abu Nidal. venuto in Europa ad assassinare giordani e palestinesi e cittadini innocenti di altri Paesi*. Quanto all'Urss. Craxi non ha fatto alcun accenno esplicito, ma la sua richiesta è che Gorbaciov agisca da • calmiere* nello scenario mediterraneo. «Occorre porre fine alle assurde minacce che sono state rivolte anche contro di noi*. ha insistito il presidente del Consiglio. Nell'insieme, -è po¬ sitivo il fatto che Gheddafi. negli ultimi suoi discorsi, non le abbia riproposte*. C'è un ripensamento? .E' presto per dirlo. Si deve passare necessariamente per una fase dt osservazione, soprattutto sul terrorismo, che è ciò che allarma gli osservatori europei*. In una giornata dedicata principalmente ai problemi internazionali, è rimasto poco spazio per le questioni interne. Pur non risolto, il duello con De Mita sembra scemare: *Io ho fatto polemica su un problema che esiste. Se non mi si risponde, se si fa finta di niente, saranno i fatti a dire chi ha ragione*. Come quando, ha ricordato Craxi. • io aprii un discorso sul leninismo, e i comunisti ridussero tutto a un dibattito culturale su Proudhon, ma poi, due anni dopo, di leninismo tutti hanno smesso di parlare*. Quel che si capisce è che Craxi non ha alcuna voglia di lasciare Palazzo Chigi. Punta sulla .stabilità* di questo governo e su un rimpasto da farsi a breve, magari in contemporanea -a quello che Bearzot farà sulla Nazionale per il "Mundlal"*: insomma, specie se i risultati lo incoraggeranno, dopo le elezioni, E se De Mita (o chi per lui) dovesse insistere sulla richiesta di Palazzo Chigi. Craxi risponderà sul piano istituzionale. Con due proposte che. è facile immaginare, difficilmente la de potrà accettare: porre direttamente agli elettori il problema della scelta del capo del governo (con il rischio di una gara fra diversi candidati e di una vittoria determinata non dalle percentuali, ma dalle effettive probabilità di comporre una coalizione): oppure far cercare al candidato apertamente la maggioranza in Parlamento (con presumibili riserve e resistenze degli alleati minori). Marcello Sorgi vf