Preludio al duello per l'Eliseo di Barbara Spinelli

Preludio al duello per l'Eliseo Preludio al duello per l'Eliseo Segue dalla 1' pagina amenti burocratici, c aveva promesso di liberalizzarne amministrazione. Voleva rompere non solo con il socialismo prima maniera, ma con la tradizione giacobina della Francia di De Gaulle. Cosa è restato dei suoi iniziali progetti? Una liberalizzazione claudicante dei prezzi e dei cambi, un timido calendario di privatizzazione delle industrie nazionalizzate, una promessa vaga di riduzione delle tasse. E un metodo prettamente tecnocratico di gestire la cosa pubblica. Le uniche leggi forti che ha deciso di attuare hanno in verità poco a che fare con il liberalismo e sono piuttosto impregnate di ideologia privatistica, egoistico-provinciale, e niente affatto manageriale. E' il caso del disegno di legge sull'audiovisivo, che prevede la privatizzazione del Primo canale della televisione statale, la grande vendetta contro Berlusconi, e che poco si cura della qualità dell'ormai rattrappito settore pubblico. Ed è il caso soprattutto della legge sull'immigrazione e la sicurezza, che resuscita una Francia xenofoba e repressiva Una Francia che non ambisce a risolvere ma a rimuovere il problema della difficile mescolanza di nazionalità e di lingue sul territorio nazionale. Bisogna sottolineare qui che Chirac tiene conto di un desiderio profondo dei francesi, e vi si sottorr..-tte. O meglio registra un suo matlmostoso malumore nei confronti degli stranieri — arabi, ma anche asiatici — e a suo modo argina il razzista Le Pen. Cosi come tiene conto del fastidio suscitato dalla ctelc-spaghetti» di Berlusconi: fastidio che non è solo originato dalla cattiva qualità del prodotto ma ha anche precise tinte xenofobe. Nell'audiovisivo come sull'emigrazione, Chirac sembra però credere in ricette semplici, in tecniche minuziosamente elaborate nei ministeri. E' più facile togliere potere ai giudici e concentrarlo negli uffici della polizia, se si vuol subito ottenere qualcosa nel settore dell'emigrazione. E' più facile stabilire in maniera rigida le quote-parti degli acquirenti del canale pubblico televisivo (e ridurre al minimo le partecipazioni straniere). Sarà più facile, ma di certo non e questo il liberismo. . E' a questo punto che emerge, statuaria, la figura di Mitterrand presidente. E astuta è la sua strategia, almeno per il momento. In poche settimane, il capo di Stato socialista ha infatti mutato' le regole del gioco della coabitazione. Al momento attuale si limita a /■deplorare'), a esprimere le sue «estreme risene». Non cerca di spartire il potere. Anzi si direbbe che fa di tutto per perderlo. I sondaggi dicono che il potere esecutivo è tutto intero nelle mani di Chirac, e ciò no¬ nostante esaltano l'azione del Capo di Stato. I francesi vedono in lui un Padre equanime, fedele alle sue convinzioni e tuttavia responsabile. Attento, più di altri, al prestigio internazionale della Francia. La sua reputazione di uomo socialista si appanna, e il suo magistero morale si rafforza man mano che si accentua la sua solitudine e impotenza. Anche Mitterrand vive sui sondaggi, come Chirac. Esiterà a lungo, prima di interrompere la coabitazione. Aspetterà che l'ideologia di Chirac si infranga sulla realtà economica, come e accaduto ai socialisti nell'83. E prendendo il suo tempo, cerca di incarnare una Francia più contraddittoria di quella interpretata dal Primo Ministro. Una Francia che si provincializza, che pensa ai suoi quattrini come gli avari di Balzac. Che si (privatizza». Ma che ha bisogno di credere nella propria immagine positiva, fuori dalle frontiere. E' su questo orgoglio nascosto della Nazione che Mitterrand ha forse deciso di puntare, per meglio vincere il prossimo duello presidenziale. Barbara Spinelli ROMA — 8ul trasferimen to del comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Cosenza maggiore Dima sono state presentate alla Camera due interrogazioni da parte di deputati comunisti e dell'on. Bellusclo (psdi)

Luoghi citati: Cosenza, Francia, Roma