Danimarca, il giorno della vendetta

Danimarca, il giorno della vendetta Danimarca, il giorno della vendetta DAL NOSTRO INVIATO QUÉRETARO — Per capire ti clima bisogna sapere una storia. Negli ultimi 14 anni, ogni volta che la Danimarca ha chiesto di giocare in amichevole con la Germania ha sempre ricevuto un rifiuto. Con fredda cortesia e buscando scuse i tedeschi facevano capire ai questuanti che sì, era un onore e un piacere, ma dovevano declinare lofferta perché la partita non avrebbe dato lustro al loro blasone. Ben altro ci voleva per i superbi cavalieri teutonici. I danesi erano dei poveretti, insomma, dei dilettanti incapaci, andassero un po' a scambiar calci e calcìoni con Il Lussemburgo o l'Islanda. Questo dal lontano 1972, quando vinse la Germania per 3-1 e giocava ancora Beckenbauer. Trattati per anni come una banda di mercenari sema onore e bandiera, evitar! come mendicanti alla soglia del ricco, i danesi giocheranno oggi per difendere e imporre la loro dignità di seri professionisti del caldo. Il soldo non c'entra, anche se hanno già guadagnato 25 mila dollari per II passaggio del turno e ne avranno 50 mila se vinceranno Il Mundlal. •Mostreremo ai tedeschi com'è bella la nostra bandiera-, ha detto Morten Olsen, forte e fiero come ti capitano di un vascello in tempesta. E Klaus Berggreen ha aggiunto, con sottile e sprezzante Ironia: «Ad una cosa dovremo stare attenti, a non prendere calci*. Questo è II clima fra l danesi, orgoglio e allegria, emozioni e pensieri espressi al mon¬ do alla calda luce del sole. Sono arrivate anche le mogli, serenità più completa, anche se la signora Arnesen è subito finita a letto con la febbre a 40 con somma preoccupazione del marito che potrebbe anche decidere di non sfocare. / tedeschi invece vivono nel buio, fra congiure di palazzo e manovre di corridoio. Affilano i coltelli in privato e fanno pace in pubblico, con scuse che non convincono e spiegazioni che non chiariscono. Il caso Rummenigge, con i suoi desolanti risvolti e le sue speculazioni gtornallsttclie. è solo l'ultimo di una lunga serie dt episodi che ha spezzato una squadra In tante bridole dt personali egoismi. Seminate la deuta e volete veder nascere la spiga, scriveva Machiavelli. I danesi ridono: qual è adesso la ciurma allo sbando? Ieri mattina Rummenigge si é allenato con le riserve, sembrava un estraneo in poco allegra vacanza. Di umore tetro dopo le riunioni della notte con i congiurati del Colonia ed ti patetico tentativo di mediazione del dirigenti, l'attaccante non ha fatto commenti. In serata, durante la conferenza stampa alla Manston Galtndo, non si è neppure fatto vedere, come Schumacher, il nemico numero uno di Rummenigge Insieme a Ltttarski e Allofs. Il quale ultimo, pur con mezze frasi, ha confermato che qualcosa non va all'Interno della squadra. Non ha detto cosa, ma questo lo sappiamo tutti. Kaiser Franz Beckenbauer, rigido come se avesse appena man giato una scopa, ha invece ignorato l'argomento, segno inequivocabile che c'è del marcio in Germania, non in Danimarca. Tutto tranquillo. Ila detto, sperando che qualche anima pia gli credesse. E Rummenigge, giocherà o no? La nostra impressione è che vada In panchina e non In campo, anche se lui si è dichiarato pronto e guarito. Sepp Piontek, da parte sua, ha detto chiaramente che vuole rimanere a Quéretaro, cioè vincere II girone. Non gradisce il clima di Monterrey. troppo umido, preferisce l'altura al calore: .La nostra preparazione è stata perfetta, anche se in Danimarca non abbiamo montagne. Abbiamo lavorato con la maschera ad ossigeno e poi siamo stati in Colombia. Devo però ammettere che finora abbiamo avuto fortuna: non sappiamo cosa sia il caldo del Messico. Contro l'Uruguay mi sono piaciute le punte, un po' meno la squadra che ha giocato con poco ritmo ed ha commesso qualche errore tattico. Non ci è parso che Sepp Piontek, tecnico senza macchia e paura, intendesse usare il lamento come pretattica. In realtà Bertelsen è un uomo chiave nel dispositivo tattico danese. c. co.