«Sceriffi» di Viù, 4 condanne di Claudio Cerasuolo

« Sceriffi » di Viù, 4 condanne Davanti ai giudici tre carabinieri accusati di calunnia e violenza e i titolari di dodici aziende imputati di frode fiscale « Sceriffi » di Viù, 4 condanne 3 anni e mezzo al brigadiere (scarcerato) - A un militare e al confidente 2 anni e 4 mesi - Per il «pentito» 1 anno e 5 mesi - Venti milioni di risarcimento, alla parte lesa, un piccolo imprenditore Tre anni e mezzo di carcere per il brigadiere dei carabinieri Domenico Fattore, rimosso dal grado ma rimesso in libertà (era l'unico ancora detenuto), 2 anni e 4 mesi al carabiniere Francesco Calabrese, e al confidente Matteo Vinardi. 1 anno e 5 mesi per il carabiniere .pentito» Antonino Cutrone: questa la sentenza emessa poco prima della mezzanotte dai giudici della VI sezione al processo per calunnia e violenza del quartetto nei confronti di un imprenditore di Viù, il geom. Francesco Fassio. Gli imputati dovranno anche risarcire con una provvisionale di 20 milioni i danni fisici e morali subiti dalla parte lesa (assistita dall'avv. Minni). I fatti sono stati cosi ricostruiti davanti ai giudici. Tra Fassio e Vinardi. che in passato aveva lavorato per l'impresa del geometra, non corre più buon sangue. Fassio lo accusa di essere un -leccabandoliere». I! brig. Fattore, fin da quando è arrivato a Viù a comandare la stazione, ha preso in antipatia il geometra, colpevole di oscure manovre che mettono in discussione la sua autorità. Il 2 aprile '84. a tarda sera, lo sceriffo manda i suoi sgherri e il Vinardi a catturare il geometra: -E' ubriaco, andatelo a prendere e portatemelo qui*. Fassio intuisce la trappola, non fa resistenza, mette le mani sul tetto dell'auto: -Se sono ubriaco, arrestatemi ma la macchina la guidate voi*. Non appena varca la soglia della caserma c'è pronto ad aspettarlo il brigadiere: piovono pugni e calci, mentre i componenti della spedizione punitiva stanno a guardare. Fassio finge di avere un col lasso per fermare la violenza scatenata dello sceriffo. Il quartetto è deciso ad andare avanti. Il brigadiere comunica con un fonogramma l'arresto del geometra per guida in stato di ubriachezza. porto abusivo di un coltello, trovato nell'auto, e di un'arma. Telefona ad un superiore che gli chiede 11 tipo dell'arma: . Un revolver, risponde Fattore, perché sa che il geometra ne possiede uno. Oc- corre trovare un'arma da mettere nell'auto del colpevole. E la mattina dopo i congiurati continuano a tessere le loro trame. Il brigadiere si reca alla stazione di Lenii, dove preleva una pistola. Tornato in caserma, il maresciallo di Leinl gli telefona intimandogli di restituire la pistola e di -non fare fesserie». Fattore rinuncia al progetto originario e con le chiavi di casa dell'arrestato fa una visitina nel suo appartamento dove, seguendo le indicazioni del carabiniere Calabrese, trova il revolver sull'armadio della camera da letto: Fassio ormai è incastrato. Ma un anno dopo, mentre si sta per celebrare il processo a suo carico, il carabiniere Cutrone si pente, confida al nuovo comandante della stazione il peso che ha sullo stomaco, partono le indagini e la verità viene a galla. Claudio Cerasuolo

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