Fatture fasulle giro per oltre un miliardo

giro per oltre un miliardo giro per oltre un miliardo La caccia agii evasori e ai frodatori del fisco, da parte della procura della Repubblica, non conosce soste. Ieri, un'altra dozzina di titolari d'azienda sono comparsi in tribunale accusati di aver emesso o utilizzato fatture fasulle per oltre un miliardo. La tecnica utilizzata per nascondere introiti, e quindi pagare meno imposte, è ormai collaudata. Per abbassare l'imponibile le aziende hanno bisogno di dimostrare dei costi fasulli. Come fare? E' necessario trovare altre società disposte a emettere fatture, in cambio di denaro (di solito il 18 per cento del valore, la cifra che dovrebbero versare per l'Iva), per lavori mai fatti. Queste ultime, in genere, sono società molto piccole, a volte in cattive acque, che riescono a incassare denaro vendendo un pezzo di carta. Il rischio di venire smascherati è altissimo: è sufficiente che la Guardia di Fi- nanza scopra una sola delle società che utilizzano o -vendono» fatture fasulle per risalire, come gli anelli di una catena, a tutte le altre. Tra gli imputati comparsi ieri davanti ai giudici della 4' sezione (pres. Mitola, pm Patrono), ci sono Giuseppe Salice. 57 anni, titolare dell'omonima azienda di impianti elettrici ed elettronici, e Giacomo Bosso, 64 anni, responsabile delle società .-Fisi» e -Fister», produttrici di serrature e accessori per auto, i quali, secondo l'accusa, avrebbero utilizzato la maggior parte del miliardo di fatture fasulle scoperte. Anche Albino Sento. 52 anni, della -Iteci» (impianti elettrici). Michele Piazzolla, di 57, titolare dell'omonima ditta, e Roberto Falcherò, 37 anni, della «Gifa», avrebbero utilizzato fatture false emesse dalla -Ccm- di Antonio Cerutti. dalla -Vi.Gl.» di Giacomo Viscardi, dalla «Prisma» di Pietro Zaccagninl, dalla ditta di Vittorio Turco e dalla «Codescato» di Ruggero Piazzolla. Sul banco degli imputati siedono anche Giuseppe Giudice, 40 anni, dipendente delia Fist, e Giovanni Sacco, 39 anni, via Villa della Regina 7. Sacco è dal febbraio scorso in carcere perché coinvolto in una vicenda di spaccio di droga. Secondo l'accusa, Giovanni Sacco, socio nella «Artigiana Brevetti» di Asti, avrebbe avuto un ruolo centrale in tutta la vicenda mettendo in contatto fra loro, in cambio di una percentuale, le società. n tribunale, dopo aver respinto l'eccezione sollevata dal difensore del Sacco, avv. Ricucci, secondo 11 quale il decreto di citazione era nullo perché incompleto, ha rinviato il processo al 1° ottobre. * I carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Ri-, voli hanno arrestato Giuseppe Barrla, 50 anni, via Petrella 28, Torino, mentre stava rubando materiale

Luoghi citati: Asti, Torino