E' morto il collega Domenico Garbarino

E'morto il collega Domenico Garbarono E'morto il collega Domenico Garbarono Stroncato da infarto mentre tornava al giornale E' morto Domenico Garbarino. nostro collega in Cronaca. Lo ha stroncato un infarto, per strada, mentre tornava da una lunga seduta del Consiglio regionale. E' morto, forse, come lui voleva, sul lavoro. Pareva presago della sua fine, dopo che di recente esami in ospedale avevano accertato gravi disfunzioni cardiache. Era stato invitato a prendersi un po' di riposo. Ma la risposta era stata: -No, la mia vita è il giornale*. Ieri aveva telefonato poco dopo le 17 da Palazzo Lascaris: -La seduta è finita, arrivo e metto giù il pezzo*. Un'altra telefonata alla moglie, un breve saluto, poi è salito sulla sua Panda rossa. S'è sentito male in corso Re Umberto, all'altezza di corso Matteotti: ha avuto solo la forza di fermarsi e di accostare l'auto sulla destra. Un tramviere lo ha trovato riverso sul volante e ha chiesto aiuto: non c'era più nulla da fare, inutile 11 ricovero all'ospedale Mauriziano. Parliamo di Domenico Garbarino qui, nello spazio che era destinato alla sua cronaca del Consiglio regionale. Un doveroso omaggio al collega, preciso e documentato, ma anche all'uomo, pieno di interessi, al marito attento, al padre affettuoso. Domenico Garbarino avrebbe compiuto 62 anni fra pochi giorni (era nato il 21 giugno del '24 a Cari- gnano e sottolineava, più volte, con orgoglio, questa sua origine). Dopo la laurea in lettere e filosofia (110 e lode) aveva cominciato a frequentare il mondo del giornalismo. Erano anni di fervore, per Torino, collaborò con il Popolo Nuovo fucina di cronisti. Diventato professionista nel '53. fu assunto alla Gazzetta del Popolo. Cronista e poi capocronista, guidò numerose battaglie d'impegno civile. Il primo dicembre '67 passò a La Stampa come caposervizio in Cronaca. Si occupava di quella che noi definiamo -cronaca bianca»: la Regione, prima di tutto, con i suoi problemi politici e amministrativi. Puntuali le cronache e sempre stimolanti. Seguiva con passione e competenza il settore della medicina, il mondo degli ospedali, attento alle innovazioni, pronto a registrarne 1 progressi, ma anche a criticare e pungolare. Durante i giorni della paura per la nube di Cernobil portò il suo contributo, rivelando profondo interesse e conoscenza per la chimica e per la fisica, che aveva sviluppato seguendo gli studi dei figli, entrambi laureati in fisica. Aveva, con 11 lavoro, due passioni: la famiglia e la montagna. Quando poteva, saliva in Val Vigezzo per dedicarsi a lunghe passeggiate. Ma sapeva guardarsi attorno e mettersi al servizio degli altri. I lettori ricorderanno Simone Brencella, il bambino affetto da atresia biliare, che La Stampa ha seguito nella sua disperata battaglia contro il male. E' uno dei tanti -casi» scoperti da Domenico Garbarino e seguiti con profonda umanità, ispirata dal suo impegno di credente. Lo ricordiamo severo, qualche volta burbero, ma affettuoso sempre. Avrebbe potuto Insegnare tutto ai più giovani, ma ne rispettava le gelosie professionali e gli entusiasmi, cercando di non far pesare lo spessore della sua esperienza. Alla moglie Ester, ai figli Claudio e Mario le condoglianze di tutta la famiglia de La Stampa.

Persone citate: Domenico Garbarino, Domenico Garbarono, Ester, Lascaris, Simone Brencella

Luoghi citati: Torino