Due ore d'inferno sull' aliscafo di Remo Lugli

Due ore d'interne suiPmiisemio ma ■ ■. ...'.'.sin - Milazzo, nessun disperso in mare, esclusa l'ipotesi di un attentato Due ore d'interne suiPmiisemio ma ■ ■. ...'.'.sin - lì comandante: «Insufficiente l'impianto automatico di spegnimento» - Un passeggero: «Ci hanno detto di salire in coperta, ma senza salvagente» - Le condizioni del mare hanno reso difficili le operazioni di salvataggio DAL NOSTRO INVIATO MILAZZO — Non ci sono dispersi nella tragedia dell'aliscafo andato in fiamme ieri l'altro mentre navigava nell'arcipelago delle Eolie, da Milazzo a Vulcano. Ma un altro episodio, per fortuna senza conseguenze, ha gettato nella paura 132 persone che erano a bordo dell'aliscafo •Freccia d'oro-, sempre della Snav. Noleggiato dalla Siremar per sostituire il «Donatello», da dieci giorni in cantiere per riparazioni, dopo mezzora di traversata da Milazzo a Lipari, il «Freccia d'oro- ha subito un guasto che non gli permetteva di alzarsi sugli alettoni e ha dovuto ritornare a Milazzo. A bordo si sono vissuti momenti di tensione, ma nessun passeggero ha subito danni. Il bilancio della sciagura dell'altro ieri resta quello dato come provvisorio, di tre morti, tutte donne. Si temeva che al momento del disastro ci fossero a bordo persone in soprannumero, come bambi ni al di sotto del quattro anni che viaggiano gratuitamente o qualche passeggero salito senza fare il biglietto. Per scrupolo le ricerche nella zona sono riprese ieri mattina all'alba e sono continuate fino alle 12. Vi parteci pavano una pilotina della polizia, una dei carabinieri e una terza della capitaneria di porto. Fino a una cert'ora della mattinata sembrava che potesse esistere almeno un disperso, ma più tardi anche questa ipotesi è risultata infondata e le ricerche sono state ufficialmente sospese. Qualche giornale ieri mattina aveva erroneamente pubblicato la notizia di quattro morti, perchè i famigliari di una delle vittime avevano fatto portare la salma in cimitero e in tal modo questa era stata da qualcuno contata due volte. Nell'ospedale civile dove mercoledì pomeriggio erano stati ricoverati trenta dei 57 passeggeri, ieri ne erano rimasti soltanto otto, cinque uomini e tre donne. Nessuno è grave, nel giro di due o tre giorni anche loro saranno dimessi, la prognosi più estesa, 40 giorni, è quella per il marinaio Giacalone Accursio, di 32 anni, che si è fratturato una spalla cadendo sul ponte mentre lanciava in acqua gli «atolli., i grossi salvagente attrezzati con corde laterali. L'inchiesta è aperta uffi cialmente, sotto la direzione del sostituto procuratore Vaccara di Messina il quale ha affidato l'incarico di eseguire la perizia tecnica a un ufficiale di «Marisicllia-. L'aliscafo è attraccato a un molo di Milazzo, sotto sequestro. Ci vorrà tempo prima di poter conoscere i risultati ufficiali. Sin d'ora però sembra da escludere qualsiasi ipotesi di attentato. Il vice questore Giuseppe Lo Monaco, che dirìge il commissariato di Milazzo, lo afferma con sicurezza. L'altra sera un passeggero aveva affermato di avere udito un boato, prima di vedere il fumo; ma la sua testimonianza in questo senso è rimasta unica, nessun altro ha udito scoppi, nè prima nè dopo la comparsa del fumo. C'è poi da aggiungere che il mare era a forza quattro, cioè molto rumoroso, con ondate alte, appunto, dai quattro ai cinque metri. Condizioni ambientali che sono poi risultate terribili durante le due ore in cui si sono compiu ti i salvataggi. I natanti di soccorso non riuscivano ad avvicinarsi alla Imbarcazione in fiamme, se non correndo il rischio di collisione. Fra i ricoverati c'è il comandante. Francesco Romeo. 42 anni, colpito da choc e sintomi di assideramento alle gambe per la lunga permanenza in acqua. Racconta: -Nessuno di noi era nella sala macchine, ma in coperta, sulla plancia comando, una spia luminosa e acustica ci ha avvertito dell'incendio. Abbiamo subito azionato l'impianto di spegnimento auto matico, insufficiente, come s'è visto. Ho fermato i motori, ho fatto andare la gente a poppa invitandola alla calma, poi abbiamo tentato di vedere cosa succedeva sotto. Due dei miei, il direttore di macchina Giambattista La Fauci e il motorista Giovanni Millegro, sono scesi attraverso la botola coprendosi bocca e naso con un fazzoletto. Ma dopo un paio di minuti sono stati costretti a risalire per non soffocare. L'incendio, a mio avviso, si era propagato per un corto circuito che aveva bruciato dei fili e poi si era propagato al soffitto del loca le estendendosi alla parte superiore*. Quando l'incendio avvolgeva ormai tutto lo scafo, il comandante restava bloccato con due passeggeri a prua, | Nella sala di sotto coperta c'era un'intera' famiglia, i Montresor di Verona, che erano diretti a Vulcano per una vacanza: Massimo di 27 anni, macchinista delle Ferrovie dello Stato, la moglie Paola di 25 anni, in attesa di un bimbo, il padre Fabio, la mamma Luciana, la sorella Stefania. Ora sono tutti ricoverati in ospedale, in condizioni abbastanza buone, però senza un capo di vestiario perchè tutti 1 loro bagagli sono andati bruciati, Massimo racconta che a un certo punto la sala si è riempita di fumo. -Il personale ha aperto gli oblò.e ha detto di non preoccuparci. Poi ci hanno invitati a salire, ma senza dirci di munirci dei salvagente che erano sotto i sedili e che lì sono rimasti*. Il gruppo famigliare sale in coperta come gli altri, ma quando viene dato l'annuncio di buttarsi in acqua soltanto Massimo, la madre e la sorella si lanciano: la moglie e il padre, che non sanno nuotare, rimangono a bordo. -Momenti di angoscia indicibile — racconta il ferroviere.— Io riesco a raggiungere un battolino da bimbo, ma non appena lo afferro le onde mi portano lontano. Quando arriva in soccorso' l'aliscafo Freccia di Sicilia e si ferma per incominciare a'raccoglie re i naufraghi, io Urlo di andare a salvare quelli che sono ancora sul battello in mezzo alle fiamme. E infatti llmbarcazione va viclno.al nostro scafo e lancia una gomena che mio padre afferra e annoda a una ringhiera. Mia moglie scende lungo la corda che sfiora l'acqua, però a un certo punto le onde distanziano i due aliscafi, la corda si tende e si alza con uno strattone e Paola precipita in acqua. A questo punto dalla nave giun ta in soccorso si lancia un passeggero, la raggiunge a iiuoto e la salva*. Remo Lugli Milazzo. Paola e Massimo Montresor, sposi in viaggio di nozze, scampati alla sciagura dell'aliscafo

Persone citate: Francesco Romeo, Giacalone Accursio, Giambattista La Fauci, Giovanni Millegro, Giuseppe Lo Monaco, Montresor, Vaccara