La Cinq mette in onda la rivincita di Enrico Singer

La Cinq mette in onda la rivincita Ricorsi in tribunale e la richiesta di un maxirimborso contro la revoca della concessione La Cinq mette in onda la rivincita n socio ili Berlusconi: nessun imprenditore rischierà più in Francia - Cresce la protesta per la riforma PARIGI — La Cing si difende e contrattacca. Il network franco-italiano, condannato dalla rivoluzione televisiva del governo Chirac, contesta una sentenza che definisce non solo ingiusta ma .inammissibile, in uno Stato di diritto. Si dichiara pronto a sostenere lo scontro con tutti i mezzi: dalle aule di tribunale (dove ha già presentato un ricorso) alle telecamere (attraverso le quali vuole spiegare al pubblico le sue ragioni). E se dovesse perdere la prima battaglia (e la concessione), è deciso a candidarsi per succedere a se stesso. Silvio Berlusconi e i suoi due soci francesi, insomma, non si danno ancora per vinti. E' stato Jerome Seydoux. presidente della società «France-Cinq». a presentare i piani del gruppo dopo una notte passata a studiare la legge varata mercoledì dal Consiglio dei ministri. E. soprattutto, quell'articolo 108 che scioglie 11 contratto di concessione (accordato appena sei mesi fa dal governo socialista) con un'operazione che l'ex ministro della Cultura Jack Lang non ha esitato a definire un .happening giuridico.. Anche la strategia della Cinq parte dalla stessa considerazione: un impegno dello Stato non può essere considerato un pezzo di carta. .Quale imprenditore privato — si è chiesto Seydoux — si fiderà ancora di investire in Francia?'. Per di più, la concessione (di 18 anni) alla Cinq è passata già all'esame del Consiglio di Stato che, in aprile, l'ha giudicata nel suo insieme corretta. Una sola disposizione è stata annullata: quella sul numero dei film da trasmettere per anno. Ma anche questa prima sconfitta del network franco-italiano, adesso, si è trasformata in un'arma. Il «tetto» del film doveva essere rinegoziato con il governo e Seydoux ha rivelato ieri che per quattro volte la Cinti ha chiesto, in¬ vano, un incontro con il nuovo ministro della Cultura. E che ora ha presentato un ricorso alla magistratura. Quella di dimostrare l'illegalità dello scioglimento della concessione è la prima fase della strategia della Cinq. La legge deve ancora essere approvata in Parlamento: potrebbe essere modificata. Per questo sarà lanciata un'operazione-immagine con trasmissioni in tv e dossier inviati a tutti i deputati e i senatori. Ma ci sono anche altri mezzi di pressione. Il più importante è l'indennizzo che lo Stato francese sarà costretto a versare alla società franco-italiana: «una cifra valutabile in miliardi di franchi.. ha detto Seydoux (Berlusconi aveva parlato di 1200 miliardi di lire). Secondo il presidente di «France-Cinq». sarebbe ingiusto farla pagare ai contribuenti prelevandola dalle casse pubbliche. Ecco, allora, la seconda fase della strategia: .l'indennizzo potrebbe essere a carico dei nuovi concessionari della Cinq.. Una proposta con un doppio obiettivo: creare un barrage agli altri candidati e convincere il governo a preferire l'offerta che gli attuali proprietari della tv, comunque, intendono presentare. Questa, per Seydoux, è l'ultima spiaggia: se la legge sarà approvata cosi com'è, se la Cinq sarà spenta («e sono in gioco anche i posti di lavoro di 700 persone.), il gruppo franco-italiano sarà di nuovo in corsa. Sia pure con una struttura diversa. Allargata: dal momento che la riforma limita al 20 per cento la presenza di capitale straniero (oggi Berlusconi ha il 40 per cento) e al 25 quella delle quote degli altri soci (ora il tandem Seydoux-Riboud ha il 60 per cento). Una modifica della struttura proprietaria che potrebbe essere la chiave di un compromesso. Potrebbe spuntare, o almeno attenuare, la «vendetta» che Chirac aveva annunciato contro gli .amici di Mitterrand, già prima delle elezioni del 16 marzo. E' difficile prevedere quali prospettive di successo abbia la controffensiva della Cinq. Certo, la rivoluzione televisiva si sta rivelando, già dalle sue primissime battute, un terreno minato per il governo. E i problemi non arrivano soltanto dal fronte del neonato network franco-italiano. C'è l'annullamento dei con tratti per il satellite (sembra che il consorzio euoropeo di cui fa parte anche Berlusconi potrebbe ottenere il satellite tedesco, «beffando» i francesi). E c'è la privatizzazione di Tf-1 (il più grande dei tre canali pubblici), il vero punto caldo della nuova legge. Anche questo «fronte» si sta or ganizzando: i sindacati dei giornalisti e dei tecnici han no annunciato ieri uno sciopero di tutto il settore audiovisivo per il 20 giugno. Enrico Singer

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