Tutti i Galli d'Italia
Tutti i Galli d'Italia Tutti i Galli d'Italia sempre il sottosegretario Galli che, anche se arriva un missile, si sposta gentilmente. Dicono i tifosi della politica italiana: ma non si potrebbe cambiarlo, questo Galli? Rispondono come ha fatto Bearzot: non si può agire sull'onda di un'impressione, cedendo a una futile animosità, ogni cosa ha un ordine, anche negli errori. (Però il Galli della politica è ormai in porta da Porta Pia). Mercoledì 11, cuore di Milano. Un messo di un'importante Casa d'aste milanese s'è fatto ricevere dal Presidente della Regione Piemonte. Messo: rHó da proporle un acquisto eccezionale, un affare più importante di quello, sfumato, del Pelltzza da Volpedo, un quadro veramente simbolico e legalo alle virtù di questa terra*. Presidente: «Im Fiumana anticipava il Quarto Stato del pittore alessandrino, il popolo in marcia. Non so immaginare di più». Messo: «Un quadro del romantico Francesco Hayez, il Tocco che anticipa il celebre Bacio purtroppo a Brera. L'amore è più importante della politica, lo lasciava capire anche Marx». Presidente: «Ma il Piemonte che c'entra?». Messo: «Il Piemonte diede il Tocco, l'alto d'amore per fare l'Italia». Presidente: «Quanto chiedete?». Messo: «Sei miliardi più tasse per un Hayez sconosciuto». Presidente: «Ho fatto i conti. A malincuore, no». Messo: *E così vi farete superare ancora una volta dal grande cuore di Milano. All'asta qualche mecenate offrirà sei miliardi e mezzo e donerà a Brera un quadro che eternerà promozionalmente il suo nome. Come è successo agli acquirenti della Fiumana, il gruppo Sphynx, no. Linx, no, Brill, no...». Presidente: «Rex, Burg, Soap, la Consob...?». Messo: «Accidenti». Giovedì 12, i punti grigi. Torna l'estate con i suoi appuntamenti culturali e turistici; con i suoi ricatti: se non hai un festival che città sei? Manca, nel panorama euforico, l'effimero che caratterizzò le feste di massa delle scorse estati di sinistra. E' bastato il cambio delle giunte ad archiviarlo. D'altra parte, che effimero sarebbe stato, se fosse durato molto? Rimangono le buone iniziative dei Comuni, giardini e parchi, i «punti verdi» di cara memoria, trasformati in luogo di spettacolo. Come se le città cercassero in qualche modo di camuffarsi, modificando Y habitat, sostituendo almeno le apparenze. Ma, certo, sarebbe coraggioso dedicarsi d'estate al proprio brutto vestite, magari per migliorarlo: un programma di «punti grigi». Si va tutti, di sera in sera, nei punti più squallidi della città e si studia la situazione: perché non piantare degli alberi in questa bruttissima piazza? Perché non dipingere la parete nuda di questa casaccia al crocevia? Perché non adornare stabilmente di festoni luminosi questo viale che sembra la gola dell'inferno? E i Comuni potrebbero anche trasformare i bilanci dell'ex effimero in lavori pubblici.
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