Due Laudrup nella vita di Olsen

Due Laudrup nella vita di Olsen Il capitano della Danimarca giocava già in Nazionale con il padre di Michael Due Laudrup nella vita di Olsen L'esperto giocatore compirà trentasette anni il 14 agosto - «Sarebbe bello chiudere giocando la finale col Brasile» DAL NOSTRO INVIATO QUERETARO — Quando vuole prendere in giro Laudrup, con molto affetto si capisce, il vecchio Morteti Olsen gli dice ridendo: «Caro Michael, tu sei bravo, corri forte, hai un bel dribbling: ma tuo padre, tecnicamente, era meglio di te». Morten Olsen, che compirà 37 anni il 14 di agosto, parla con esperienza delle cose. Ha infatti giocato in nazionale con il papà di Michelino, Finn Laudrup, che è di soli tre anni più anziano e che segnò, Morten ricorda, un gran gol in Danimarca-Scozia 4-1, lontano 1972. Basta questo, crediamo, per far capire cosa sia per la Danimarca Morten Olsen, capitano di ventura senza macchia e paura. Morten Olsen è nato a Vordinborg, nella regione di Sjaslland, dove possiede un negozio di vernici e dove si ritirerà, lui dice, se alla fine del Mundial chiuderà con il calcio. Arie Haan, il manager dcll'Anderlecht, la squadra-di Morten, gli ha portato pochi giorni fa una brutta notìzia: la società belga non intende rinnovargli il contratto, il vecchio Olsen è libero di riprendere la strada dell'avventura, iniziata in Danimarca più di 20 anni fa. Ricordiamo, giusto per dare un'idea dell'uomo, che Morten ha esordito in nazionale il 23 settembre 1970 contro la Norvegia, non ci pare proprio che la sua sia stata una carriera da poco. «In verità credo di poter giocare ancora un paio d'anni a buon livello. Vedremo se qualche squadra si farà avanti. Altrimenti torno al paese a vendere vernici». Morten Olsen è un grande personaggio, e non parliamo ovviamente solo del campo. Qui bastano gli occhi per vedere. E'fuori, fra i compagni che potrebbero essere alcuni fratelli minori e altri figli, che il prestigio del vecchio condottiero si esprime pienamente. Giudizi, gesti, consigli, esempi, ricordi, una miniera inesauribile di ricchezze ed esperienze umane messe a disposizione di tutti. «La mia soddisfazione più grande è di vedere che la Danimarca, con il suo gioco d'attacco mostrato al mondo, può servire da esempio e modello per altre squadre. Come fece l'Olanda ai mondiali di Germania e Argentina, anche se poi non vinse la Coppa. Non è questa la cosa più importante. L'importante 6 che tutti, grazie al nostro calcio, hanno scoperto che esiste un piccolo, ricco e felice Paese che si chiama Danimarca». Ancora il capitano, che ha il volto duro, segnato da mille battaglie ma gli innocenti occhi dolci di un bambino.. «Mi sono piaciute finora l'Unione Sovietica, la Francia, anche l'Argentina e il Brasile, che mi piacerebbe incontrare in finale perché credo sia 11 sogno di tutti. Ma se non dovesse succedere, se la strada della Danimarca dovesse concludersi prima, allora spero che vinca una squadra come la nostra: questo Mundial deve dimostrare che il calcio distruttivo non ha futuro». Morten Olsen ha detto molte cose, sul calcio e sui calciatori, sul Mundial, sugli astri nascenti e sulle stelle cadenti. Ma una cosa, soprattutto, ha voluto mettere in evidenza. «Nel calcio moderno si creano poche oc¬ casioni da gol. Dunque gli arbitri devono proteggere gli attaccanti e spegnere la violenza. Sono molto dipiaciuto per quello che è successo a Bertelsen, ad esempio, e non mi riferisco soltanto alla sua importanza per 1 destini Mundial della Danimarca». Bertelsen, colpito duro contro l'Uruguay, ha avuto fortuna, poteva rompersi una caviglia. Viene curato con massaggi e ultrasuoni, sarà pronto a giocare, ha detto il medico danese, fra 5-6 giorni. Anche il portiere di riserva Qvist è malato, soffre di labirintite all'orecchio destro, mentre l'epidemia, diciamo cosi, di dolori intestinali sta lentamente sparendo. Pareva che la causa fosse nell'acqua, portata dalla Danimarca, ma le analisi effettuate ieri presso il laboratorio medico dell'Università di Queretaro, hanno escluso la presenza di batteri. L'acqua non c'entra e allora lo staff sanitario ha chiesto d'urgenza medicine speciali dalla Danimarca. Un pacco di 4 chili. E' arrivato sabato a Città del Messico, solo ieri è stato sdoganato grazie all'intervento dell'ambasciata danese. Ce lo ha riferito l'addetto stampa della nazionale, con un pizzico di rimprovero fra tanti elogi al Messico e alla sua gente. Carlo Coscia Michelino Laudrup