De Laurentiis: «Il cinema italiano va male, cambiamo rotta»

De Laurentiis: «Il cinema italiano va mole, cambiamo rotta» Il presidente dei produttori parla dei gravi problemi del settore alla vigilia del primo incontro con i rappresentanti dell'industria europea De Laurentiis: «Il cinema italiano va mole, cambiamo rotta» «Troppi film scadenti, eccessiva sproporzione tra costi e ricavi, non si vende all'estero» - Politica imprenditoriale tutta da rivedere - Nuova strategia con la tv in vista dei satelliti ROMA — «Lo politica imprenditoriale dell'industria cinematografica italiana è tutta da rivedere in funzione di una migliore qualità del prodotto, di un nuovo modo di produrre e soprattutto di una qualità costante che renda i nostri film competitivi sul mercato internazionale — dice Luigi De Laurentiis, presidente dell'Associazione Produttori —. Negli ultimi tempi abbiamo realizzato troppi film mediocri e scadenti. Non si capisce perché si debba insistere su un genere che, per l'SO per cento della produzione, non ha riportato a casa negli ultimi tre anni i capitali investiti: certi film non hanno neppure ricuperato la spesa per la stampa delle copie. Se non mettiamo prima di tutto sul banco degli accusati la tipologia dei nostri film non riusciremo mai a concepire un nuovo prodotto che, pur salvaguardando l'identità della cultura europea, possa essere competitivo sul mercato internazionale. D'altra parte, senza la qualità sul mercato internazionale non Inveremo spazio-. Di questi problemi parleranno domattina, in un in contro che per la prima volta si tiene a Roma, i rappresentanti delle associazioni pro¬ duttori dei Paesi della Comunità Europea riuniti per verificare la possibilità concreta di fare un cinema europeo senza aspettare gli aiuti della Cee e delle leggi nazionali; A questo vertice del produttori interverranno anche i membri del Club delle Banche europee interessate al credito cinematografico. Dalla riunione romana dovrebbe nascere un organismo sovrannazlonale per la produzione cinematografica e televisiva di film d'interesse europeo e possibilmente mondiale. -Noi, come associazione — sottolinea De Laurentiis — ci stiamo dando molto da fare, anche perché se aspettiamo di essere tutelati dalla Comunità e dalle leggi nazionali rischiamo di finire travolti dalla produzione americana. La situazione italiana è oggi caotica, ma io sono ancora ottimista poiché stiamo vivendo un momento di continua crescita della domanda di prodotti audiovisivi. Noi produttori, del resto, non possiamo più considerare la televisione come l'obiettivo da combattere perché in tempi brevi dovremmo operare su tre strade: produzione cinematografica tradizionale, produzione televisiva competitiva sul mercato internazionale e prò- duzione autonoma mediante video-cassette o video-disco. E poi siamo alla violila dell'avvento dei satelliti». Per non perdere il treno, dunque, 1 produttori italiani sembrano impegnati In una realistica riflessione, anche perché l'utilizzazione dei sa¬ telliti richiederà, in base ad una stima della Comunità Europea, oltre 150 mila ore di fiction all'anno. -Per combattere il degrado della nostra produzione — osserva De Laurentiis — occorrono propetti seri capaci di interessare partner stranieri. Per supera¬ re certe barriere, anche burocratiche, ritengo importante il confronto tra i produttori europei che si tiene domani a Roma. Non si capisce perché i nostri film non si riescano a vendere né in Germania né in Francia salvo rare eccezioni. Cosi come sono rari i film francesi e tedeschi che hanno successo sul nostro mercato-. -Nell'autocritica degli imprenditori cinematografici aggiunge De Laurentiis — va affrontato anche il problema dell'eccessiva sproporzione tra costi e ricavi. Due anni fa ero in trattative, costo previ¬ sto sei miliardi, per il film che Francesco Rosi sta girando in Colombia. Adesso ho letto che lo stesso film costerà dodici miliardi! Un problema, quello dei costi, legato alla necessità di inventare nuovi divi poiché gli attuali sono logori e lo stesso discorso vale per i registi. Io voglio bene agli autori italiani ma gli ottimi registi non sono più di dodici, poi dobbiamo rivolgerci ai bravi artigiani e agli attori-registi che, però, vogliono autodirigersi con risultati non sempre brillanti.. Nella riflessione degli imprenditori cinematografici è coinvolto anche il settore della distribuzione che in questo momento è al centro di una nuova strategia che dovrebbe consentirgli maggiore funzionalità. -Non dimentichiamo — spiega De Laurentiis — che le strutture della distribuzione italiana negli ultimi tempi si sono impoverite con la scomparsa della Euro, della Cineriz e della Gaumont e perciò si capisce la necessità di un potenziamento. E poi, se siamo arrivati all'attuale fdegrado del cinema italiano, un po' di colpa l'hanno i distributori che nel recente passato hanno offerto minimi garantiti mostruosi per film che non meritavano questo incoraggiamento-. Nella stagione che si è appena conclusa. Luigi De Laurentiis (in coppia con il figlio Aurelio), è il produttore che ha ottenuto i maggiori successi, infatti sono suoi tre {Amici miei, Yuppies e Maccheroni) dei sei film italiani che figurano tra i venti più visti nelle nostre sale. Attualmente sul tavolo dei De Laurentiis ci sono per l'imminente futuro tre progetti: Se ugni zzo. film che girerà a Napoli Nanni Loy, e le trasposizioni cinematografiche di due romanzi. Per amore, solo per amore di Pasquale Festa Campanile e Palladio di Valerio Manfredi -Non so, però, quando andranno in porto — precisa Luigi De Laurentiis — perché i miei progetti amo portarli alla giusta maturazione fin dalla fase di preparazione. Per il romanzo di Pasquale Festa Campanile ho ricevuto nei giorni scorsi una telefonata di un grande regista inglese, già premiato con l'Oscar (Richard Attenbarough), che dopo aver letto le prime sessanta pagine voleva manifestarmi la sua disponibilità. Adesso attendo che finisca di leggere tutto ti libro e poi ci incon treremo-. Ernesto Baldo

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