Nuovo appello di Craxi «Basta con le manette»

Nuovo appello di Craxi «Basta con le manette» Lettera ai ministri sullo «show dei ferri» Nuovo appello di Craxi «Basta con le manette» ROMA — Se non si può interrompere lo show dei detenuti ritratti con i «ferri» ai polsi con una nuova legge dello Stato, forze di polizia e amministrazione della giustizia almeno si adeguino al principio stabilito da una norma in vigore: le manette vanno usate soltanto per evitare pericoli di fuga dell'imputato. E' questo il senso di un nuovo appello che 11 presidente del Consiglio lancia sul problema attraverso una lettera indirizzata a Scalfaro, come ministro dell'Interno, a Martinazzoli (Giustizia), a Spadolini (Difesa) e a Vicentini (Finanze). Il messaggio di Craxi prende spunto dai nuovi episodi di cronaca giudiziaria di questi giorni — l'ultimo riguarda il processo in corso a Milano contro la modella americana Terry Broome — e ricorda la precedente iniziativa del presidente del Consiglio: una lettera inviata il 30 aprile agli stessi ministri (ed anche al re¬ sponsabile delle Poste, Gava, per la tv di Stato) che poi sfociò in un disegno di legge approvato ai primi di maggio dal governo, presentato alla Camera, intitolato Norme a tutela della dignità delle persone sottoposte a misure restrittive». Nella sua lettera il presidente del Consiglio richiama la sua prima iniziativa e il disegno di legge approvato dal governo nel maggio dell'85. • Nelle occasioni testé ricordate — scrive Craxi — fu sottolineato come la legislazione vigente già precluda l'esposizione dei detenuti, tradotti o trasferiti in manette, alla curiosità del pubblico. E' in questo senso V art. 198 del regolamento generale dell'Arma e lo è, più di recente, l'ultimo comma dell'art. 42 della legge 26 luglio 1975 n.354 sull'ordinamento penitenziario, il quale ribadisce che "nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità"». •Nonostante queste norme e nonostante i richiami alle loro osservanze — continua la lettera di Craxi — si ripetono episodi di vistosa pubblicità, fotografica e televisiva, a danno di detenuti soprattutto imputati. Fino quando non sarà entrata in vigore la legge da noi presentata non possiamo pretendere che l'uso delle manette sia, come dovrebbe, limitato al pericolo di fuga e alle altre circostanze previste». Craxi ritiene Intollerabile che si continuino ad ignorare norme vigenti e prosegue: •£' un'offesa alla dignità della persona che l'ordinamento non consente e alla quale ritengo — conclude la lettera del presidente del Consiglio — che sia necessario reagire, se dovesse ulteriormente continuare, con tutti i mezzi che l'ordinamen to prevede».

Luoghi citati: Milano, Roma