Waldheim sulla difensiva di Tito Sansa

Waldheim sulla difensiva «Mi batterò contro l'antisemitismo e intendo visitare un lager» Waldheim sulla difensiva Alla conferenza stampa solo i giornalisti dell'Est hanno evitato domande spinose - Il neoministro degli Esteri rifiuta l'incarico per evitare la «coabitazione» - Rinviata la visita in Usa del Cancelliere DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — Kurt Waldheim, eletto domenica scorsa presidente della Repubblica austriaca, è entrato ieri di sua iniziativa nella fossa dei leoni, sfidando nel Presse Club Concordia di Vienna la stampa internazionale che lo attacca da mesi per i suoi trascorsi nazisti e pei* presunti crimini di guerra. Ne è uscito indenne, quasi vincitore. Perché i leoni si sono rivelati cuccioli e anche quando hanno mostrato le unghie con domande graffanti (soprattutto i giornalisti americani e tedeschi), l'ex segretario generale delle Nazioni Unite ha schivato con destrezza le zampate respingendo la minaccia con risposte evasive e contorte, da domatore con esperienza decennale. E gli interroganti hanno desistito. Nazista o non nazista, bisogna comunque ricordare che il presidente eletto non è gradito a tutti i politici austriaci Per non .dover fare il chierico, di Waldheim, si è dimesso martedì il ministro degli Esteri Leopold Oratz e per lo stesso motivo il suo succesore designato, Heinz Fischer, at tualmente ministro della Ri cerca scientifica, si è rifiutato ieri di accettare l'incarico. Infine, sempre per lo stesso motivo, il governo americano ha fatto sapere ieri a Vienna che la visita del cancelliere austriaco designato, Franz Vranitzky, fissata per il 22 giugno, avverrà a data da destinarsi. La conferenza-stampa, svoltasi in una sala super-affollata, è durata più di un'ora e mezzo e ha avuto (come era da attendersi) un unico tema i trascorsi bellici dell'ex tenente Kurt Waldheim. Soltanto giornalisti sovietici, ungheresi e della Germania comunista hanno fatto domande compiacenti per offrire al Presidente eletto l'occasione di parlare di distensione e di disarmo sull'onda delle proposte fatte a Budapest dal sovietico Oorbaclov. Con abilità. Waldheim ha preso In contropiede 1 giornalisti stranieri (definiti •mafia internazionale dell'informazione, da alcuni giornali austriaci) presentandosi come uomo della riconciliazione all'Interno e con l'estero, come un nuovo padre della patria austriaca. Per la prima volta — questo è il fatto sensazionale — dalla sua bocca sono uscite parole di condanna per i crimini commessi dai nazisti e per l'antisemitismo manifestatosi nelle ultime settimane in Austria. Ha ammesso perfino indirettamente che è stato proprio questo antisemitismo che ha contribuito alla sua vittoria. .Sono decìso — ha detto — ad affrontare ogni forma di disprezso-per le minorarne e di antisemitismo nel nostro Paese'. Annunciando poi che non si lascerà trascinare da risentimenti personali contro coloro che l'hanno attaccato, ha perfino giustificato i suoi critici 'Comprensibili se si pensa alle smisurate sofferenze c?ie il nazionalsocialismo ha portato al mondo e soprattutto ai nostri concittadini ebrei. Ancora oggi, dopo più di quarant'anni, siamo turbati di fronte agli orrori e alle crudeltà di quei tempi. I crimini che furono commessi allora non devono ripetersi, il terrore dell'olocausto non dovrà mai venire dimenticato'. Subito dopo, tuttavia. Waldheim è passato all'autodifesa. Ma, anziché ripetere come finora di .avere la coscienza pulita, in quanto ho fatto soltanto il mio dovere di soldato, (frase che è stata la più applaudita durante tutta la campagna elettorale), ieri ha detto: .Dal terribile passato ho imparato la comprensione la tolleranza e la riconciliazione, quando fui costretto ad arruolarmi nell'esercito di un regime disumano.. Per tutto il resto della conferenza stampa Waldheim si è difeso, ripetendo di non essere mai stato nazista («Come avrei potuto, dopo che mio padre era stato arrestato dalla Gestapo?.) e, durante la guerra nei Balcani, quando era tenente nello Stato Maggiore del generale LOhr, condannato a morte per crimini di guerra, di essere stato .soltanto un piccolo scrivano, che non ha mai sa puto nulla di deportazioni di ebrei. In Jugoslavia e in Grecia, dove Waldheim rimase in tutto tre anni, l'ex segretario delle Nazioni Unite dice di •non avere mai visto un partigiano.. .Sembra strano a dirsi, ma è proprio cosi, ha detto. In quanto alle accuse del Congresso mondiale ebraico, Waldheim dice che sono -infondate, non esiste alcun documento che provi una mia responsabilità. Cerchino pure, cerchino anche per cent'anni. Non troveranno mai nulla.. A questo punto ho domandato a Waldheim se fosse a conoscenza delle rivelazioni dello storico jugoslavo Vladimir Dedijer (un intimo del maresciallo Tito) secondo il quale negli archivi di Belgrado esistono centinaia di documenti di accusa che il governo jugoslavo si rifiuta di mettere a disposizione. Colto di sorpresa. Waldheim ha dettò di sentire ciò per la prima volta. Alle mie insistenze ha risposto «c/te la Jugoslavia li metta pure a disposizione, ne sarò lieto.. Dedijer — è il caso di ricordare — aveva detto anche, giorni fa, che prove della responsabilità di Waldheim esi¬ stono a Roma e ad Atene. E di avere scritto al presidente del Consiglio Craxi e al primo ministro greco Papandreu per chiedere loro di aprire gli archivi militari. A chi ancora cercava di punzecchiarlo, con domande sulle sue scarse simpatie per gli ebrei e per i combattenti della resistenza, il futuro Presidente austriaco ha infine mozzato le unghie annun ciando che quando avrà as sunto la carica andrà a visitare un campo di concentramento e di sterminio nazista e a un sacrario delle vittime della resistenza. .Non ho alcuna difficoltà a compiere questo gesto, ha detto. .Non per opportunismo politico ma per convinzione. Non sono mai stato nazista.. Tito Sansa