Persone di Lietta Tornabuoni

Persone di Lietta Tornabuoni Persone di Lietta Tornabuoni Dura vita del novantista Giulio Macchi, regista di televisione e di cinema, specialista di divulgazione scientifica, sovrintende quest'anno a una delle sezioni più nuove della Biennale d'arte di Venezia che s'inaugura verso la fine del mese: dieci sale dedicate all'idea di spazio nell'arie e al suo evolversi, dalla prospettiva alle tecnologie contemporanee attraverso il barocco, attraverso scoperte o riscoperte di classici disegni o rari cartoni del Correggio, anche attraverso una salafilm, nuovissimo diorama dinamico. Un gran lavoro, e Macchi l'ha fatto quasi da solo. Come aiuto ha avuto per lo più «novantisti», anzi «novomiste». Sono i lavoratori precari, quasi sempre giovani, spesso ragazze, che vengono assunti da enti o aziende pubblici per non pie di tre mesi, quei novanta giorni dai quali è ricavato il termine con cui si usa definirli. «Gente magari piena di buona volontà», dice Macchi. «Perà succede che arriva una novantista, la metti al corrente del lavoro, la introduci poco per volta nel meccanismo delle cose da fare, delle persone da contattare, degli artisti da ricercare o sollecitare, dei rapporti stabiliti con l'estero. A questo punto se ne va. e sopravviene un'altra novantista: senza passaggio di consegne né comunicazione di impegni assunti o di pratiche aperte, niente. Semplicemente, un giorno c'è una novantista che sa, il giorno dopo c'è una novantista che ignora tutto e deve cominciare da capo». Cosi il lavoro ne viene intralciato e ritardato, si moltiplicano equivoci e disguidi: l'istruttore passa metà del suo tempo a spiegare cos'è il lavoro, come si fa, con chi e perché: il novantista o la novantista guadagna uno stipendio ma, in una sorta di apprendistato perpetuo, salta da un lavoro all'altro senza poter imparare a farne nessuno, al massimo imparando a conoscere molti disverei ambienti di lavoro e le furbizie necessarie per muovercisi. Si capisce che per i giovani e comunque un aiuto (per gli altri, no). Ma è triste e singolare che le realtà siano queste, mentre la cultura mitica seguita a ripetere il rosario delle sue parole mistiche: capacità, competenza, efficienza, competitività, sapere, produttività, -neritocrazia, professionaliti' . Cinquanta ' Alla radio si parla della bella Gigogin, delle giornate cremisi e delle piume dei bersaglieri in trasmissioni intitolate «Flic e Floc>. Alla televisione, con la mascella irrigidita e il basco amaranto, sfilano i carristi, "corpo d'elite dalle salde tradizioni». A Firenze i consiglieri comunali democristiani pretendevano di stabilire quale messa in scena di Tosca sia legittima e quale no, appellandosi a un «comune senso della Storia» mai sentito, ignoto alla cultura, alle leggi e al costume: un nuovo amico, s'immagina, del famigerato «comune senso del pudore». In edicola esce Dinastie, pubblicazione destinata a illustrare le aristocrazie di tutto il mondo. In che anni siamo? Caro pei «Non ine la sono filala», informa Enrico Menduni, ex funzionario della direzione comunista, ex componente il Comitato Centrale, giovane autore di Caro PCI. il libro che racconta dall'interno sentimento e furbizie del professionismo politico, burocrazia, gerarchie, carriere e meccanismi aziendali alle Botteghe Oscure. Continua a sostenere che è proprio a causa di questo libro che nel nuovo Comitato Centrale comunista non e stato rieletto. Magari esagera: però dal pei non se n'è andato. «Perchè dovrei filarmela? Uno sgarbo non giustifica che io me ne vada né che io resti nel punito. Ci resto perché sono convinto che il flusso di legami formatisi in diciassette anni è profondo, non può essere reciso». Adesso è ancora uno dei candidati comunisti a quel Consiglio d'amministrazione della Rai-Tv «che non si farà mai'/ e nel pei è soltanto un iscritto, non ha più cariche né responsabilità, né stipendio. «Sul piano pratico è molto scomodo, anzi duro. Sul piano psicologico e sociale è una condizione felice, mi permette di scrivere». Scrive anche stili' Unità, e per il supplemento satirico del quotidiano comunista, Tango: «S io il falso nome di Medarlo in Calvino, è il nome del visconte dimezzato). Servizio Martedì sera l'aereo è quieto, solitario come una nave spaziale che proceda nel vuoto stellare. Il comandante dà alcune informazioni sul volo. Velocità di crociera, siamo sull'isola d'Elba, sorvoleremo Grosseto, il tempo è buono, la temperatura a terra eccetera, poi aggiunge: *// primo tempo della partita Italia-Corea del Sud si è chiuso con il punteggio di I a 0 a favore dell'Italia». E' il famoso servizio Alitalia: dal suo posto il professor Norberto Bobbio applaude silenziosamente. divertito, ironico.

Persone citate: Calvino, Enrico Menduni, Giulio Macchi, Macchi, Norberto Bobbio

Luoghi citati: Corea Del Sud, Correggio, Firenze, Grosseto, Italia, Venezia