Pci e psdi vogliono bloccare la centrale nucleare di Trino di Alberto Rapisarda

Pel e psdi vogliono bio tiare la centrale nucleare di Trino In Senato dibattito rinviato per la spaccatura nella maggioranza Pel e psdi vogliono bio tiare la centrale nucleare di Trino Alla Camera pentapartito e comunisti erano d'accordo ad aspettare la conferenza energetica per decidere - Approvate le modifiche al decreto sul metanolo ROMA — Si è spaccato il fronte dei partiti «filo-nucleari*, che sino a poco tempo fa comprendeva tutti e cinque i partiti di governo più il pei. Appena una settimana fa questa maggioranza quasi plebiscitaria aveva approvato alla Camera una risoluzione che impegnava il governo a convocare una conferenza nazionale sulla sicurezza nucleare entro ottobre. Ieri i senatori avrebbero dovuto replicare il dibattito sul problema nucleare approvando alla line un documento simile. Invece, non se ne è fatto nulla perché 1 senatori comunisti la pensano diversamente dai loro colleghi deputati e vogliono il blocco dei lavori per la centrale di Trino Vercellese e la smobilitazione immediata di quella di Latina. L'idea è piaciuta ai socialdemocratici che la hanno sottoscritta, anche loro contraddicendo i colleghi deputati. A questo punto il dibattito è stato rinviato per prendere tempo. Si sono riuniti i capigruppo, si sono riunite le commissioni allargate e ristrette, si sono formati sottogruppi per cercare un accordo tra de, psi, pli e prl da una parte, e pei e psdi dall'altra. Ma sino a ieri sera tanti sforzi non avevano dato alcun risultato. Sconsolato, il relatore Costa, democristiano, doveva annunciare in aula che il dibattito sulla sicurezza delle centrali nucleari doveva essere rinviato. Pare che se ne debba riparlare oggi. La confusione di lingue sul problema nucleare ha finito col creare al Senato, almeno per un giorno, il clima incerto e stanco che di solito accompagna le sedute della Camera. Rimasti cosi disoccupati, 1 senatori si sono dedicati al decreto contro le sofisticazioni alimentari, ben sapendo che non riusciranno ad approvarlo in tempo. Il provvedimento scade venerdì e 11 governo vorrebbe introdurvi 20 modifiche, per cancellare quelle approvate dalle opposizioni alla Camera. L'incombenza è stata affrontata dai senatori con grande fastidio, proprio perché tutti sapevano che si trattava di una perdita di tempo. In ogni caso il decreto alla fine è stato approvato. •E' un decreto allucinante — ci confessava il capogruppo repubblicano, Gualtieri — ci /tanno lavorato due commissioni senza sapere dove cominciare a mettere le mani». «JE' vero, sappiamo che non si può approvare, ma dobbiamo discuterlo perché era in calendario. Ci siamo incartati nel regolamento» ammetteva 11 capo del senatori democristiani. Mancino. Il Senato sta diventando come la Camera, dove tutti i provvedimenti più importanti si sono arenati a causa degli scontri interni alla maggioranza? 'Ma no. E' che incardiniamo molto e poi non concludiamo. Qui bisogna correggere il bicameralismo» era la diagnosi del capogrup¬ po socialista Fabbri. •£' un po' di tempo che il funzionamento delia maggioranza lascia a desiderare, ma qui al Senato è ancora capace di sussulti di esistenza» assicurava Fabbri. In fondo, é un segno di vitalità che 1 senatori affrontino il dilemma nucleare in modo assai diverso dal loro colleghi deputati. «La risoluzione votata dalla Camera si presta ad interpretazioni equivoche, perché potrebbero essere consentiti lavori preliminari per costruire le centratt'clie potrebbero condizionare le decisioni della conferenza nazionale sull'energia' ha denunciato il senatore socialdemocratico Pagani. Una smentita simile al colleghi della Camera è implicita nella posizione dei senatori comunisti, che chiedono la sospensione della localizzazione delle nuove centrali nucleari, la sospensione del lavori a Trino, lo smantellamento di Latina. Alberto Rapisarda

Persone citate: Fabbri, Gualtieri, Mancino

Luoghi citati: Latina, Roma, Trino