Brmia aliscafo, morti e dispersi di Remo Lugli

Brmia aliscafo, morti e dispersi Tra Milazzo e Vulcano: non è escluso il sabotaggio Brmia aliscafo, morti e dispersi Le vittime accertate sono tre - Si cercano altre persone - Trenta ricoverati in ospedale - Un ferito: «Ho sentito un boato e poi ho visto il fumo» - Incertezza sul numero di passeggeri a bordo della «Freccia di Messina» MESSINA — Tragedia sul mare, ieri pomeriggio, nel basso Tirreno: si è incendiato uno degli aliscafi che collegano la Sicilia con l'arcipelago delle Eolie. A bordo c'erano almeno 57 passeggeri e 6 uomini di equipaggio: tre donne sono morte e i loro corpi sono stati recuperati; 30 delle persone tratte in salvo sono state ricoverate all'ospedale di Milazzo. Numerosi i dispersi. Ha detto un ufficiale della Marina militare: «/ messi di soccorso resteranno nella sona fino a quando ci sarà un ragionevole margine di speransa di ritrovare qualcuna delle persone disperse-. La Snav. la società di navigazione armatrice, afferma di avere venduto 57 biglietti, ma aggiunge che i bambini al di sotto dei quattro anni non pagano, e a volte qualcuno riesce a salire senza pagare il biglietto. E' il primo grave sinistro nell'ormai trentennale storia dei battelli ad ala portante che sono nati proprio in Sicilia, negli Anni Cinquanta, su progetto del costruttore Rodriguez, che poi li ha diffusi in ogni parte del mondo vendendoli direttamente o cedendo la licenza. Questo, il «Freccia di Messina», di 122 tonnellate di stazza e una portata di 140 persone, era uscito dai cantieri Rodrlguez nel 1959. I viaggiatori di ieri erano per la maggioranza eo- liani, pochi i turisti che tuttavia in questa stagione incominciano ad affluire nelle sette isole dell'arcipelago. Il dramma s'è iniziato intorno alle 14.15 quando il battello, partito alle 13.45 dal porto di Milazzo, era a circa tre miglia a Nord dell'omonimo Capo. Le fiamme si sono propagate nella sala macchine dalla quale il comandante, capitano Francesco Romeo, ha visto uscire del fumo. Egli ritiene, come ha poi riferito dopo il salvataggio, che l'incendio possa essere stato causato da un corto circuito all'impianto elettrico. Ma c'è anche una ipotesi più preoccupante: potrebbe essersi trattato di un atto di sabotaggio. Un passeggero, Giuseppe Ercolini, afferma infatti di avere prima udito un boato e di avere visto successivamente uscire fumo dalla sala macchine. II relitto dell'aliscafo, rimorchiato nel tardo pomerìggio in porto a Milazzo, è stato posto sotto sequestro e sarà oggetto di una perìzia tecnica già ordinata dal sostituto procuratore Vaccara che conduce l'inchiesta. Con il primo avvistamento di fumo sul battello si ingenera a bordo, fra i passeggeri, dapprima apprensione, poi panico. Il comandante e il direttore di macchina scendono per cercare di spegnere l'incendio, ma l'impresa si intravede subito difficile. E in¬ tanto un altro membro dell'equipaggio cerca di lanciare l'Sos via radio, cosa che rie sce solo con un breve segnale automatico, dopo molti tentativi, forse a causa del danneggiamento subito dall'ini pianto elettrico. Il mare in quell'area, non lontana dalla costa siciliana e dalle isole Nino Amante Remo Lugli (Continua a pagina 2 in nona colonna) rii di iri (Tlf Milaz/o. Il relitto dell'aliscafo «Freccia di Messina» appena rimorchialo in porto nel pomeriggio di ieri (Telefoto)

Persone citate: Francesco Romeo, Giuseppe Ercolini, Nino Amante, Rodriguez, Vaccara

Luoghi citati: Messina, Milazzo, Sicilia