«Brunoconti» nuovo dio indio

«Brunocontì» nuovo dio indio «Brunocontì» nuovo dio indio Se la Spagna aveva adottato Paolo Rossi, Puebla ha fatto un idolo dell'attaccante della Roma DAL NOSTRO INVIATO PUEBLA — Un ristorante di Puebla offre una strana bistecca, sovrastata dal •mole», la salsa locale a base di cioccolato, e la intitola a Dina Conti, che sarebbe poi un misto fra Dino Zoff ingentilito e Bruno Conti. Puebla ha scelto Bruno Conti .contro» Città del Messico dove la nazionale italiana viene ancora connotata con Paolo Rossi. Fra l'altro nome e cognome vengono detti insieme il che è alto indice di popolarità. Bruno Conti anzi Brunoconti è stato risparmiato dalla stampa messicana anche in occasione della sua crisi, con un calcio ad una bottiglia, dopo la sostituzione con Vialli contro l'Argentina. Ce n'era d'avanzo per un titolo a nove colonne, considerando la fame della stampa locale, ma per Conti il Messico sembra avere quei riguardi che si usano ad una vecchia zia inglese, rispettabile per la nobiltà intrinseca, per il passato'glorioso, e anche perché sa prendere ancora ad ombrellate gli screanzati. La vecchia efficiente nobile zia inglese, Brunocontì, si muove dopo un quarto d'ora, con un lungo dribbling preciso, minuzioso come la cerimonia dell'assunzione del ti, da parte sempre della zia di cui sopra. E Conti sembra dare dello screanzato all'arbitro che non fischia rigore per fallo su Oalderisi, se dovessimo assegnargli un fumetto gli scriveremmo den- tra »It's disgusting». Poi c'è il gol di Altobelli, e Brunoconti scavalla felice verso il centro campo con quei capelli lunghi che si gonfiano come per una pubblicità di uno shampoo. Bruno ha qualcosa dell'indio, compresala taglia ridotta ma tutta .viva-: a parte i capelli e la fisionomia vagamente azteco, l'idea anche di possedere un istinto selvaggio, l'idea di stare sempre prossimo ad uno stato di grazia, conquistabile e poi scatenabile facilmente con qualche allucinogeno calcistico, che potrebbe anche essere soltanto una critica di Bearzot, o indirettamente uno stipendio eccessivo di Viola a Falcao. Seguiamo la partita di Brunocontì perché in essa può passare, oltre che la manovra, anche la psicologia della nostra nazionale, rovistata ormai nel ritiro di Puebla da troppa gente che c'entra poco e spioneggia molto, magari segnalando a. sico- fanti di fiducia, sistemati sugli alberi del giardino, cose minime, che poi la lente d'ingrandimento, da noi regolarmente anche lente deformante e lente ustoria, s'incarica di diffondere. Si comircir. a dire di grosse liti, infatti, gli azzurri stressati anche dalla mancanza di sesso, di esorcismi spiccioli. Roba per un Carlos Castaneda, lo scrittore intrigatissimo di certi misteri messicani e qui funzionante ormai come un Verdiglione per la borghesia criolla, come un evangelista dei misteri della droga per gli indios. Brunocontì i marcato da Huh Yung-Moo, die i colleghi coreani dicono con un suono lungo e rimbalzante, assolutamente impronunciabile con le nostre risorse fonetiche. Il nome non vuole assolutamente dire nulla, e questo per un coreano è sensazionale. Questo Huh eccetera gioca su Conti con molto rispetto, lo segue però sema mai aggredirlo, quasi fosse tenuto da lui a distanza sempre eguale da un braccio meccanico, che si chiama fama e anche paura. Conti in effetti è il migliore dei nostri, è sollievo della manovra, che passando da lui si orpella di qualche finta ma si purifica della banalità. Conti va a sinistra, Conti tira i corner da destra, manda palloni alti che sorvolano pertiche di difensori coreani e sembrano ognuno un aeroplanino del Barone Rosso. Professionalmente tesi al meglio per il lavoro, dovessimo scegliere adesso se stare nella testa di Reagan o in quella di Vialli, diremmo in quella di Vialli. E se dovessimo scegliere fra lo spogliatoio del Crazy Horse e quello azzurro, sceglieremmo quello azzurro, per sapere cosa si diranno a fine partita Conti e Vialli e Bearzot. Quando, al 69', Baresi si affaccia alla linea mediana per significare che tocca a lui. Conti guarda un attimo verso Bearzot, per vedere se c'è qualche bottìglia li vicino. Ma è Bagni che deve uscire. E per fortuna che c'è Conti: alza per Altobelli il pallone del secondo gol, alza l'azione della nostra partita e le azioni della nostra squadra, abbassa se stesso a compiti anche umili, è basso e grandissimo, sembra quasi che abbia spaccato quella famosa bottìglia soltanto per farci uscire uno spiritello, e berselo come un utilissimo allucinogeno propellente. Puebla. Rossi «re» in Spagna, Conti protagonista in Messico

Luoghi citati: Argentina, Città Del Messico, Messico, Spagna