L'oro e le sue monete di Mario Salvatorelli

L'oro e le sue monete L'oro e le sue monete I nostri soldi di Mario Salvatorelli "Oggi è conveniente investire i propri risparmi in sterline d'oro, tenendo confo del ribasso che in questo periodo hanno subito, oppure ritiene che sia più conveniente vendere le sterline in possesso, e attendere tempi migliori?». Il dilemma è del cav. Bruno Frau, di Chiavari, ma ritengo sia di molti lettori, a giudicare anche dalle lettere che. con un continuo stillicidio, mi giungono sull'argomento. Risponderò con una citazione, tratta dalla relazione della Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali che ha sede a Basilea, dove l'altro ieri, 9 giugno, ha tenuto la sua assemblea. Molto attenta sempre alle vicende del nobile metallo, nel capitoletto dedicato a «Produzione e mercato dell'oro» la relazione afferma che nel 1985 «il mercato dell'oro ha continuato a essere relativamente depresso, malgrado l'indebolimento del dollaro sui mercati dei cambi e le tensioni politiche nel principale Paese produttore di oro», cioè nel Sud Africa, la cui quota sulla produzione totale dei Paesi occidentali è scesa, peraltro, dall'80 per cento raggiunto nel 1970 al 55 per cento l'anno scorso. La relazione, a questo punto, spiega che «l'affievolirsi delle aspettative inflazionistiche, l'esuberanza dei mercati azionari (in questi giorni sempre effervescenti, ma un po' meno "esuberanti", n.d.r.; e le prospettive di guadagni in conto capitale, connesse alla tendenza calante dei tassi d'interesse a lungo termine, hanno frenato la domanda di metalli preziosi da parte degli investitori privati». «D'altro canto, osserva la relazione, è ulteriormente aumentato l'uso industriale di oro». Riassumendo: nel 1985 la produzione mondiale, escludi i Paesi comunisti (Urss e altri Paesi dell'Europa Orientale, Cina. Corea del Nord), è ammontata a 1215 tonnellate, superiore del 27 per cento al minimo del 1980. e inferiore soltanto al precedente massimo, raggiunto nel 1970 con 1274 tonnellate. Anche le vendite di oro dei Paesi comunisti sono aumentate nel 1985 di circa 100 tonnellate, rispetto al 1984, per un totale di 250 tonnellate, portando l'offerta di oro totale a 1465 tonnellate sui mercati mondiali. Questa offerta è stata assorbita per 165 tonnellate dagli (•acquisti ufficiali», da parte dei Paesi in via di sviluppo (Colombia, Brasile. Filippine, India, Perù, Taiwan), e per 1300 tonnellate per impieghi non monetar:. E la relazione della Bri conclude: (■Dato che l'utilizzo di oro per oreficeria e per altri usi industriali ha continuato ad aumentare considerevolmente, ciò sembra indicare che la quantità di oro assorbito dalla domanda per investimento, inclusi gli acquisti di monete e medaglie, sia notevolmente diminuita». Chi mi ha seguito negli anni, sa quale tiepido adoratore del metallo giallo sia sempre steto. Al punto che oltre sei anni fa. il 6 febbraio 1980, in piena corsa dell'oro, che era arrivato in quei giorni a oltre 22 mila lire al grammo (quasi 50 mila lire attuali), e a oltre 160 mila lire con le sterline (quasi 350 mila lire di oggi), scrivevo su questa rubrica: «Ritengo già eccessivo che il prezzo dell'oro sia arrivato a superare le 16 mila lire il grammo». E, meno di un anno fa. il 7 agosto '85, a una lettrice di Genova che mi aveva scritto: «In questi giorni ho letto che è scoccata nuovamente l'ora dell'oro», rispondevo: «Mi rincresce di dover deludere la gentile lettrice, ma io questo rintocco non l'ho sentito». Aggiungevo che chi aveva sentito scoccare l'ora dell'oro probabilmente confondeva le sue quotazioni in dollari con quelle effettive, «misurate con un metro meno elastico della moneta americana». Infatti, se l'oro «sale» da, 320 dollari (quotazione del 6 agosto '85) a 341,80 dollari l'oncia (al 9 giugno 1986), ma il dollaro scende, nello stesso periodo, da 1898 a 1536 lire, questo significa che, in realtà, l'oro è «scesoi). E' passato, infatti, da oltre 607 mila lire a 525 mila lire l'oncia, pari, rispettivamente, a circa 19.500 e 17.000 lire il grammo. Non consiglierei, tuttavia, chi possiede sterline d'oro a venderle, con i bassi prezzi attuali (meno di 120 mila lire per chi offre), a meno che non abbia urgente necessità di denaro. Così come non sconsiglierei chi volesse acquistare sterline d'oro a questi prezzi. Ritengo, infatti, che per certi «prodotti», come l'oro, come il petrolio, fino a quando esiste una differenza enorme, assurda in termini economici, tra costi di produzione e prezzi di vendita, tutto può succedere, il crollo come il boom.

Persone citate: Bruno Frau