Londra, futurismo in musical
Londra, futurismo in musical Teatro Nazionale: i grandi della poesia russa nel testo di Hughes Londra, futurismo in musical Riprodotta l'atmosfera del café chantant - In scena con Majakovskij anche Trotsky LONDRA — I futuristi sono di moda dappertutto, e non solo a Venezia. Ma questi a Londra sono russi e vengono tradotti, stampati, le loro poesie vengono pubblicate. Quasi tutti 1 grandi personaggi della poesia sovietica di questo secolo si ritrovano ora sul palcoscenico del Teatro Nazionale in un nuovo testo di Dusty Hughes dal titolo, appunto, di *Futurists: Rivivono, beh, fino a un certo punto, perché i dialoghi hanno un certo tono di impariamo-il-russo (o meglio, la poesia moderna sovietica) in una sola serata, che è del resto la chiave del successo della buona metà del testi di scena a Londra oggi. Che sia una commedia musicale su un personaggio famoso, un dramma tratto dal noto romanzo, una commedia dal tema di un movimento filosofico, il modo di assimilare senza doversi sorbire uno più toni fa vendere biglietti. O da Un documentario televisivo o 'da una serata a teatro, qualche nozione salterà fuori. Il testo esplicitamente di¬ dattico di questi -Futurists* non ammicca mai, dice, urla, ripete. Non c'è dubbio che quello con la testa rasata, gli occhi stralunati e la giacchetta nera è Majakovskij (Daniel Day Lewis), però, in caso che non lo avessimo capito, tutti lo chiamano facendo il suo nome •Majakovskij!' o Volodia!'. Nel caso fossimo cosi ottusi da non averlo ancora capito, neanche dalle sue poesie più famose recitate sopra un tavolino con le braccia aperte verso pubblico e proletari, un signore lo dice chiaro e tondo: «Questo è Majakovskij: Di un altro personaggio vestito alla Sarah Bernhardt che tutti chiamano Anna e dicono che scrive poesie, che è una famosa grande poetessa, c'è il solito signore che dice: mAchmatova'. Certo, l'attrice Charlotte Cornwell non è abbastanza bella per ricreare l'affascinante modello, mentre Clare Higglns è veramente identica a Lili Brik. Naturalmente, tutti si incontrano per caso o meno, in teatrini, club, case (dello scrittore Oorkij) e, naturalmente tutto succede, le spie della Ceka, 1 marinai dell'Aurora, Yagodin, Lenin, tutti arrivano, tutti si ritrovano e vengono arrestati e soffrono, come in effetti è veramente avvenuto a Petrogrado, deci- mata dalla carestia, dalle vendette, dalle delusioni. Ma il testo non racconta che la storia, la riassume diligentemente e la mette in bocca ai vari personaggi: Oslp Mandelstam e sua moglie Nadiesehda, Alessandro Blok. C'è persino un Romanov. Buona la musica di Domlnic Muldowney e la regia di Richard Eyre che gremisce il palcoscenico di tavolini, come ai café chantant, metà dei quali popolati dal pubblico vero e l'altra metà dai protagonisti-spettatori. Non è un'idea nuova, ma non è male, e del resto c'è ben poco di nuovo in questo spettacolo. Cosa penseranno 1 molti spettatori russi che, 11 si riconosce nell'auditorio e li si sente, accorrono a vedere questo spettacolo dove figurano 1 lóro idoli calpestati da Zdanov. Ma per confonderci e darci un po' da pensare c'è un attore vestito da Trotsky che si comporta come Trotsky e che tutti chiamano .Leo., invece è Leo Averbach. Gaia Servadio
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