Sui cantieri navali un giro di vite Cee di Fabio Galvano

Sui cantieri navali un gire di vite Cee La scure di Bruxelles e gli aiuti statali Sui cantieri navali un gire di vite Cee DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO — Orizzonti tempestosi si profilano per la cantieristica europea. I suoi problemi, e in particolare quello di definire le nuove attese direttive per gii aiuti pubblici, hanno dominato ieri a Lussemburgo la riunione dei ministri dell'Industria dei Dodici; ma i segnali che ne sono emersi parlano di ulteriori contrazioni. Soltanto a luglio la Commissione Cee presenterà un documento orientativo, seguito in autunno da una sua proposta formale e particolareggiata; ma già ieri, dopo una relazione del commissario irlandese Peter Sutherland, è apparso chiaro che questo Importante settore dell'economia comunitaria — dà lavoro a circa 120 mila addetti — sta per conoscere un ulteriore giro di vite. L'attuale regime, che scade 11 31 dicembre, ha portato a tagli del 61 per cento della capacità produttiva e alla riduzione della manodopera di circa il 50 per cento. Quello nuovo, di cui si è avuto ieri un assaggio, da una parte impone un tetto sugli aiuti alla produzione uniforme per tutti i Paesi e per ogni tipo di nave; dall'altra favorisce la riduzione irreversibile della capacità produttiva. Colpita dalla concorrenza estremo-orientale — in particolare del Giappone e della Corea del Sud — la cantieristica europea deve ricorrere a estremi rimedi. Le ipotesi illustrate dal commissario Sutherland sono, secondo un portavoce della Cee, «largamente condivise» dai Dodici; lo sono, in particolare, da Paesi come Olanda, Danimarca e Germania, che più rigorosamente hanno ristrutturato negli ultimi anni. L'Italia, rappresentata ieri dal sottosegretario all'Industria Bruno Orsini, ha riserve specifiche sulla proposta di un tetto comune di aiuti. «Bisogna tenere conto delle situazioni regionali e delle differenze settoriali-, ha detto Orsini. Per questo l'Italia chiede ai partner della Cee una «rifles sione approfondita» sulla po/ litica europea in questo settore. «Potrebbe rivelarsi ne cessario — si afferma — prorogare il regime attuale per un certo tempo, per esempio per un anno-. Ma soprattutto, secondo Orsini, i problemi vanno affrontati «non avendo solo in mente considerazioni economiche-: a suo avviso va .fissata e difesa- una «soglia strategica di capacità produttiva-. Nel nuovo regime, che dovrebbe durare cinque anni, egli individua altre due necessità: quella di non bloccare le iniziative di ristrutturazione attualmente in atto e quella di allacciare un dialogo con la concorrenza giapponese e sudcoreana al fine di valutare congiuntamente lo sviluppo del mercato mondiale. Fabio Galvano

Persone citate: Bruno Orsini, Orsini, Peter Sutherland, Sutherland

Luoghi citati: Bruxelles, Corea Del Sud, Danimarca, Germania, Giappone, Italia, Lussemburgo, Olanda