Scesa da 6 a 4 miliardi la cauzione per Lo Prete di Claudio Cerasuolo

Scesa da 6 a 4 miliardi la cauzione per Lo Prete La decisione dei giudici torinesi per la truffa dei petroli Scesa da 6 a 4 miliardi la cauzione per Lo Prete TORINO — Per tornare in libertà il generale Donato Lo Prete, l'ex capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza imputato al processo per 10 scandalo dei petroli, dovrà versare una cauzione di 4 miliardi, due in meno rispetto ai 6 miliardi che gli erano stati richiesti in precedenza. Stando all'ordinanza della sesta sezione del tribunale che sta conducendo il processo sul colossale contrabbando (158 imputati, oltre 300 miliardi di imposte evase allo Stato tra 11 '74 e il '79), non esistono altri impedimenti, essendo anipiamenti scaduti i termini della carcerazione preventiva. Nell'apprendere la notizia dal difensore avv. Liliana Longhetto, il generale Lo Prete, che è detenuto a Novara, ha commentato con amarezza: 'Ho diritto di essere scarcerato, visto che ho già scontato tre anni di carcere di cui due in Spagna. Che si si prendano tutti i miei oeni e mi ridiano la libertà-. Il legale ha detto che ai beni del generale, compresa la sua pistola d'ordinanza, sono tutti sotto sequestro. Dunque, non si vede come potremo pagare una cauzione di quattro miliardi-, •Nei prossimi giorni — ha aggiunto l'avvocato Longhetto — mi incontrerò a Roma col figlio ultimogenito del generale, Nicola, che studia al Politecnico (la moglie e gli altri due figli vivono in Spagna, ndr). Con lui e con la madre del mio assistito, valuterò la possibilità di ottenere la cifra necessaria dai patrimoni famigliari, ma ritengo che non sarà possibile. Dopodiché, valuteremo se sporgere un'istanza al tribunale perché revochi la cauzione fissata, o se rivolgerci direttamente alla Cassazione-. Arrestato il 7 aprile dell'83 in Spagna, nella villa di Casteldefelds, nei pressi di Barcellona, il generale Lo Prete fu estradato in Italia il 2 febbraio dell'85, dopo una lunga battaglia per opporsi alla richiesta dei giudici italiani. Secondo i legali dell'alto ufficiale, avvocati Dean di Perugia e Longhetto, il periodo trascorso in Spagna andava computato come carcerazione preventiva, a differenza di quanto sosteneva il giudice istruttore Vaudano, il magistrato che ha condotto l'inchiesta sullo scandalo dei petroli. Il 12 marzo dell'86 la Corte di Cassazione, accogliendo la richiesta dei legali, ha demandato la questione ai giù dici che stanno processando l'ex capo di Stato Maggiore della Finanza e ieri nella sua ordinanza la sesta sezione ha accolto questo criterio. Essendo trascorsi più di tre anni dal momento della cattura, il generale può tornare in libertà. Resta però ancora il grosso ostacolo della cauzione. Oltre alle proprietà, ai quadri e agli altri oggetti di valore sequestrati, Lo Prete poteva disporre di ingenti somme depositate su due conti in Svizzera dai suoi familiari e chiusi nel '78. n giudice Vaudano ha accertato che tra il 76 e il '78, sui due conti sarebbero transitati oltre 10 milioni di dollari, cinque in una sola occasione. Stando all'ordinanza della sesta sezione, nel '78 Lo Prete poteva disporre di un milione e 800 mila dollari: •Tenuto conto delle ingenti spese sostenute dall'imputato in questi tre anni nelle sue battaglie legali, i 2 miliardi possono essere considerati un'equa cauzione-. A questi occorre aggiungere altri 2 miliardi richiesti dal giudice Vaudano che ha incriminato Lo Prete per concorso nella bancarotta fraudolenta della «Slpca> di Bruno Musselli. Sia Vaudano, sia la sesta sezione, vogliono cautelarsi contro la possibilità che uno dei principali' imputati nel maxi processo possa sottrarsi al giudizio. Il dibattimento, sospeso a fine maggio, riprenderà il 17 giugno prossimo, con un atteso confronto tra il petroliere Primo Bolzani e l'ingegner Egidio De Nile, ex capo deU'Utif di Milano. Claudio Cerasuolo