Perché l'Einaudi non resti guscio vuoto di Umberto Eco

Perché l'Einaudi non resti guscio vuoto UN APPELLO DEGLI AUTORI DELLA CASA EDITRICE IN VENDITA Perché l'Einaudi non resti guscio vuoto TORINO — Chi ha paura del commissario? Mentre l'avvocato Giuseppe Rossotto aspetta, entro il 17 di giugno, di ricevere nomi e cognomi dei gruppi o persone, intenzionate a concorrere all'acquisto della casa editrice Einaudi, partendo da un'offerta non inferiore a 27 miliardi, ottantatré fra i più illustri autori e collaboratori dello Struzzo di via Biancamano hanno messo, nero su bianco, le loro preoccupazioni. «... Chi comprerà la Einaudi comprerà un guscio vuoto*, avvertono, se il gruppo acquirente non garantirà •rigore, continuità, prestigio e competitività, sia dal punto di vista della gestione imprenditoriale, sia da quello della prospettiva culturale*. Come dire che ognuno di loro, da Natalia Oinzburg a Norberto Bobbio, da Franco Venturi a Federico Caffè, da Paolo Volponi a Dante Isella, •prenderà la propria strada, pubblicherà altrove, porterà ad altr\ editori ciò che ha potuto fare fin qui e ciò che sta facendo Il contenuto della lettera resa nota Ieri, a soli nove giorni dalla chiusura dell'asta, evidenzia 11 malessere che aveva colto collaboiatori e redattori all'indomani delle indiscrezioni sul possibili acquirenti. Tre sarebbero le cordate in corsa: la' prima guidata dal commercialista torinese Ouido Accornero, che unisce la finanziaria Fornara e l'editore veneziano Cesare De Mlchells della Marsilio; quella che fa a capo all'avvocato romano Pietro Guerra, che rappresenta il principe Aliiata. e collegata al Boroli, proprietari della De Agostini di Novara; infine il gruppo, che ha come consulente lo studio Ardito, costituito da forze editoriali: le Messaggerie della famiglia Mauri, la casa editrice Electa e la Bruno Mondadori. •La cessione, oggi, della Einaudi a una nuova proprietà, scrivono gli autori, ci appare come un fatto senz'altro positivo, segno che la crisi si è rimarginata ed è avviata a buon fine. Di questo va dato merito sia all'amministrazione straordinaria, che ringraziamo per l'impegno con cui ha svolto il proprio compito; sia ai dirigenti, ai redattori, ai dipendenti tutti, in cui riponiamo la massima fiducia. •Dalla nuova proprietà ci attendiamo alcune caratteristiche a nostro avviso imprescindibili: rigore, continuità, prestigio e competitività, sia dal punto di vista della gestione imprenditoriale, sia da quello della prospettiva culturale. Ci aspettiamo una proprietà capace di pensare la cultura come qualcosa che certamente ha un suo aspetto economico, da soddisfare in termini di redditività, ma consapevole anche che il libro è un prodotto dotato di una dignità sua propria: solo come tale va promosso, e solo come tale può fruttare nei bilanci di un'azienda*. Prosegue il documento: • Potrebbe accadere che anche la soluzione per la Einaudi si concluda, come spesso accade, in un compromesso politico, in un gioco di legami o parentele politiche; e potrebbe accadere che alcuni editori, en- trando nella proprietà, invece di portare un loro contributo specifico e nuovo alla continuità della linea e dello stile editoriale della casa, credano semplicemente di potere sfruttare ai propri fini un marchio prestigioso. •Se così fosse, sarebbe facile dire: ciascuno di noi prenderà la propria strada, pubblicherà altrove, porterà ad altri editori ciò che ha potuto fare fin qui e ciò che sta facendo, e chi comprerà la Einaudi comprerà un guscio vuoto (e questa volta vuoto non solo culturalmente ma anche economicamente). Ma non è questa la nostra intenzione: al contrario, intendiamo opporci sin da ora a qualsiasi ipotesi che lasci Intravedere speculazioni, dilettantismi, scadimento delle competenze; a qualsiasi presenza che non sia all'altezza del compito di mantenere la tradizione Einaudi e di rinnovarla. E lo faremo attraverso gli strumenti di diffusione e di opinione di cui ciascuno di noi dispone*. Tra gli ottantatré autor! che firmano l'appello, figurano anche Massimo Mila, Primo Levi, Tullio Regge. Umberto Eco, Alberto Arbaslno. Mario Rlgoni Stern, Federico Pelimi. Leonardo Sciascia, Giorgio Manganelli, Alberto Moravia, Federico Zeri, Nuto Revelli, Chichita Calvino. n. o.

Luoghi citati: Novara, Torino