I sudtirolesi dell'Heimatbund chiedono il distacco dall'Italia di Susanna Marzolla

I sudtirolesi dell'Heimatbund chiedono il distacco dall'Italia Conferenza stampa «all'estero», a Milano, senza le divise da Schutzen I sudtirolesi dell'Heimatbund chiedono il distacco dall'Italia MILANO — Dicono che non si fidano della stampa locale, la quale .troppo spesso ci fa fare una figura poco pulita.. Cosi, per dimostrare di essere .pente civile e normale che si batte democraticamente per il diritto all'autodeterminazione., i rappresentanti del SUdtiroler Heimatbund hanno scelto di tenere una conferenza stampa in un grande albergo milanese. Via le divise degli Schutzen, i cacciatori nati per difendere le tradizioni sudtirolesi, via gli slogans anti-italiani, anche abbigliamento e tono servono alla nuova immagine: quella di un'organizzazione che vorrebbe legittimamente rappresentare gl'interessi di una .minoranza oppressa., restando .al di sopra dei partiti.. Negano perciò ogni matrice nazionalista e reazionaria: Non siamo nazisti., .Smettetela di considerarci di destra., è stato ripetuto più volte e con veemenza. Ad aiutare l'Heimatbund in questa operazione, organizzazioni autonomistiche regionali (Lega Veneta, Unione Piemontese, Lega Lombarda) che, impegnate nel tentativo di assimilare un malcelato campanilismo con la ben diversa questione sudtirolese, hanno sorvolato sulle posizioni e sulle origini dell'Heimatbund. Un avallo «politico» che l'organizzazione sudtirolese ha accolto con palese soddisfazione, tutta tesa a dare •all'estero», cioè in -Italia, un'immagine diversa e democratica rispetto a quella che, appare dalla sua stòria e da una serie di fatti recenti. .Abbiamo già dichiarato più volte — si legge in un pro-memoria consegnato ai giornalisti — che gli atti di violenza sono controproducenti alle nostre aspirazioni e vanno pertanto condannati.. A ribadire questo concetto è l'anziano presidente dell'organizzazione, Hans Stieler. che era stato in carcere pei gli attentati negli Anni Ses¬ santa («lo ho pagato il mio debito — risponde a chi gli ricorda il suo passato — come gli altri prigionieri politici tirolesi; il materiale bellico l'ho solo nel cuore.) ed Eva Klotz, eletta con tremila preferenze al Consiglio provinciale di Bolzano. Trentacinque anni, carina e determinata, è la figlia di Georg Klotz, condannato a diciotto anni sempre per gli attentati negli Anni Sessanta. Un manifesto appeso nella sala della conferenza stampa riassume l'obiettivo ufficiale dell'organizzazione: uno Star to libero e indipendente del Sud Tiralo in cui possano convivere 1 tre gruppi etnici (tedeschi, italiani e ladini) in una federazione di tipo svizzero. Per raggiungere quest'obiettivo l'Heimatbund dice di voler percorrere la via del «plebiscito., in cui .la popolazione possa liberamente decidere, come non ha mai potuto fare finora, se restare o no con l'Italia.. Nel futuro Stato, la convi¬ venza civile sarebbe assicurata, ed anche il benessere economico, poiché già ora 11 livello di vita in Alto Adige è superiore alla media nazionale italiana. Gli episodi d'intolleranza sarebbero Infine superati perché essi sono solo il frutto dell'.oppresi-jone. nei confronti della popolazione tedesca e dei -privilegi* di cui tuttora godrebbero gl'italiani. A seguire l'Heimatbund ci sono quattromila iscrìtti, .ma i nostri simpatizzanti — dicono — sono moiri di più.. Crìtico verso il presidente della Svp, Magnago, «che dai 1977 ha totalmente abbandonato la strada dell'autodeterminazione, e ancor più critico verso Langer di Nuova Sinistra, che .si batte per la mescolanza dei gruppi etnici., l'Heimatbund vuole però essere considerato politicamente .aperto.. L'appoggio delle organizzazioni regionaliste è stato il primo passo in questo senso. • Susanna Marzolla

Persone citate: Eva Klotz, Georg Klotz, Hans Stieler, Langer, Magnago

Luoghi citati: Bolzano, Italia, Milano