Il menato è stagnante ma il trattore resiste

Il menato è stagnante ma il trattore resiste La meccanizzazione risente della crisi agricola Il menato è stagnante ma il trattore resiste Sono soprattutto le vendite inteme a preoccupare i costruttori, riuniti in assemblea - Meno import, più export: saldo attivo di 1<M5,3 miliardi MANTOVA — Legato com'è alle fortune dell'agricoltura, il settore della meccanizzazione agricola non può non risentire della stagnazione che da anni grava sul nostro settore primario. E infatti anche l'85 è stata un'annata difficile per trattori, mietitrebbie, macchine e attrezzi agricoli. Tuttavia, le macchine agricole italiane tengono bene anche in questo momento di crisi, soprattutto per merito delle esportazioni. Lo ha detto Piero Laverda, presidente Unacoma (Unione costruttori macchine agricole) all'annuale assemblea che si è tenuta venerdì scorso presso l'azienda «Bondioli e Pavesi» nello stabilimentoo di Suzzara. Vediamo questi risultati. Il macchinario per l'agricoltura nel suo complesso (trattrici finite, trattori incompleti e parti staccate di ricambio, macchine e attrezzature agricole, macchine per il giardinaggio) ha registrato l'anno scorso una produzione di 731.600 tonnellate per un valore di 5.433 miliardi di lire, con un incremento del 37o in peso e dell'11% in valore rispetto al 1984. I dati in sé — ha detto Laverda — indicano la validità dell'iniziativa imprenditoriale italiana nel settore, ma presentano una chiave di lettura non proprio ottimistica per un discorso in prospettiva. In effetti i risultati conseguiti nell'85. anche se leggermente superiori a quelli dell'anno precedente, sono ben lontani dalle punte produttive del 1980 (828 mila tonnellate di solo macchinario agricolo). Preoccupante la continua stasi del mercato intemo (+ 0,68% per le trattrici, —1,28 per le macchine agricole operatrici), che dopo tre anni C81-'83) di notevole flessione si è assestato su valori modesti -tali — ha detto Laverda — da non assicurare nemmeno il normale ricambio fisiologico delle macchine preposte alla cosiddetta meccanizzazione di base, cioè i trattori. E le prime valutazioni sull'andamento del 1986 sono completamente scoraggianti sulle possibilità di ripresa, a breve periodo, della meccanizzazione agricola in Italia*. Come sempre, è confortante l'andamento della bilancia commerciale del settore. Abbiamo importato meno trattori (—15,35% in numero e —9,41% in peso); globalmente nel 1985 gli acquisti all'estero hanno inciso per il 13.02% sugli acquisti fatti dagli agricoltori italiani, cifra sintomatica e indicativa della fiducia riposta nelle macchine di produzione italiana. Le esportazioni sono salite dei 2,80%, con una vendita all'estero complessiva pari al 51,19% dell'intera produzione nazionale. La bilancia commerciale del settore ha presentato un consistente attivo, pari a 1945,3 miliardi di lire, con un miglioramento del 10,63% sul 1984. Non dimentichiamo che gran parte di questo successo è dovuto a una sola azienda. Fiat Trattori, che l'anno scorso ha confermato la sua leadership europea, con una perorazione salita dal 16 al 17%, e malgrado una contrazione del mercato pari al due per cen- 10 Lb.

Persone citate: Bondioli, Piero Laverda

Luoghi citati: Italia, Mantova, Suzzara