Ora troppi sui Btp di Renato Cantoni

Ora troppi sui Btp Ora troppi sui Btp Il panorama monetario e finanziario italiano continua a sfornare novità e notizie interessanti. Nonostante il ripiegamento della Borsa, che anche questa settimana, dopo la prima seduta di martedì in netto recupero, ha poi mostrato una grande prudenza degli investitori e una prevalenza di realizzi, alcune grosse operazioni finanziarie hanno attirato l'attenzione di una massa di risparmiatori cui si sono affiancati i fondi comuni e .altre istituzioni. La Montedison ha lanciato un grosso prestito in franchi svizzeri con la possibilità di sottoscrivere azioni di risparmio Iniziativa Me.Ta e Mediobanca ha offerto certificati rappresentativi di azioni della svedese Electrolux. Nel frattempo un pacchetto di azioni della Comau del gruppo Fiat e stato «bruciato» in poche battute. Alquanto negativo, viceversa, è stato nel suo complesso l'andamento dei numerosi aumenti di capitale: la trattazione dei diritti d'opzione si è conclusa giovedì in Borsa con un forte flusso di vendite che hanno depresso, in qualche caso incisivamente, le quotazioni. La causa principale del fenomeno è da attribuirsi a problemi amministrativi: le nuove azioni infatti — insegna l'esperienza recente — devono attendere mesi e. mesi prima di essere quotate e nel frattempo hanno scarsissimo mercato, con frequenti irregolarità di corso; inoltre le banche, oberate dal lavoro, preferiscono consigliare alla clientela di realizzare i diritti e simile comportamento hanno quasi sempre mostrato gli stranieri. Nel settore del reddito fisso la diminuzione del tasso di sconto si è ripercosso positivamente sul mercato: i corsi sono saliti per i valori a tasso invariabile e gli operatori specializzati si sono lanciati alla caccia dei titoli di nuova emissione. Ciò spiega quanto è accaduto alla consueta offerta di Buoni Poliennali del Tesoro a scadenza quinquennale. In previsione di riparto i sottoscrittori hanno moltiplicato le quantità prenotate, tanto da giungere ad esagerazioni senza precedenti: dinanzi a 1500 miliardi di Btp messi in vendita dal Tesoro ne sono stati richiesti oltre 28.000 e, nonostante l'aggiunta da parte dell'emittente di altri 1000 miliardi, il riparto è stato inferiore al 9%. Così continuando, il gioco potrebbe farsi pericoloso perché la discesa dei tassi d'interesse potrebbe a un certo punto arrestarsi e gli operatori più audaci si trove rebbero stracarichi di titoli con un mercato riflessivo o addirittura cedente. Proba bilmente la grande domanda di Btp è originata dal conti nuo successo che incontrano fra i risparmiatori i fondi comuni. In maggio le nuove sottoscrizioni hanno superato i 5700 miliardi, in buona parte investiti dai gestori in valori a reddito fìsso. Inoltre molli Cct sono stati trasformati in Blp. (ìrunde interesso ha intanto suscitato la presentazione di un ddl per la creazione di una «nuova lira». Di un'operazione del genere si parla da oltre dieci anni, ma mancava l'occasione favorevole per impedire che un'iniziativa di questo tipo sortisse effetti inflazionistici. Era necessario un periodo di inflazione e tassi decisamente calanti come l'attuale. La soppressione di tre zeri (le mille lire attuali diventeranno una lira nuova) non è né un'operazione di cosmetica né un'azione rivoluzionaria, ma qualcosa che sta nel mezzo. Vi saranno degli aggiustamenti di prezzo nei due sensi e occorrerà qualche anno, come già accadde in Francia, per abituarsi al nuovo modo di far di conto ma sarà finalmente soppressa la vertiginosa moltiplicazione delle cifre che portano spesso a errori La Borsa dovrà superare diverse complicazioni concernenti i titoli che hanno un modesto valore nominale e una quotazione inferiore alle mille lire. Saranno necessari raggruppamenti come già è previsto per l'Olccse. Singolare é il caso delle Banche Popolari, le cui azioni hanno sempre un valore nominale di 500 lire, pari a 50 centesimi di lire nuove. Sarà forse arrivato il momento opportuno per apportare modifiche alle norme che sono alla base di queste istituzioni creditizie. Per esempio la limitazione a 30.000 titoli prò capile, ora in vigore, dovrebbe essere opportunamente aggiornata, permettendo cosi ai fondi comuni di prendere in esame per i loro investimenti anche questo settore. Renato Cantoni ,_ La settimana , in borsa

Luoghi citati: Francia