Reagan: per il Salt inutili le pressioni di Ennio Caretto

Reagan: per il Saltinutili le pressioni Congresso e alleati sono avvertiti Reagan: per il Saltinutili le pressioni Tornerebbe indietro solo se Mosca «cambiasse politica militare» Giovedì Shultz spiegherà a Andreotti le ragioni di Washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Reagan ha respinto le pressioni del Congresso e Ite richieste di alcuni Paesi alleati — la prima é stata l'Inghilterra — di tornare sulla decisione di abolire entro la fine dell'anno il trattato Salt-2 sulla limitazione delle armi strategiche, a meno che l'Urss non modifichi la sua politica militare. Rispondendo venerdì sera alle domande dei giornalisti sulle mozioni in preparazione alla Camera e al Senato per imporre a Reagan l'osservanza del Salt-2, il portavoce Speakes ha detto che il Presidente ■ terrà in considerazione i loro punti di vista-, ma che •ha ormai preso la sua decisione». Reagan ha inoltre disposto che il Dipartimento di Stato e il ministero della Difesa tornino a spiegare le ragioni della sua scelta sia al Senato e alla Camera, sia agli alleati europei. Cosi facendo, Reagan ha posto fine a una violenta polemica scoppiata tra il Pentagono e la diplomazia Usa: di fronte alla reazione negativa dell'Europa, 11 primo aveva infatti accusato la seconda di non avergli fornito >tuttl gli elementi necessari a un giudizio sereno». Il segretario di Stato Shultz sarà «In trincea-: giovedì mattina testlmonierà al Congresso, e nel pomeriggio avrà un colloquio con il nostro ministro degli Esteri Andreotti. Secondo 11 Los Angeles Times, Reagan prese la dscislcne di abbandonare 11 trattato due settimane fa, sebbene al' l'inizio di maggio avesse det to agli alleati a Tokyo che avrebbe continuato a rispettarlo. Il quotidiano sostiene che il Presidente si persuase dell'impossibilita di un dialogo serio con l'Urss dopo una burrascosa visita di un diplo¬ matico sovietico al Dipartimento di Stato. Il Cremlino aveva fatto balenare a Reagan la possibilità di qualche progresso ai negoziati di Ginevra sul disarmo, e quella di un incontro del ministro degli Esteri Shevardnadze con Shultz in vista del vertice con Gorbaclov. Il diplomatico sovietico escluse invece entrambe, e il 27 maggio il Presidente annunciò la sua scelta. Nel giorni successivi, Shultz richiamò l'ambasciatore americano Hartman da Mosca per consultazioni, sollecitando al Cremlino l'invio a Washington del successore dell'ambasciatore sovietico Dobrynin, oggi consigliere di Gorbaclov per la politica estera. Il successore, l'amba- sciatore Dubinin. è arrivato venerdì e andrà dal segretario di Stato domani o dopodomani. E' l'estremo olite di Reagan per la convocazione del summit, ritenuto l'unica via d'uscita possibile dall'impasse creatasi tra le superpotenze. Ma il Presidente intende chiarire al Congresso e agli alleati — e Shultz lo dirà Andreotti giovedì — che non farà alcuna concessione al l'Urss: piuttosto rinuncerà al vertice. Un consulente della Casa Bianca ci ha confermato che il Capo di Stato americano è irremovibile, perché convinto che con Mosca si riesca a trattare solo da una posizione di forza. Reagan si rende conto di rischiare molto: la sua Presidenza potrebbe finire senza un altro summit, e soprattutto senza un accordo sul disarmo in sostituzione del Salt-2. Ma più che queste considerazioni, pesa sul Presidente la determinazione di ammodernare le difese nucleari, e soprattutto di procedere con lo ■ scudo spaziale». Proprio per questo, nonostante le rassicurazioni ufficiali, nel caso che la crisi con l'Urss si aggravi gli Stati Uniti potrebbero denunciare unilateralmente anche il trattato Abm. Nel tentativo di bloccare il Capo dello Stato, il Congresso ha assunto tre iniziative collegate tra di loro. La prima è l'invio di una risoluzione non vincolante alla Casa Bianca per il mantenimento del Salt-2; la seconda è il varo di una mozione che proibisce i finanziamenti alle armi che violerebbero il trattato. La terza è un emendamento al bilancio della Dife sa per l'87, che subordinerebbe l'erogazione dei fondi all'adesione al Salt-2. Ennio Caretto