Si vota, fine d'un incubo di Tito Sansa

Si vota, fine d'un incuba Malgrado le accuse, a Vienna le previsioni danno vincente il candidato de sullo «sconosciuto» Steyrer Si vota, fine d'un incuba La polemica ha spaccato il Paese e diviso le famiglie - Le profezie inascoltate di Kreisky - Sale l'intolleranza versole «calunnie» della stampa straniera - Introvabile «Time»: lo staff di Waldheim ne avrebbe fatto incetta per nascondere un articolo sulT«arte di dimenticare» - Ma il dibattito sul nazismo porrebbe proseguire a lungo DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — L'odierno bai-, lottagglo tra Kurt Waldheim (appoggiato dal partito popolare, democristiano) e Kurt Steyrer (candidato socialista) per la presidenza della Repubblica sarà per cinque milioni e mezzo di elettori austriaci una liberazione, la fine di un Incubo. Non perché, secondo le previsioni di tutti 1 sondaggi demoscopici, nuovo capo dello Stato diventerà l'ex segretario generale delle Nazioni Unite, Indiziato di crimini nazisti, ma perché terminerà, dopo tre mesi, la più lunga e aspra campagna elettorale della seconda Repubblica, che ha provocato una profonda spaccatura nel Paese, già tradizionalmente diviso In neri e rossi. Ci sono famiglie — raccontano colleglli austriaci — dove, a causa di Waldheim, marito e moglie, genitori e figli non si parlano più da settimane. E ricordano che l'ex cancelliere Bruno Kreisky aveva ammonito a non eleggere l'ex segretario delle Nazioni Unite perché la sua persona, anziché riconciliare, avrebbe -spaccato ancora di più il popolo: Tra gl'intellettuali di sinistra che nel giorni scorsi hanno firmato un appello a non eleggere un uomo 'Sospettato di crimini di guerra che ha mentito e ci ha ingannato; molti sono tuttavia dell'opinione che «r.on tutto il male viene per nuocere: Se Waldheim fosse sconfitto, diventerebbe un martire, si direbbe che è vittima della propaganda straniera. Ancora ieri Otto Schulmeister, l'editore del più autorevole quotidiano austriaco, Die Presse, scriveva che si è trattato di una •campagna del Congresso mondiale ebraico in combutta con una mafia dell'informatone, e che « Waldheim ha appoggia' to la politica filo-palestinese di Kreisky, per cui hanno chiesto vendetta: L'elezione di Waldheim a capo dello Stato dovrebbe invece tenere aperta in Austria e all'estero la discussione sul' passato nazista del futuro presidente e di centinaia di migliaia di connazionali 'maestri nell'arte di dimenticare». A tale proposito vi è da rilevare che 11 penultimo numero del settimanale ameri' cano Time, con la cover-story ^L'Austria, l'arte di dimenti' care», è misteriosamente sparito da tutte le edicole di Vienna. Secondo voci raccolte in ambienti giornalistici le copie sarebbero state compe rate in blocco dal comitato elettorale di Waldheim per evitare che finissero nelle mani degli elettori. E' preferibile la vittoria di Waldheim — dicono sempre gl'Intellettuali — perché cosi l'Austria -dovrà mostrare il suo vero volto». Come reagiranno 1 cittadini — si domandano — quando, com'è probabile, al neoeletto non giungeranno i consueti telegrammi di congratulazioni di alcuni Capi di Stato? O quando, come ha preannunciato Gerusalemme, l'ambasciatore israeliano a Vienna verrà richiamato in patria? O se gli Stati Uniti e altri Paesi dichiareranno Waldheim persona non gradita e gli vieteranno l'ingresso? Alcune settimane la, le accuse contro Waldheim sembravano aver risvegliato in Austria l'antisemitismo latente. Ora, a leggere i giornali e a parlare con la gente, bisognerebbe essere ciechi e sordi per non avvertire un'intolleranza del tutto nuova: quella verso la stampa straniera, soprattutto quella americana e tedesca, che -s'intromette nei nostri affari interni: I quotidiani austriaci, con poche eccezioni, sono su questa linea che sfiora la xenofobia, parlano di -calunnie» di •complotto', hanno adottato l'autocensura delle notizie dall'estero sfavorevoli a Waldheim, mentre evidenziano quelle positive per il candidato. Ieri, per esempio, nessuno ha pubblicato la notizia che dieci letterati francesi hanno firmato un appello agli austriaci affinché non votino Waldheim perché la sua elezione «sarebbe una macchia indelebile per la reputazione del popolo austriaco e un insulto a sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti». La parzialità dei quotidiani è tale che Peter Lingens, direttore del settimanale Pro/il (iniziatore delle rivelazioni sul trascorsi nazisti di Waldheim). in un articolo dal titolo 'Il diritto di vomitare», scrive: -Gli articoli dei miei colleghi su Waldheim sono stati così di parte che arrossisco dalla vergogna ogni volta che incontro un giornalista straniero». Con 11 ballottaggio di oggi e la vittoria di Waldheim, milioni di austriaci che da molte settimane vanno ripetendo -Basta, voglio la mia tranquillità», sperano che l'Austria tornerà quella di prima, del Festival di Salisburgo, dei cavalli lipizzani, del «ragazzi cantori» e della torta Sacher. Purché das Ausland (l'estero) la smetta di frugare nel suo passato. Altrimenti andrà come ier l'altro al professore Langenbucher, docente all'Istituto di pubblicistica, che durante un dibattito di élite ha messo in guardia dalle conseguenze politiche che l'elezione di Waldheim avrà per l'Austria. Due terzi dei convenuti hanno abbandonato la sala In segno di protesta. Perché Langenbucher è tedesco. Divisi insanabilmente tra di loro, gli austriaci fanno fronte comune quando la critica viene da fuori. E' questo — secondo gl'istituti demoscopici — il motivo primo della prevista vittoria di Wal- dheim. Tito Sansa