LaCee: in Medio Oriente una sconfitta diplomatica di Fabio Galvano
LaCee: in Medio Oriente una sconfitta diplomatica Riuniti in Olanda i ministri degli Esteri LaCee: in Medio Oriente una sconfitta diplomatica DAL NOSTRO INVIATO HEFMSKERK (Olanda) — La situazione nel Medio Oriente non lascia spazi all'Iniziativa della Cee per un dialogo fra Europa e mondo arabo: la mancata disponibilità siriana ad appoggiare la missione esplorativa comunitaria — la conferma è venuta Ieri da fonti diplomatiche — sembra decretare un altro fallimento della diplomazia europea e getta un'ombra di pessimismo sui due giorni di consultazione dei ministri degli Esteri dei Dodici. Riuniti a Nord di Amsterdam nel duecentesco castello Marquette, nel cuore di una campagna olandese Ieri fredda e battuta da una pioggia insistente, i ministri hanno sfruttato al massimo il particolare carattere di riservatezza dell'occasione: le notizie finora trapelate dal castello (recentemente trasformato in lussuoso albergo) sono frammentarle e velano par talmente le amare constatazioni del Dodici sul Me dio Oriente. Oggi 1 responsabili della diplomazia comunitaria passeranno In rassegna i temi da discutere al vertice europeo di fine mese all'Ala; discuteranno i rapporti Est-Ovest (quindi anche l'atteggiamen to europeo nel dopo Halifax, brevemente affrontato Ieri durante la colazione, di fronte alla decisione americana di non rispettare il Salt 2); affronteranno anche i rapporti talora difficili fra la Comunità e gli Stati Uniti, In campo non solo commerciale. Ma, nella prima giornata di quest'attesa occasione di riflessione e impulso per la politica comunitaria, hanno tentato una valutazione della crisi nel Mediterraneo, anche alla luce delle più recenti misure adottate dal singoli Paesi nel confronti della Libia; ed è stato l'intero quadro mediorientale, più che il tassello libico, a dominare le discussioni. Il ministro olandese Van den Broek ha riferito dei suoi incontri a Tunisi con Arafat e con il segretario generale della Lega araba, Chadli KUbl; Andreotti, che oggi raggiungerà in Irlanda 11 presidente Cossiga, ha a sua volta esposto le conclusioni del suo recente viaggio in Israele. Esaminati anche la situazio¬ ne in Libano («sempre più preoccupante») e gli 'allarmanti» sviluppi in Egitto (ma non si è parlato del «plano Marshall» chiesto da Peres per 11 Medio Oriente), i ministri hanno espresso il loro pessimismo. Come ha osservato Andreotti, «occorre lavorare ancora con discrezione e senza chiasso, per far maturare le condizioni possibili di sicurezza per tutti, compresi Israele e palestinesi». Il fallimento del dialogo politico con 11 mondo arabo è appena smussato dal giudizio d'Insieme sull'esito dell'azione europea verso la Libia; in particolare dalla convinzione, espressa da alcuni dei ministri, che abbia avuto ripercussioni anche in un più ampio contesto arabo. Cosi Indicherebbe, per esempio, il ■Ravvicinamento siriano all'Iraq, visto dai ministri comunitari — ora che anche Damasco è stata coinvolta nelle accuse di terrorismo — come un passe per evitare un peri¬ coloso Isolamento. La sostanza, ammettono i ministri, è che l'Europa ha fallito nella sua iniziativa; ma se «non pare che ci siano spazi», come ha detto Andreotti, è parallelamente evidente la volontà di continuare In un'azione diplomatica a tempi lunghi. In precedenza, e prima di affrontare anche una valutazione delle rinnovate tensioni in Sud Africa, 1 ministri hanno discusso i problemi dell'America Centrale e Meridionale, registrando «con rammari co» che il piano di pace di Contadora segna il passo. Per quanto riguarda 11 Nicaragua i Dodici si sono pronunciati per una duplice azione: da una parte presso il governo sandlnista. nella speranza di un'evoluzione verso una 'normalizzazione democratica della situazione interna»; dall'altra in direzione di 'tutti i Paesi che oggi creano difficoltà nel Nicaragua». Fabio Galvano
Persone citate: Andreotti, Arafat, Chadli Kubl, Cossiga, Peres
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