Vento del 2000 sull'isola Berlino di Mario Ciriello

Vento del 2000 sull'isola Berlino UN ESUBERANTE RISVEGLIO: OTTIMISMO, TECNOLOGIA E LA RICERCA DI UN VOLTO NUOVO Vento del 2000 sull'isola Berlino A duecento chilometri a Est della cortina di ferro, sembrava destinata a diventare un cimelio - Invece, la sua metà occidentale è diventata l'unica, vera grande città tedesca - Due università, 200 istituti di sperimentazione, capitali copiosi - Musei, teatri, la Filarmonica di Karajan, mostre, festival -1 berlinesi si sono abituati al Muro: «Ormai c'è, non sarà la retorica a sgretolarlo» - E pensano di trasformare interi quartieri DAL NOSO INVIATO DAL NOSTRO INVIATO BERLINO OVEST — I piaceri di Berlino sono infiniti. Musei, teatri, la Deutsche Oper, la Filarmonica, che con Herbert von Karajan è divenuta forse la più celebre orchestra del mondo, esposizioni, festival, convegni letterari, cultura con la «c» maiuscola e la ce» minuscola, gusti per tutti i palati, dal Fidelio di Beethoven alle operette viennesi, dai musicali ai cabarels, dall'aulico all'irriverente. Oppure, basta sedersi da Kanzler o da Kempinski, sulla Kurfurstendamm, per strana alchimia un boulevard brutto e insieme elegante e, come dice la canzone, Watch the world go by, osservare il mondo che passa. Il mondo dell'unica, vera, grande città tedesca. Quella che per molto tempo fu chiamata Spreeathen, Atene sulla Sprea. A tutti questi piaceri se ne aggiunge, oggi, un altro: l'ottimismo. Lo si respira ovunque, ora più baldanzoso ora più cauto, ma sempre effervescente, lo si sente in quasi ogni conversazione, nei propositi individuali e collettivi per il futuro. Berlino Ovest non t mai ..tata incline al pessimismo, a qve&'Àfigsl che tende un velo sull'animo dei tedeschi fra Elba e Reno: ma il futuro era sempre parso troppo incerto, troppo fragile per meritare più di uno sguardo rapido e distratto. Quasi 200 chilometri a Est del sipario di ferro, l'atollo berlinese sembrava destinato a divenire un'eccentricità, un homunculus esangue, un malinconico cimelio. Nell'87 celebra i ' 750 anni: progetti, idee L'anno prossimo, invece. Berlino Ovest celebrerà 750 anni di vita (lo stesso farà Berlino Est, ma separatamente) e si varrà del genetliaco, quindi del passato, per brindare all'avvenire. E' tutto un fiorire di progetti, di idee, di ambizioni. Si vuole qualcosa di più duraturo di una festa scintillante, si vuole un nuovo capi tolo. Si vuole perfino dare alla città un nuovo magnifico centro, un nuovo cuore storico, recuperando e trasformando, con slancio geniale, interi quartieri. Al Senato, il governo localo, i funzionari dicono: «Gli anni grigi sono finiti. Berlino è stanca di sopravvivere, desidera vivere, intende sfoggiare tutte le sue grandi doti». Oppure: -£' un risveglio dopo un lungo letargo». L'cvoluziqne^è stata lenta;. Principio nell'ai, quandi^Ri;, chard Vori" Wéljisacker, il giù* dizioso leader democristiano che sarebbe divenuto poi presidente della Repubblica Federale, spezzò la supremazia socialdemocratica a Berlino e fu eletto borgomastro. Weizsàcker abbassò subito la temperatura della città, che troppe volte era stata scena di disordini e violenze, e diresse l'attenzione dei berlinesi verso le doti, i «muscoli», come li de¬ finì, della loro metropoli. Un giornalista narra: «Non fu un'operazione facile. I berlinesi vìvevano in quello che si potrebbe chiamare uno slato di filosofica rassegnazione. Weizsdcker fu il primo a dire che Berlino poteva, e doveva, fare di più, in ogni campo, che non doveva addormentarsi sui sussidi della Repubblica Federale». I frutti seminati da Weizsàcker vengono raccolti adesso |^.aRO succen89.w,:p.ure àgmof cristiano, giovane, quarantaquattro ahrùTe per "dì più ber' linese, Eberhard Diepgen. Finora, almeno, la metamorfosi è riuscita. Si parla una nuova lingua. I berlinesi hanno scoperto d'essersi abituati al Muro, una scoperta importante perché, come ha osservato un esponente politico, «abbiamo cessato di sentirci eroi e abbiamo finalmente affrontalo i nostri problemi quotidiani». E' finita l'epica, comincia la pro¬ sa. Si e dissolta la convinzione che. a Berlino, tutto sia provvisorio, instabile. Nove berlinesi su dieci rispondono oggi: «Il Muro c'è, fa ormai parte della nostra geografia, non sarà cerio la retorica a sgretolarlo. Una riunificazione tedesca è possibile solo nei sogni di certi politici a Bonn. Americani, inglesi, francesi continueranno a proteggere Berlino Ovest e i russi non rischieranno guerre per agguantare.xquesl'isolotto. Ecco le realtà». «Una metropoli tra Parigi e Mosca» E, così, la «malata» Berlino si è accorta di non essere poi tanto inferma. Grande città industriale (ogni voce rammenta: «Tuttora, la più importante tra Parigi e Mosca»), due Uni versi tà, duecento istituti di ri f cerche e sviluppo, capitali copiosi, finanzieri e imprenditori con esperienza internazionale, una secolare tradizione di vitalità c tolleranza (alla fine del XVII Secolo, dei 10 mila berli nesi, 5 mila erano ugonotti francesi. Sotto il nazismo, fu il luogo dove più cittadini tenta rono di salvare gli ebrei). Non manca neppure lo spazio, perché Berlino Ovest è la città tedesca con la superficie più vasta, superata soltanto . da Amburgo, una superficie di cui fiacri il 40 per cento è tuttora occupato da magnifici boschi parchi e giardini, da laghi, fiumi e canali. In tutto. 32 chilometri da Nord a Sud, 29 da Est a Ovest. E* una città da riscrivere Per milioni di lettori, in tutto il mondo, Berlino è una metropoli fantasma, la scacchiera su cui lo spionaggio internazionale tesse i suoi giochi più audaci e pericolosi. Senza le due Ber¬ lino, l'industria del thriller non fiorirebbe da quarantanni, un raro caso di boom permanente. Ma, adesso, i berlinesi' dell'Ovest parlano sempre meno del Muro e di Chcckpoint Charlic e sempre più delle proprie industrie. La disoccupazione li assilla più dei tentativi tedesco-orientali di ottenere un riconoscimento internazionale della frontiera che, de facto, divide tuttora i tre settori occidentali dal settore sovietico. Il messaggio del ministro berlinese dell'Economia è semplice: «Fate più soldi che potete. Più ne accumulerete, più sarò felice». Ecco perché, questa nuova Berlino esorta il visitatore a compiere il breve viaggio fino al quartiere di Wedding e a fare la conoscenza di Big e di Tip. Sono le iniziali di due intelligenti iniziative, miranti, entrambe, a creare vivai di alta tecnologia. In due magnifici esempi di architettura industriale del secolo scorso, i vasti edifici di Big e Tip, uno accanto all'altro, a un tiro di sasso dal Muro, accolgono piccole ditte che s'avventurano su nuove strade della tecnologia e che accolgono con slancio la collaborazione della famosa Technische Università!. Sono delle «incubatrici», ancora esplorative, ma dinamiche, ricche di possibilità. Tanto che il Senato e l'Università pensano di «privatizzarle». Sempre più diversa dalla Germania Berlino è sèmpre stata la capitale tecnologica della Germania: poi ha perso terreno, qualitativamente e quantitativamente, a vantaggio del Sud, Baviera e Baden-Wurtlembcrg. Nel nuovo clima, l'esodo si è fermato, la tendenza si è anzi invertita. La Siemens aprirà due stabilimenti, uno per la fabbricazione di sistemi elettronici di controllo, l'altro per produrre fibre ottiche. La Schering ac¬ crescerà la sua presenza berlinese con un nuovo istituto di tecnologia genetica. E' apparsa la Ford, con un impianto per accessori. E la Nixdorf, la massima forza tedesca nel settore computer e data processing, già espande varie sue attività, attingendo alle risorse scientifiche e umane della Te chnische Università!. E' una strada lunga e faticosa. Il governo di Bonn finanzia oltre la metà del bilancio berlinese, i soli sussidi diretti supe rano gli otto miliardi di mar chi l'anno; troppi sono i giova ni privi di qualsiasi competen za tra gli immigrati, una moltitudine che rappresenta ben il 13 per cento dei due milioni di abitanti. Ma vi sono progressi su tutto il fronte. La sovvenzione federale al bilancio calerà quest'anno dal 55 al 53 per cento; un numero crescen te di turchi cerca qualificazioni e specializzazioni. «No, ho cambialo idea, resto». E' quan lo dicono centinaia di berline si, di nascita o d'adozione. E la spiegazione e sempre la medesima. «Sino a due, tre anni fa Berlino Ovest pareva sul viale del tramonto. Anche il suo rubicondo carotiere si era ap pannato. I newyorchesi dicono I love New York. Qui, adesso, gridano I love Berlin e sono sinceri». Non è difficile «amare Berti no». Troppo spesso il visitatore vede nei 165 chilometri di Muro la principale attrazione, vuole provare il brivido d'esse re nella città più anomala del mondo, alla porta d'ingresso non soltanto della Germania Est ma dell'intero impero comunista (Un graffito sul Muro, nei pressi della porta di Brandeburgo, avverte: «Ultima Coca Cola, fino al Giappone»). Oppure-cerca una conferma a tutto ciò che ha visto nei libri e sugli schermi, quindi malinconia, claustrofobia, suicidi, solitudini, spie che vengono dal freddo, ecc. Berlino Ovest è l'opposto. E' simpatica, è briosa, con la tenace vitalità di tutte le vere metropoli, con un edonismo sconosciuto nella Germania di Bonn. Si può dire anzi che Berlino Ovest diventa sempre più di versa, nei gusti, nelle idee, nella way of life. dalla Repubblica Federale. Berlino non aveva mai occupato un cantuccio privilegiato nel cuore degli altri tedeschi, era troppo irriverente o troppo cosmopolita, troppo ebraica o troppo intellettuale: e adesso che la città dev'essere mantenuta dall'Ovest questa antipatia si è rafforzata (cosi come i tedeschi della Repubblica Democratica non hanno molto affetto per i berlinesi dcTTEsi). Un modo di dire benvenuto al futuro Il 750° anniversario sarà un inno alla berlinità. Un giorna le già ricorda: «E' ora di celebrare la straordinaria capacità, berlinese di rinascere dalle ce neri di ogni catastrofe». L'em¬ blema cittadino è l'Orso. Dovrebbe essere piuttosto una Fenice o una Salamandra. Hitler voleva distruggere la vecchia Berlino imperiale e affidò ad Albert Speer il compito di creare una «capitale mondiale» con il nome latino Germania. La capitale fu invece sventrata dalla guerra e dal sipario di ferro; la parte più bella, più storica è rimasta a Est; la Kurfurstendamm, un'arteria commerciale, si è trovata eletta all'imprevisto ruolo di Quinta Avenue e di Champs Elysées. Pazienza, mezza città soltanto, dicono oggi i berlinesi, ma, allora, diamole un volto più armonioso, più maestoso, più razionale. Si creerà un nuovo «asse urbano» Nord-Sud, parallelo al Muro; si riordineranno interi quartieri; si ripristineranno vecchie glorie come il Reichstag. Addio al provvisorio, benvenuto il futuro. Mario Ciriello Berlino Ovest. La moderna linea della Deutsche Oper. La città ha una delle orchestre sinfoniche migliori del mondo Berlino Ovest. Breitscheidplatz con la chiesa bombardata lasciata quale simbolo della seconda guerra mondiale (Team)

Persone citate: Albert Speer, Beethoven, Berlin, Eberhard Diepgen, Herbert Von Karajan, Hitler, Kanzler, Karajan, Vento Del