Sicilia, l'incognita del voto «abusivo» di Francesco Santini

Sicilia, l'incognita del voto «abusivo» Lotta serrata fra i partiti per un test elettorale che va oltre i confini dell'isola Sicilia, l'incognita del voto «abusivo» Spenti i fuochi della protesta per il condono, i sondaggi sono ottimisti - Ma c'è chi minaccia: «Nelle urne mancheranno molte schede» - 400 mila disoccupati su 3 milioni di elettori - Le infiltrazioni della mafia DAL NOSTRO INVIATO RAGUSA — L'ultima immagine è il pantano di Margi, a Nord di Gela, nella distesa scomposta del grande abusivismo isolano. Un'auto con l'altoparlante elettorale sprofonda nel fango che diventa polvere. Più avanti, un uomo ormai vecchio inchioda lembi sgualciti di plastica. Giuseppe Marlnel. nel vento che sale dal mare, respira a fatica e dice: «Ecco i vetri di plastica delle nostre finestre». Poi domanda: -Ma dove possono essere i denari per il condono?». Il popolo degli abusivi siciliani si prepara al voto. Spenti i fuochi della protesta, da Bagheria a Misilmeri, da Casteldaccia fino a Vittoria e a Ragusa, l'esasperazione s'è smorzata. Resta Agrigento, con le liste civiche. Ma. a Gela, Giuseppe Marinei con i vetri di nailon annuncia: •Molti voti mancheranno dalle urne». I sondaggi lo smentiscono Paolo Monello, il sindaco comunista di Vittoria che ha guidato il comitato dei sindaci siciliani, è determinato: •Per la provincia di Ragusa, le previsioni sembrano buone: non ci sono liste civiche — dice —. Per il voto del 22 giugno, noi comunisti siamo riusciti a tenere in mano la situazione». II test elettorale è decisivo. La Sicilia torna da protagonista nella vita politica nazionale. Democristiani e socialisti, nella campagna elettorale che sale di tono, si disputano 11 possesso del Palazzo d'Orleans, sede del governo isolano. La realtà di Vittoria, con 11 partito comunista al 36 per cento, appare lontana, densa di anomalie. Paolo Monello, 32 anni, sindaco da tre anni, dice con esultanza: «/I pei ha a Ragusa la sua più alta percentuale meridionale perché siamo riusciti a guidare il processo di -trasformazione nelle campagne». IT territorio dì Vittoria, negli ultimi dieci anni, è mutato. Cinquantacinquemila abitanti, 10 mila case abusive. E il paesaggio, dove non è spezzato dagli intonaci che non arrivano e dai balconi senza ringhiere, è punteggiato dal ritmo lunare dei tunnel di plastica. •Ecco le serre — dice il sindaco, che vuole vedere Craxl —. Ecco il nostro presente, con 3 milioni e mezzo di quintali di prodotto orto¬ frutticolo in un anno». Poi si rabbuia: »Il nostro Eldorado — dice — ha molte cadute». Racconta delle infiltrazioni della mafia, dei terreni del vallo del fiume Arate in mano alle cosche,-del clan che si contendono molti predomini. E ancora: i mali della Sicilia di sempre. Le trazzere ricoperte di catrame nel sogno di una vera rete stradale, la ferrovia tra Ragusa e Gela che salta nel luogo comune dei «rami secchi». E ancora: l'inquinamento e i missili, la «militarizzazione» del territorio e il petrolio della Gulf »che lascia a Ragusa soltanto l'aria sporca». Nella de e nel psi. i nuovi e i vecchi mali dell'isola. -La de¬ mocrazia cristiana — dice Monello — a Ragusa è senza testa: ha dovuto candidare, al primo posto, il presidente della Regione Nicolosi, che è di Catania e si rifiuta di pubblicare la legge regionale per gli abusivi. Mentre i socialisti, colpiti nell'amor proprio di un Parlamento romano che rifiuta il decreto governativo, sognano in Sicilia la ritunctta del voto-, E' socialista Vincenzo Tignino. 42 anni, primo cittadino di Gela: 80 mila abitanti, 50 mila vani abusivi per 15 mila proprietari. Tignino, numero due del comitato regionale sorto a guidare la protesta, dice con convinzione: «il collega Monello vuole incon- trare il presidente del Consiglio. Mi domando soltanto se parla a nome del comitato o del partito comunista: quanto a me, nessuno mi ha informato su questa richiesta di andare a-Roma Descrive una, città difficile. Guida Gela da otto' mesi. Trascorre 12 ore al giorno nel palazzo di piazza San Francesco. «Con 10 mila disoccupati nell'edilizia — dice Tignino — il clima elettorale è d'attesa. Non temo l'astensione perché qui il mio partito è riuscito ad incanalare la protesta nei sentieri istituzionali». Ma altrove che cosa accadrà? Tignino e Monello lasciano il resto dell'isola nell'incertezza. La campagna elettorale ha molti riflessi romani. All'esercito degli abusivi, s'affiancano e s'intrecciano le truppe della disoccupazione. Quattrocentomila senza lavoro su 3 milioni di elettori per 90 deputati da spedire nella sede prestigiosa di Palazzo del Nomannl. La lotta si fa serrata. Ai «quadri» democristiani raccolti ad Acireale, 11 presidente della Regione, Rino Nicolosi, ha imposto una nuova parola d'ordine. E' 11 rifiuto di partecipare alla competizione elettorale con i criteri del passato, •dominati dal clientelismo e dal dispiegarsi in bande alla caccia di consensi-. Ha parlato di disoccupati e di abusivi, ma molto ha insistito nel «no» al passato. • Dobbiamo evitare — ha detto — tutte quelle zone grigie che hanno abbassato, in tempi non lontani, la credibilità del nostro partito». Francesco Santini