I cento giorni di Cory erede della guerriglia

I cento giorni di Cory erede detta guerrigiia La pace del dopo Marcos è ancora lontana I cento giorni di Cory erede detta guerrigiia II presidente filippino offre terre (33 mila ettari) ai ribelli pentiti - I suoi «programmi di riabilitazione» MANILA — Per i cento giorni del suo mandato come presidente delle Filippine, Cory Aquino ha dichiarato, in un'intervista alla tv Usa Nbc: «Non sono soddisfatta al cento per cento, perché non ho realizzato quei miracoli economici in coi la gente spera». Sul guerriglieri, la donna che ha rovesciato Marcos ha detto: «Voglio chiarire ai ribelli che se non accettano le nostre offerte di pace, e se usano la forza contro di noi, dovranno ve-, dersela definitivamente con i militari». NOSTRO SERVIZIO DAVAO — II gesuita Emeterio Barcelón, uno degli addetti al programma di riabilitazione per i guerriglieri comunisti filippini del *Nuovo esercito del popolo* fNpa>, assicura a Davao, nell'isola di Mindanao, che la chiave del successo consiste nel dimostrare ai ribelli che il reinserimento sociale è possibile. Il programma in questione è uno dei tentativi del governo di Corazón Aquino per risolvere, con la mediazione della Chiesa cattolica, uno dei problemi più gravi, insieme con la crisi economica, che ostacolano i tentativi di consolidare il nuovo regime di Manila. •Noi — spiega padre Barcelón nel suo ufficio di rettore dell'università di Davao — abbiamo fatto incontrare un gruppo di 168 guerriglieri con la presidente Cory Aquino». Il gesuita si riferisce alla riunione, avvenuta il 23 maggio scorso nel convento della Carmelitane di qui, fra il capo dello Stato e un gruppo di ribelli disposti ad accettare un cessate-il-fuoco, l'amnistia e i programmi di reinserimento. «Cory Aquino — continua Barcelón — offre terre per una superficie di 33 mila ettari, attualmente zone militari, a ex membri della guerriglia, affinché le lavorino. Padre Barcelón, che presto, dopo 12 anni, lascerà la guida dell'ateneo per dedicarsi completamente al programma di riabilitazione, è cautamente ottimista. .Se il nostro primo progetto, già avviato nella zona di Tagun, funzionerà, molti ribelli sceglieranno di reintegrarsi nella società, perché sono stanchi». Con un altro religioso, padre Mario Valle, spera di creare un'azienda agricola di oltre 400 ettari dove produrre subito riso e ortaggi e, a medio termine, manghi, arance, noci di cocco. Secondo Barcelón, un altro elemento importante per convincere i guerriglieri è l'eventuale concessione di uno statuto autonomo all'isola di Mindanao: è questa una delle principali richieste dei ribelli, soprattutto di quelli musulmani. «Perché — continua — qui si produce oltre il 33 per cento del caffè delle Filippine, ma tutte le decisioni sull'export e sulla politica dei prezzi dipendono da Manila». Nella nuova Costituzione che un gruppo di 50 personalità ha incominciato a redigere nella capitale filippina, sarà previsto comunque uno status di maggiore autonomia per la regione. Per Cory il problema è che la guerriglia — e soprattutto il Npa — sembra avere molti capi, e che in certi gruppi gli ideali politici si confondono con puro brigantaggio e rapine. E questo è un Paese che ha vaste aree nelle quali c'è fame, come nella regione di Negros, in seguito all'abbandono della coltura su grande scala della canna da zucchero a causa della caduta dei prezzi. I ribelli comunisti hanno appena liberato un ingegnere minerario australiano catturato 5 mesi fa nel Sud di Mindanao: per la sua liberazione è stato pagato un riscatto di entità sconosciuta. Fonti dei guerriglieri hanno fatto sapere che l'ingegnere era stato ■arrestato» perché sfruttava i lavoratori filippini, e che la sua liberazione risponde allo stesso spirito che ha spinto Cory Aquino a scarcerare i prigionieri politici. Ci sono poi difficoltà di dialogo tra governo ed esercito, in una situazione in cui i ribelli che s'arrendono 'Convivono* con quelli che continuano a sparare contro i militari. .Molti giovani hanno paura, sembra che disertare sia sempre più difficile», dice Barcelón. «A noi non hanno mal toccato nulla», interviene Pablo Lorenzo, proprietario di una piantagione che oggi si trova in 'territorio occupato* dalla guerriglia, a un'ora di macchina da Davao. General! mente, t grandi coltivatori forniscono cibo e medicine, e a volte, sembra, pagano una discreta .imposta rivoluzionaria». La maggior parte dei proprietari terrieri, però, preferisce vivere in quartieri superprotetti a Davao. «Ho offerto un podere di 500 ettari di pascoli per creare una cooperativa a gestione mista, insieme con membri della guerriglia che vogliano reintegrarsi», dice l'allevatore Pablo Lorenzo, indicando una delle strade da seguire per tentare di calmare le tempestose acque sociali delle Filippine, specialmente a Mindanao. Ma le soluzioni a breve termine non sembrano molto praticabili: e secondo il fondatore ed ex leader del Npa, Bernabé Buscayno, .le trattative finiranno con un fallimento, la guerriglia si radicali zzerà sempre più». Dalla sua residenza di MalacaAang. Cory Aquino spera che avvenga esattamente il contrario; con l'aiuto, ancora una volta, dell'influente Chiesa cattolica, in questo Paese dove le rivoluzioni si fanno tra Madonne e fucili. Ramon Vilaró Copyright «El Pois» e per l'Italia «La Slampa»

Persone citate: Cory Aquino, Mario Valle, Pablo Lorenzo

Luoghi citati: Filippine, Italia, Manila, Usa